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traduzione fresca fresca – dal Feis (come dice mia sorella) di Ana Elena Pena

 

contenuto riportato al dominio pubblico, autoria desconocida
contenuto riportato al dominio pubblico, autoria desconocida

 

Che ti possano amare rabbiosamente, fino al midollo,
che si faccia luce fino nell’ultima cellula.
Che tu possa trovare chi ti adori in pigiama, coi capelli sporchi e appiccicati, le unghie rosicchiate e la smorfia cupa di quei giorni in cui vuoi solo morire o uccidere o tutte e due le cose.
Che possano addomesticare con polso saldo i mostri che dormono sotto il tuo letto, celebrino tutte e cadauna le tue sconfitte e ascoltino ipnotizzati il tuo lato oscuro.
Che tu possa meritare e che ti meritino senza nessun dubbio
e una cazzo di volta per tutte.
Che possano non sbagliare la mira
e tu cada fulminato davanti all’evidenza
che questa volta, SI.

 

 

(versione originale di Ana Elena Pena, artista poeta artigiana che io ammiro e a cui voglio anche bene – qui tutti i post del blog che le ho già dedicato, qui il suo sito dove potete assumerla in diversi formati – fa di tutto!)

 

Ojalá te quieran rabiosamente, hasta el tuétano,
y se haga la luz hasta en la última célula.
Ojalá encuentres a quien te adore en pijama, con el pelo revuelto y sucio, las uñas mordidas y el gesto sombrío de esos días en los que solo quieres morir o matar o ambas cosas.
Ojalá domestiquen con pulso firme a los monstruos que duermen debajo de tu cama, celebren todas y cada una de tus derrotas y escuchen hipnotizados tus caras B.
Ojalá merezcas y te merezcan sin lugar a dudas y de una puta vez.
Ojalá no yerren el tiro,
y caigas fulminado ante la evidencia
de que esta vez, SÍ.

Piuttosto che star soli (Con tal de no estar solos) di Ana Elena Pena

anaelenapena01
lei è la grande Ana Elena Pena.
in questo blog ho giá parlato di lei ma non mi stanco mai di farlo: credo che sia una delle persone piú geniali e talentuose che ho avuto la fortuna di incontrare nella vita… e (come stupirsene?) non ha il successo e il riconoscimento che merita.
non in ambito mainstream, almeno.
è una regina dell’underground valenciano e come tutte le vere artiste si deve un po’ arrangiare per vivere (non so che mestiere fa ora, ma è una che ha collezionato parecchi lavori, piú o meno di merda, per pagarsi l’affitto)

peró non pensiate che sia una di quelle che si piangono addosso o che s’amareggiano riversando sul prossimo (e sulla prossima) la loro insoddisfazione: la precarietá di Ana Elena è solare, sorridente, vittoriosa.
ai margini si puó vivere con dignitá e allegria – e continuando a produrre cose meravigliose (a proposito, date un’occhiata al suo negozio online)

al cabaret Transvalentino, per dir male dell’amore che ci fa male (quello che prima di concederlo a noi stessx cerchiamo in qualcunaltrx) ho letto una sua poesia, che avevo tradotto per voi per l’occasione.
la condivido oggi, sperando che un giorno esista in Italia un pubblico degno della sua delicatezza velenosa, della sua sensibilitá giocosa, della sua allegria mortale.

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Io conosco Ana Elena Pena

A una Ladyparty del 2005 siamo pure andate al bagno insieme e con molta emozione le ho legato i lacci del corsetto.

Ana Elena é bella, simpatica e ha un sacco di talenti.
In questi giorni esce il suo primo libro, che contiene racconti e illustrazioni e si chiama Hago pompas con saliva (che non significa faccio pompe con saliva – che sarebbe anche normale perché provace un po’ senza saliva – ma piuttosto Faccio bolle di saliva)

Io ne ho letto un anticipo in esclusiva e siccome mi ha fatto ghignare ho pensato che potevo spendere due neuroni per il pubblico sollazzo e tradurvi almeno un racconto.

Il suo cazzo (da Hago pompas con saliva, Melusina 2011)

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