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Io porno – immagini del desiderio

LESBICHE FUORISALONE
Lesbian & Queer cultural harassment

presenta

 

IO PORNO – immagini del desiderio
un esperimento di autoproduzione pornografica per donne, lesbiche e trans

 

immagine di Francesca Woodman

Il laboratorio si propone come spazio di riflessione e creazione di immagini che possano rappresentare la nostra bellezza e il nostro desiderio fuori dagli standard mercantili e dell’oppressione patriarcale.
Vogliamo riappropriarci della visione di noi stesse come soggetti carnali e riscoprire la potenza evocativa di un erotismo che superi le finzioni plastificate dell’immaginario mainstream.

Il percorso di ricerca che proponiamo per la giornata del 14 febbraio si aprirà con un momento dedicato alla teoria e alla conoscenza: ci scambieremo informazioni e materiali diversi sul sesso e sulla sua rappresentazione per preparare la seconda parte del laboratorio, quella in cui cercheremo di ricreare, attraverso delle sessioni fotografiche, immagini che rispecchino le nostre fantasie e l’idea del nostro sé desiderante e desiderabile.

Il laboratorio è organizzato e promosso dal festival Lesbiche Fuorisalone, è riservato a donne, lesbiche e trans, ha un costo di 30 euro e si terrá alla Casa delle donne di Milano nella giornata di sabato 14 febbraio, dalle 11 alle 20.

La quota di partecipazione va versata in anticipo.

Per informazioni ed iscrizioni scrivere a lesbiche.fuorisalone@gmail.com
Ogni partecipante deciderá in autonomia il suo livello di implicazione e i materiali prodotti all’interno del laboratorio rimarranno di proprietá delle partecipanti (decideremo insieme se e come utilizzarli, nel caso avessimo voglia e ci fosse la possibilitá di farne un uso pubblico)

ci vuole una pausa…

per cause indipendenti dalla mia volontá (dopo 8 anni di lavoro indefesso il mio computer – il fedele Juanjo – m’ha detto addio, lasciandomi in una valle di sudore e lacrime) questo blog – dalla pubblicazione giá di per se irregolare – se ne va forzatamente va in vacanza… con la speranza di trovare nel frattempo un’altra macchina e poter ritornare a Settembre.

non-comune senso del pudore

mentre aspettate frementi il mio ritorno voi potete
comprare il mio libro per allietare le vostre nottate estive,
– produrre pornografia con qualsiasi mezzo abbiate a disposizione (perchè in autunno comincerá l’avventura di Come4 e ci allieteremo vicendevolmente per delle buone cause),
seguire gli accadimenti in Valsusa perché avere un orizzonte di dignitá e Resistenza vi fa sicuramente bene (io sono appena tornata dal campeggio di lotta e come al solito ci ho lasciato il cuore)

… ma soprattutto
– scopare come se non ci fosse un domani, con la mia disincantata benedizione e quella di un ventilatore, se siete ancora nel caldo cittadino.

report laboratorio Simulacri di piacere

Faccio sempre fatica a raccontare quello che succede durante i miei laboratori: questa volta ho il piacere di condividere le riflessioni di una partecipante che lo fa al posto mio 

(i grassetti sono miei mentre le foto sono di Denise, che prima o poi pubblicherá tutta la meravigliosa gallery)

 

corde che legano, nodi che liberano
corde che legano, nodi che liberano

Siamo partite dalle paure e dalle aspettative: quando è oggetto di attenzione e di pratica politica uno spazio come il corpo è sempre utile darsi dei paletti mobili da riposizionare. Perchè l’affermazione che il nostro corpo è un campo di battaglia non è solo retorica, ma descrive come su di esso si combatta una battaglia alle volte sottile, alle volte mortalmente violenta ma che non lo lascia mai in quiete. Ritmi scanditi, ripetizioni di gesti, incarnazione di modelli e ruoli lo plasmano e lo allineano costantemente. Abbiamo un corpo addestrato a godere e provare dolore, conoscendo secondo un rituale quantomai atavico quali sono le condizioni necessarie affinchè queste sensazioni si determinino.

el pueblo unido è mejo travestito
el pueblo unido è mejo travestito

Quale è il primo ricordo di piacere che ci viene alla mente?

Una semplice domanda apre un mondo di immagini di piacere non propriamente conforme alla rigidità degli schemi.
Nei ricordi compaiono alberi, cortecce, api, campi aperti, sensazioni di calore, di freddo, di bagnato. Piscine, vasche da bagno, mani infantili curiose di esplorare i propri corpi e quelli di altr*. E poi la bocca che assaggia e gusta e gode. L’attesa di un bacio e la ricerca di un posto nascosto in cui lasciarsi andare.
Una serie di stimoli variegati che poco hanno a che fare con una sessualità sempre identica a se stessa, normativa nella misura in cui condiziona la nostra stessa capacità di provare piacere. Un piacere che imbriglia nella forma della relazione eterosessuale penetrativa con l’onnipresente botto liquido semi(fi)nale. Ed un ancora più demotivante: ti è piaciuto tesoro?

apri la bocca e lasciami entrare
apri la bocca e lasciami entrare
lasciarsi esplorare ampliando i limiti del corpo
lasciarsi esplorare ampliando i limiti del corpo

Effettivamente, al di là degli orgasmi finti, il confine tra realtà e finzione nella immensa sfera della sessualità è profondamente sottile, quasi inesistente. Esiste, invece, un margine che sanziona la legittimità di una certa forma del desiderio sessuale e agisce direttamente sulla nostra capacità di attingere ad un immaginario altro, immaginario che demistifica la centralità degli organi genitali come unici vettori del piacere.

fammi male, per piacere
fammi male, per piacere

Accettereste mai di farvi schiaffeggiare pubblicamente sul culo, magari legate con una corda che vi fa da bustino? Oppure farvi imboccare bendate da sconosciut*? Lascereste mai che il vostro corpo venga assaporato da più lingue estranee?

Per intenderci: immaginiamo la nostra sessualità come una serie di cerchi concentrici di Consensualità. Passo dopo passo, i cerchi più interni vengono meno e lo spazio di azione e “passione” diventa sempre più vasto.
Perchè deve esistere un unico luogo specifico, chiuso, intimo, buio, privato in cui si accetta di provare piacere? E ancora, perchè desiderio e piacere devono essere performati in funzione di una codificazione dei generi che stringe più della corda usata come bustino?
Il laboratorio di Slavina ti fa tornare bambina… a quando la ricerca perversa e polimorfa del piacere ancora non è del tutto condizionata dal moralismo e dal cristiano senso di colpa (a meno che la mamma o la maestra non ti abbiano scoperta con le mani nelle mutande, tue o di chissà chi altr*!)

sorrisi verticali

sorrisi verticali

Quando puoi ancora associare il piacere al divertimento, alle risate, alla dolcezza e al gioco. Non all’ansia da prestazione, alla posa plastica “nascondi il rotolo”, e ad altre sofferenze ritenute socialmente necessarie.

Vorrei riprendere una frase che la Slavi ha utilizzato per esorcizzare il timore dell’ignoto: “il passo del post-porno è quello della compagna più debole”. Al di fuori di questo ambiente protetto c’è l’invasione della normalità, che ti penetra senza permesso, senza chiederti se sei d’accordo e se è questo quello che vuoi. L’imperativo categorico del Tu Devi che si maschera come il canto della Sirena.

Slavina as pocciuta furia
Slavina a fine laboratorio as Pocciuta Furia stanca

Concludo con una sviolinata melensa di ringraziamenti… Mi avete rimessa al Mondo!

 

… giá, lo abbiamo fatto tutti e tutte insieme 😉 
con il supporto prezioso – unico, inimitabile, inestimabile, irravanabile – del Miss Vago Diverso Bistrot

#Patrivive – acción de microguerrilla

si el poder es molecular nos haremos aún mas subtiles.
si no tenemos medios de comunicación masivos os hablaremos una a uno.

no pararemos ni nos rendiremos, porqué el caso 4F solo es un ejemplo de como nos golpea la represión cuando no tenemos un estilo de vida conforme a la idiotez capitalista y a sus leyes hipocritas.

y sabemos que todo está conectado, que un pedazo de nosotras y de nuestras historias sigue encerrado.

ya hemos vuelto, pequeñas y matonas.


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just be a King! laboratorio a Roma

ho partecipato al mio primo laboratorio di drag king durante l’ultima Ladyfest.
era un’esperienza che volevo fare da tempo in una forma strutturata e organica, visto che giá a livello personale di autoanalisi e osservazione ragionavo sui codici performativi della femminilitá e mascolinitá.


(questo é Clit Eastwood, il mio primo, embrionale esperimento king risalente al 2009 – autoritratto sull’autobus)

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ottobrata trans (proposte d’azione)

sono in ritardo costantemente in questi giorni, rincorro soprattutto me stessa ma pur essendo lenta non mi raggiungo mai.

siamo quasi a metá del mese ma spero non sia troppo tardi per riproporvi su queste pagine qualche materiale di riflessione interessante e un paio di proposte d’azione, per celebrare il mese di appoggio alla campagna STOP 2012.


(quest@ é Nikky, mia sorella – la foto é del Donna, che é un fotografo molto bravo che porta sempre lo smalto rosicchiato peggio de me)

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ottobrata trans (premesse)

Ottobre é il mese di azione e visibilizzazione massima scelto alla campagna Stop Trans Patologization 2012, che dal 2007 convoca manifestazioni, eveni e incontri informativi sul delicato tema della legittimitá delle identitá transessuali – che vengono ancora considerate dai manuali medici come disturbi dell’identitá sessuale (delle vere e proprie patologie mentali).
L’obiettivo concreto della campagna é la revisione dei testi medici che condannano a priori alla psichiatrizzazione qualsiasi identitá di genere che non corrisponda al sesso biologico – e che in realtá dividono il mondo in due uniche categorie possibili, il maschile e il femminile.

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