manifesto per un’insurrezione transfemminista

Combattenti cubani conosciuti come “barbudos” scesero dalle montagne e il 1º gennaio del 1959 presero La Habana dando fine alla dittatura bananiera di Fulgencio Batista, che aveva convertito Cuba nel “casino” degli Stati Uniti e in quello arrivò Fidel e il trionfo della rivoluzione socialista cubana.

35
anni più tardi, il 1º gennaio 1994, scesero dalle montagne anche i
contadini indigeni appartenenti all’Esercito Zapatista di Liberazione
Nazionale. Iniziando per San Cristobal de las Casas occuparono molti
centri abitati dello Stato messicano del Chiapas coincidendo con la
entrata in vigore del Trattato di Libero Commercio tra Stati Uniti,
Messico e Canada che condannava a una maggiore povertà le località
indigene. Scesero dal monte, raggiunsero i loro obiettivi e scatenarono
una de le rivoluzioni con maggior trascendenza delle ultime decadi del
XX secolo.

Oggi,
1º gennaio 2010, da differenti quartieri, città, culture e mondi
facciamo un appello alla lotta transfemminista, a la formazione di
branchi come unità basiche di convivenza e organizzazione e alla
ribellione nelle strade, nelle case e nelle città. Dai nostri
marciapiedi e con tutta la nostra passione proclamiamo ai 4 venti ciò
che segue:


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catfight (ve piacerebbe, ve’?) o meglio le elementari su Internet non finiscono mai

come vedete il mio blog continua a far cagare.

nel frattempo infatti, oltre a lavorare come una somara sono stata vittima collatterale dell’influenza di mia figlia – che ho curato, come in cartone animato giapponese, con il calore del mio corpo e la borsa del ghiaccio in testa (come m’aveva raccomandato di fare mia madre sotto la minaccia: se gli frigge il cervello poi vorra’ fare la velina!).

i miei rimedi casalinghi hanno destato viva riprovazione in Jordi, il nostro omeopata, ma per quanto mi riguarda starle accanto e controllare il calore della capoccia era l’unico modo per prescindere dalla botta de ibuprofeno. e ce l’abbiamo fatta 🙂 anche se io in questi giorni ho dormito di merda ed ho la schiena a pezzi. Continue reading catfight (ve piacerebbe, ve’?) o meglio le elementari su Internet non finiscono mai

Encuentro sobre genero y ciberespacio X0y1 – Sevilla

(piú sotto, in italiano)

En Sevilla el otoño es un junio de dias muy cortos y el Encuentro se desarrolla en un contexto encantador: un Centro de Arte a orilla del Guadalquivir. Es un antiguo recinto de fabricas, con unos jardines preciosos y un campo de limones a lado (!!!). Por la mañana el sitio se anima: grupos de criaturas en visita a las expos se recrean jugando en los jardines y canta, rien, gritan.

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autunno rosa fuoco

volgono al termine le mie vacanze romane – due settimane volate via veloci tra derive psicogeografiche e appuntamenti mancati, demolendo la candida illusione di essere ancora troppo giovane per fare veramente su serio…

(sono vecchia ma sbaglio ancora come una regazzina, cazzo)

mi godo le ultime ore di spleen, pizza bianca e parolacce in lingua originale perché é tempo di rimettersi in moto: l’autunno spagnolo sará molto intenso.

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ve lo volevo dire

rieccomi.

sopravvissuta alla rivoluzione del destete (lo stettamento – perche’ svezzamento e’ un’altra cosa – se qualcun@ conosce il termine esatto in lingua italiana che mi illumini – e comunque ve lo racconto, non crediate di avere scampo)

influenzata perche’ non cio’ piu’ il fisico neanche per fumare le sigherette 

scoglionata perche’ e’ il primo giorno di mestruazioni

senza parole per commentare la realta’ ma con tanta voglia di raccontare storie nuove e leggere

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