una psicomagia pornoterrorista

Diana é una sacerdotessa del delirio.
é una baccante capace di condurti attraverso la rabbia radicale, il desiderio piú recondito, le paure piú ancestrali e la trasformazione necessaria.
é dionisiaca e apollinea insieme: tanto le sue azioni possono risultare disturbanti, moleste, irritanti, letteralmente schifose – quanto la sua poesia é musica, é incanto, é magia – e la sua maniera di declamarla commovente.
quando ho visto la prima volta Diana in performance ho sentito le trombe celesti degli angeli e mi é venuto da vomitare insieme. ho sentito appieno il senso della parola poesia – che molte volte avevo associato a una ben confezionata e marketizzata fuffa altamente digeribile.

Diana declama le sue poesie sempre nuda ed é insieme bellissima e capace di incarnare la mostruositá piú repellente.
é padrona del suo corpo e pure della scena, perché non ha paura di essere se stessa.

se stasera per qualche valido motivo non potete andare ad assistere alla sua e alle altre performance di female extreme body art, vi propongo un’esperienza alternativa per avvicinarvi al pornoterrorismo come esperienza di liberazione.

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I’ve lost my love in Caffarella

É quasi primavera e siccome ieri era il compleanno di autistici ho deciso di festeggiarvi con un vecchio set che non avevo mai pubblicato.
(Con l’occasione vi ricordo che autistici non campa d’aria e che se cacciate 15 euri non vi fará troppo male e sosterrete il porno libero, l’amore libero, il sesso libero – la comunicazione libera, insomma)

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due perle dal festival Ovni (+ bonus Nothomb)

Il festival Ovni c’é ogni anno e mezzo.
É una di quelle cose meravigliose di Barcelona (gli occhi stupefatti di Marzia, appena arrivata, che dice *In Italia queste cose le istituzioni non le fanno, al massimo le fanno i centri sociali*) e si regge grazie a persone meravigliose. Gode di un finanziamento pubblico – che come tutti i fondi destinati alla cultura si fa ogni anno piú esiguo (certo, almeno non serve a pagare le botte di vita di qualche politicante, ma d’altronde non siamo in Italia e qua i corrotti vanno sotto processo anche per essersi fatti regalare semplicemente dei vestiti).
Ma basta con la retorica che la Spagna é meglio, primo perché non é vero (é l’Italia che É PEGGIO, quasi in assoluto), secondo perché poi venite tuttx qua (mica che non vi voglio, eh 🙂 ma in Italia chi ci rimane?)

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Io conosco Ana Elena Pena

A una Ladyparty del 2005 siamo pure andate al bagno insieme e con molta emozione le ho legato i lacci del corsetto.

Ana Elena é bella, simpatica e ha un sacco di talenti.
In questi giorni esce il suo primo libro, che contiene racconti e illustrazioni e si chiama Hago pompas con saliva (che non significa faccio pompe con saliva – che sarebbe anche normale perché provace un po’ senza saliva – ma piuttosto Faccio bolle di saliva)

Io ne ho letto un anticipo in esclusiva e siccome mi ha fatto ghignare ho pensato che potevo spendere due neuroni per il pubblico sollazzo e tradurvi almeno un racconto.

Il suo cazzo (da Hago pompas con saliva, Melusina 2011)

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free porno for free people (link party alla faccia del bungabunghismo)

In questi giorni in cui esplode il bubbone del Bunga bunga torna utile ripassare i concetti di pornocrazia e mignottocrazia.

Io nel mio piccolo (e grazie a lei) sono riuscita a riportare in auge la colonnina dei links con le varie sorellanze femministe, postporniche e genitoriali.
Ma non basta…

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Quello che non mi uccide mi fará piú forte (ricordi sparsi del 2010)

Visto che il blog continuava con l’andazzo sedotto e abbandonato, volevo almeno ricicciare a fine anno con un classico post di bilancio, di quelli che servono a ricordarsi e a ricordarsi di dimenticare.
Il 2010, pensavo, é stato un anno di appuntamenti mancati, delusioni inattese e promesse non mantenute.
Con queste premesse, perché amareggiarmi l’agognata vacanza di natale romana – per listare i calci in culo? No grazie, ho preferito vivere, come si diceva un tempo.

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love the way you… che?

cominciamo con un coming out.
invecchiando, torna a piacermi moltissimo l’hip hop.
dopo la grande onda delle posse degli anni ’90 devo ammettere che il genere aveva smesso di darmi emozioni particolari. ultimamente invece sono caduta nel vortice di un’insana passione per il sivigliano Tote King e pure agli ultimi Oxcars mi sono sorpresa a dondolare con la mano sul pacco con gli At Versaris – come Tote King boni e politicamente sostenibili.
Unfortunately I’m coming from the country of Bunga bunga, dove i rapper piú alla moda sono dei rincoglioniti pseudogangsta e un tale Fabri Fibra di cui non so nulla ma mi accontento di quello che mi racconta Betty Moore. praticamente sconosciuto ai piú é invece un bel progetto cyberpunk Artificial Kid a cui partecipa anche uno di questi fantastici pischelli aquilani (li ho visti in azione al Ladyfest L’aquila, dove ruleggiava Mary, una ragazzetta MC che m’ha fatto venire le lacrime agli occhi e che nel video non c’é (ma la potete vedere qui).

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