è giá la seconda notte che Patri passa in cella.
io ho appena finito di leggere il regolamento sulle visite e le comunicazioni e mi sento cosí
una stra-ordinaria ingiustizia
A febbraio di quest’anno ho vissuto una di quelle notti che ricordi per tutta la vita. Da un sacco non uscivo (l’alibi è LA figlia, ma in realtá mi pesa tanto tanto il culo), anche perché quando lo facevo mi capitava troppo spesso di annoiarmi a MORTE.
Peró quella notte sarebbe stata speciale, lo sapevo.
Ladyfilmine on line!
mentre familiarizzo con questo wordpress vi raccomando Ladyfilmine, un bellissimo video che racconta la Ladyfest romana dell’anno scorso. É un mix di immagini Super8 e digitali accompagnate da 4 imperdibbbili interviste ad alcune delle ladies che parteciparono alle 4 giornate queer, femministe e autogestite piú sghisce degli ultimi anni.
la regia é di Giulia Vallicelli, giá animatrice della distro femminista Porca-Ma-Donna (io la ricordo bambina, sorridente dietro al suo banchetto di fanzine in innumerevoli PhagOff – ho anche le foto, ma purtroppo at the moment non so dove ma prima o poi ricicceranno, spero), mentre il montaggio é di Lidia Ravviso, che ha fatto un lavoro eccellente nell’armonizzare analogico e digitale. Le intervistate sono (e questa é una chicca): una fotografa talentuosa, un’illustratrice geniale, una delle inventrici del bazar dei desideri romano e la sottoscritta (che ha una voce scornacchiata a causa degli eccessi della sera prima, ahem)
Detto ció voi direte: ma ndo sta? sta qui. Lo potete vedere per intero e dovete votarlo, nonché (se vi piace) programmarlo nelle vostre iniziative sul femminismo a venire, perché é davvero bello.
[in questi giorni mi é venuta a trovare la mia complice preferita di quei giorni ormai lontani ed ora che se n’é andata via morde ancora piú forte, la nostalgia di quei momenti di gloria…]
Uno stupro amichevole
Due anni fa, all’inizio dell’estate, ebbi una
conversazione illuminante con alcune amiche. Parlavamo di violenza sessuale,
nello specifico di quelle che avevamo subito.
Being Violencia Rivas
tutta un’eroina queer: vi presento Violencia Rivas, la donna che anticipó il punk in Argentina a metá degli anni Sessanta con canzoni come Estudiar es una merda, No me depilo o Metete tu cariño en el culo.
questo fine settimana giocheremo ad essere lei.
(mi é arrivato l’invito qualche settimana fa, ed ho risposto entusiasta. ultimamente la mia vita é tutta un laboratorio…)
la teoria della padellata
Ricordo con una modica quantitá di nostalgia i tempi in cui l’amore era una condanna inappellabile, che mi faceva piangere la notte e maledire l’alba, che mi consumava dentro e mi dava attacchi di bulimia furiosa, che mi faceva perdere tempo e mi dava l’illusione di vivere una vita appassionante.
In definitiva, l’ossessione di riempirmi la vita d’amore me la faceva riempire, piuttosto, di merda.
Selecta postporno multimedia (dispensa del laboratorio bulagnese)
Quella che segue é una raccolta (abbastanza) ragionata di link, titoli di libri e video relazionati con i temi che abbiamo affrontato nelle due giornate di laboratorio all’interno del Festival Sociale delle Culture Antifasciste di Bologna.
É un work in progress ancora suscettibile di verifiche, ampliamenti e correzioni (che vi invito a fare).
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Laboratorio teorico/pratico di postpornografia multimediale al Festival delle Culture Antifasciste (y otras marranadas)
saró a Bologna dal 1º al 4 giugno, ad innaffiare i germogli della futura pornoribellione che cambierá la faccia – e il culo, che tanto sono intercambiabili – a quest’Italia di merda.
Manolo, perché sei tu, Manolo? (avventura erotica notturna di una madre sovversiva)
PROLOGO
La vita sessuale delle madri è una specie di fantasma nell’immaginario collettivo (e oserei dire anche nella vita stessa delle donne che scelgono la via della riproduzione).
Nella tassonomia del desiderio virtuale esiste una categoria specifica di donna madre sessuata e sessualizzabile, la MILF (mother I’d like to fuck – madre che mi piacerebbe scopare). Questo termine peró definisce le quarantenni dal fascino decisamente maturo, coi figli magari adolescenti. Noi trentaequalcosa coi piccoli ancora appesi al collo, che ci siamo appena riprese dalle botte di ossitocina e prolattina subite o surfate durante la gravidanza e l’allattamento non rientriamo in nessuna categoria dell’erotismo di moda.
Mettici pure che le nostre economie sono precarie e i nidi a pagamento e quindi per tirare la carretta ci dobbiamo stroppiare di lavoro e scoprirai il perché dalle nostre parti si tromba molto poco, troppo poco.
Il desiderio sublimato si trasforma in baci, carezze e abbracci ai cuccioli di casa; a volte basta questo – sommato a quei 10 minuti di sano autoerotismo meccanico (sí, siamo capaci anche noi donne) prima di crollare morte dal sonno – per acquietare l’animale che abbiamo dentro (sí, anche noi ce lo abbiamo).
A volte no.
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Generatech!
en el contexto de Generatech me pasa siempre de cuestionar mi estatus de madre queer.
la primera vez que me cruzé con un Generatech era el 2007 y estaba embarazada de 9 meses.
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