bye bye 2009

non posso non salutare con una standing ovation quest’anno che é stato cosí generoso.

é proprio vero che il buongiorno si vede dal mattino: quest’anno é cominciato con un evento storico, generosamente sponsorizzato dalla mia supporter numero uno, mi madre, che a gennaio m’ha rifatto l’occhi, come si dice a Roma, spingendomi a operare una miopia di livello medio che da quando era bambina m’aveva assai fastidiato, oltre a mettermi spesso in imbarazzo.

come quando, adolescente, non portavo gli occhiali e il coatto dal quale tentavo goffamente di farmi notare mi si avvicinava mezzo minaccioso per dirmi perché mi guardi male? che me stai a imbruttí? e io mi mangiavo la lingua e diventavo tutta rossa e non riuscivo a dirgli non é che ti guardo male, é solo che nun ce vedo e lo sforzo per guardarti mi deforma la faccia.

Oppure quando, sopraggiunta l’etá in cui mi fu naturale svegliarmi spesso in letti sconosciuti di personaggi appena appena conosciuti, cercavo gli occhiali a tastoni fino ad un imbarazzato ehm, vedi da qualche parte i miei occhiali?

Sorvolo completamente sulle disavventure legate all’uso e abuso di lenti a contatto, che cominciai a portare a 18 anni tormentata da una peculiare ossessione.

Durante le estenuanti sessioni di petting adolescenziali, sdraiata su letti/prati/panchine/macchine/scivoli del Bambinopoli e chi piú ne ha ne metta, mi capitava di perdere il contatto con la realtá e di non riconoscere al volo i connotati di chi si stava volenterosamente affannando su di me. Questa cosa mi disorientava e irritava oltremodo e avevo il terrore che quando avrei fatto per la prima volta l’amore non avrei riconosciuto i lineamenti dell’amore e avrei scopato con una macchia rosa indistinta. (eh giá, tana per slavina: fino a 18 anni nisba, poi un’altra volta vi spiego anche perché)

Insomma, prima vennero gli occhiali a salvarmi
dalle figure di merda, poi le lenti a contatto a scaraventarmi nella
promiscuitá sessuale. Il terzo step fu lo zoom della telecamera, che
ancora lo devo capire bene che effetto ebbe sulla mia vita, anche se di
sicuro fu fondamentale.

Quest’anno, dicevo, ho riconquistato le
11 diottrie che mi mancavano da sempre. Ed é stato bellissimo – anche
se lo so che tra manco un decennio causa eccessivo ammontare d’ore (buttate)
davanti al compiuter me ritoccheranno i bernardi… ma intanto VEDO.
Vedo tutto, vedo da lontano, vedo cose che prima non vedevo neanche col
binocolo… e dopo quasi un anno m’é anche passato il tic di rimettermi
a posto gli occhiali, che i primi tempi era onestamente un po’
inquietante.

Un anno cominciato cosí non poteva che avere un
seguito speciale. Soprattutto se confrontato con l’anno precedente: il
2008 fu l’anno della chiusura a riccio, della dedicazione full time
alla figlia, di tanti No grazie e Non posso nella bocca di una che alla
vita aveva detto quasi sempre SI, DAJE.

É stato un anno pieno di energia
femminile, di creativitá in espansione, di recupero di strumenti
dimenticati, di perdono, comprensione e volemose bene ma anche di
salutari vaffanculo. Le poche legnate che ho preso (perché ovviamente
qualche randellata sui denti m’é toccata, mica solo champagne) sono state metabolizzate in tempo utile e
invece di trasformarsi in pietre nello zainetto dei dispiaceri et
occasioni perse sono servite a pavimentare la strada che cammino.

 

Passa l’anno in cui ho fatto pace col passato, e lui era cosí contento che m’ha anche offerto da bere.

L’anno
in cui ho scoperto che avevo ancora molto da avere, una mattina che
tornavo in bici dal primo festino post-astinenza insieme a una donna
dagli occhi grandi e c’era il sole e il venticello e ho pensato: Ma io
non sono vecchia per niente! Ho tanto ancora da pedalare e soprattutto
ne ho ancora troppa, troppa voglia.

nda: a casa c’era la figlia
che m’aspettava giá sveglia, visto che erano le otto, e devo confessare
che a mezzogiorno onestamente un po’ vecchia mi ci sono sentita

Un anno erotico e postpornografico, nel quale ho scoperto di cosa sono capaci 20 femministe nude in una stanza.

Un anno in cui ho incontrato nuove amiche e nel quale ho visto
dispiegarsi l’intelligenza collettiva (fantasma inseguito da anni).

Un anno in cui ho capito che dovevo smetterla di girarci intorno e accettare la mia missione. E anche la mia confusione, perché se a quasi 35 anni sono ancora disordinata e caotica forse é meglio che comincio a farmene una ragione, invece di sclerare ciclicamente perché ho perso qualcosa che m’ero dimenticata di avere.

 

Vabbé, in realtá volevo scrivere un post pieno di link, immagini e stellette (ho fatto questo e quest’altro per questo, questo e quest’altro motivo – chi coglie la citazione ha la mia stima) invece si conferma la mia scarsa attitudine all’autopromozione e l’irravanabile passione per la filosofia da bar. Forgive me.

 

Per il 2010 mi auguro e vi auguro, come sempre da un sacco di anni, una o piú rivoluzioni. 

4 thoughts on “bye bye 2009”

  1. Livore era troppo facile! Ma con “una o piu’ rivoluzioni” stai citando VULVIA!!! (uno o piu’….’mmmbbuti!)
    ma stai a Roma? ma vai tipo allo strike il 5??!! o da valeria alla serata burlesque?
    ciao e buon anno!!!

    djsugo

  2. la cosa difficile è mettercele 20 femministe nude in una stanza. una volta che ci stanno poi è fatta…
    auguri!!!

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