Diana é una sacerdotessa del delirio.
é una baccante capace di condurti attraverso la rabbia radicale, il desiderio piú recondito, le paure piú ancestrali e la trasformazione necessaria.
é dionisiaca e apollinea insieme: tanto le sue azioni possono risultare disturbanti, moleste, irritanti, letteralmente schifose – quanto la sua poesia é musica, é incanto, é magia – e la sua maniera di declamarla commovente.
quando ho visto la prima volta Diana in performance ho sentito le trombe celesti degli angeli e mi é venuto da vomitare insieme. ho sentito appieno il senso della parola poesia – che molte volte avevo associato a una ben confezionata e marketizzata fuffa altamente digeribile.
Diana declama le sue poesie sempre nuda ed é insieme bellissima e capace di incarnare la mostruositá piú repellente.
é padrona del suo corpo e pure della scena, perché non ha paura di essere se stessa.
se stasera per qualche valido motivo non potete andare ad assistere alla sua e alle altre performance di female extreme body art, vi propongo un’esperienza alternativa per avvicinarvi al pornoterrorismo come esperienza di liberazione.
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