Category Archives: sul pezzo

cronaca e dintorni

support your local postporn star #02 – Cecilia Mangini

este post lo escribo en español, así explico un poco esta huevada del Support your local postporn star
(además hay infos de algo que pasará en Barna)

siempre en la espera de poder poner, un dia, un plugin de traducción en esta plataforma maravillosa – para todas las que vivimos supendidas entre dos o mas idiomas…

la idea de Support your local postporn star es bastante sencilla – es la de crear una gallery de nuevos subjetos del deseo, ejemplos visuales variados de una descolonización posible de nuestro imaginario erotico – personas y personalidades que pueden acompañar nuestras fantasias mas allá del ordinario.
el termino local indica una proximidad mas conceptual que geografica (son personas reales y cercanas, que es muy probable habeis conocido o tengais la posibilidad de conocer algun dia)

despues de esta declaració de intenciones, tengo que aclarar que el reto de sexualizar la postporn star de hoy para algunxs puede resultar bastante emocionante. pero no tengais miedo – el juego es de llevar nuestra capacidad de desear mas allá de lo a que estamos acostumbradxs.

entonces…
señoras, señores y favolosidades, redobles por:

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support your local postporn star #01 – il Peciola

per chiudere la settimana (o per iniziarla) con un sorriso – anche se di questi tempi c’é poco da stare allegre noi ci proviamo lo stesso e come il vecchio Antonio del ciclo andino di Manuel Scorza sorridiamo pure se ci rompono tutti i denti – vi presento una nuova discutibile campagna, volta a rinnovare dal basso l’immaginario erotico standard che ci colonizza i desideri.

si chiama Support your local postporn star ed é una chiamata a tutte e tutti quanti voi a scoprire e sostenere soggetti del desiderio, ovvero persone e personalitá evocatrici di desiderio inconsulto, cameratesca tenerezza gravante sull’amore, simpatia ineffabile, vampate di calore.
il *local* é piú concettuale che geografico: per local intendiamo qualcosa che é vicino, prossimo, raggiungibile.

comincio io, aspettando le vostre segnalazioni (complete di foto e motivazioni) all’indirizzo in sovraimpressione 😉

(rullo di tamburi, grazie)

la prima local postporn star che vi segnalo é

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Sapessi com’é strano il postporno a Milano

la bieda cresce rigogliosa nell’orto. la menta stenta nel giardino.
non é ancora arrivato il tempo del primo Mojito party della stagione, ma la primavera si va decisamente scaldando…

(tra un paio di giorni abbandono il mio eremo neorurale per la rutilante Milano.
qualcunx mi aspetta…)

 

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il lento piacere dell’essere altrove

Anche l’amore nel tempo precario
è diventato una cosa per vecchi,
un privilegio di anziani amanti
che hanno del tempo da dedicarsi.
Noi eredi di un secolo feroce
…che rispettava soltanto il futuro,
siamo il futuro promesso,
l’ultimo forse però, perché il profitto
non rispetta né il domani né l’adesso.

Il patto è stato cancellato
perché la regola non vale nulla
quando non c’è la forza per imporla.
Ora ciascuno è privato,
e solitario elabora segnali
sullo schermo mutevole che irradia
intima luce ipnotica. Riceve
ordini telefonici, e risponde
con voce allegra perché non è concesso
ch’altri conosca l’intima afflizione
che ci opprime.
Talvolta sul contratto di assunzione
è compresa una norma che ti impegna
a non suicidarti.
Questo non ferma certo l’espansione
dell’esercito immenso di coloro
che levano la mano su se stessi.

Nel solo mese di maggio
all’azienda trasporti di Bologna
si sono uccisi tre lavoratori.
Dieci anni fa erano tremila
i conducenti degli autobus cittadini,
oggi sono soltanto milleduecento
e il traffico non è certo meno intenso.
Alle officine Foxsson
si danno fuoco giovani operai.
A migliaia s’immolano
i contadini indiani,
alla Telecom France
si ammazzano a decine per il mobbing.
In molte fabbriche italiane
minacciano di buttarsi giù dal tetto.
E’ un sistema perfetto
razionale, efficiente, produttivo.
Chi s’ammazza è un cattivo
cittadino che non ha capito bene
come funziona il nuovo ordinamento.
Devi essere contento,
partecipi allo sforzo collettivo
che rilancia la crescita e impedisce
che il deficit sorpassi il tre per cento.

Brucia ragazzo brucia
brucia la banca centrale
e quella periferica.
A poco servirà, purtroppo
Perché i numeri che ti rovinano l’esistenza
Non sono conservati in nessuna banca,
neppure in quella centrale.
Vagano nell’infosfera
E nessuno li può cancellare.
I nemici nascosti sono numeri
Null’altro che astratte funzioni,
integrali, algoritmi e deduzioni
della scienza economica.
Ma come puoi chiamare scienza
questo sapere che non sa niente
questo assurdo sistema di assiomi
di tecniche che spengono la vita
per non uscire dalle previsioni
di spesa?
Non è una scienza, è una superstizione
che trasforma le cose in astrazione
la ricchezza in miseria
e il tempo in ossessione.

Meglio andarsene di qui, ecco come si fa.
Meglio lasciare vuoto
il luogo dell’obbedienza e del sacrificio.
Meglio dir grazie no a chi ti propone
sopravvivenza in cambio di lavoro.
Impariamo a essere asceti
che non rinunciano al piacere né alla ricchezza
ma conoscono il piacere e la ricchezza
e perciò non li cercano al mercato.
Come gli uccelli nel cielo
e come i gigli nei campi
non abbiamo bisogno di lavoro
né di salario, ma di acqua e di carezze,
di aria, di pane, e dell’infinita ricchezza
che nasce dall’intelligenza collettiva
quando è al nostro servizio, non al servizio
dell’ignoranza economica.

Se vuoi sapere come si fa
io posso dirti soltanto
quello che abbiamo imparato dall’esperienza.
Non obbedire a chi vuole la tua vita
per farne carcassa di tempo vuoto.
Se devi vendere il tempo in cambio di danaro
sappi che non c’è somma di danaro
che valga il tuo tempo.

E’ comprensibile che qualcuno pensi
Che solo con la violenza
Possiamo avere indietro
Quello che ci han sottratto.
Invece non è così,
– dispongono di armate professionali
che la gara della violenza la vincerebbero
in pochi istanti.
Quel che puoi fare è sottrargli il tempo della tua vita.
Occorre diventare ciechi e sordi e muti
quando il potere ti chiede
di vedere ascoltare e parlare.

L’esodo inizia adesso
andiamocene via
ciascuno col suo mezzo di trasporto.
Meglio morto
che schiavo dell’astratto padrone
che non conosce
dolore né sentimento né ragione.
Ma meglio ancora vivo
senza pagare né il mutuo né l’affitto.
Quel che ci occorre non è nostro
se non nel breve tempo di un tragitto.
Quando arrivi parcheggi,
lasci le chiavi e lo sportello aperto
per qualcun altro che deve spostarsi
nella città, sui monti o nel deserto.

Ecco come si fa.
Si smette di lavorare
ché di lavoro non ce n’è più bisogno.
Occorre svegliarsi dal sogno
malato della crescita infinita
per veder chiaramente
che c’è una bolla immensa di lavoro inutile
che si gonfia col nostro tempo.
Inventiamo una vita che non pesa,
Che non costa.
Una vita leggera.

E poi sai che ti dico?
Non ti preoccupare del tuo futuro
Che tanto non ce l’hai. E’ tutto destinato
A pagare l’immenso debito accumulato
Per ripianare il debito delle banche.
Il futuro di cui parlano gli esperti
è sempre più tetro ogni giorno
che passa. E’ meglio che diserti
e comunichi intorno
il lento piacere dell’essere altrove.
Ecco come si fa.

(dalla meravigliosa lezione di Bifo all’Accademia di Brera – la versione completa e il video stanno qui)
grazie roscia

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una psicomagia pornoterrorista

Diana é una sacerdotessa del delirio.
é una baccante capace di condurti attraverso la rabbia radicale, il desiderio piú recondito, le paure piú ancestrali e la trasformazione necessaria.
é dionisiaca e apollinea insieme: tanto le sue azioni possono risultare disturbanti, moleste, irritanti, letteralmente schifose – quanto la sua poesia é musica, é incanto, é magia – e la sua maniera di declamarla commovente.
quando ho visto la prima volta Diana in performance ho sentito le trombe celesti degli angeli e mi é venuto da vomitare insieme. ho sentito appieno il senso della parola poesia – che molte volte avevo associato a una ben confezionata e marketizzata fuffa altamente digeribile.

Diana declama le sue poesie sempre nuda ed é insieme bellissima e capace di incarnare la mostruositá piú repellente.
é padrona del suo corpo e pure della scena, perché non ha paura di essere se stessa.

se stasera per qualche valido motivo non potete andare ad assistere alla sua e alle altre performance di female extreme body art, vi propongo un’esperienza alternativa per avvicinarvi al pornoterrorismo come esperienza di liberazione.

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free porno for free people (link party alla faccia del bungabunghismo)

In questi giorni in cui esplode il bubbone del Bunga bunga torna utile ripassare i concetti di pornocrazia e mignottocrazia.

Io nel mio piccolo (e grazie a lei) sono riuscita a riportare in auge la colonnina dei links con le varie sorellanze femministe, postporniche e genitoriali.
Ma non basta…

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love the way you… che?

cominciamo con un coming out.
invecchiando, torna a piacermi moltissimo l’hip hop.
dopo la grande onda delle posse degli anni ’90 devo ammettere che il genere aveva smesso di darmi emozioni particolari. ultimamente invece sono caduta nel vortice di un’insana passione per il sivigliano Tote King e pure agli ultimi Oxcars mi sono sorpresa a dondolare con la mano sul pacco con gli At Versaris – come Tote King boni e politicamente sostenibili.
Unfortunately I’m coming from the country of Bunga bunga, dove i rapper piú alla moda sono dei rincoglioniti pseudogangsta e un tale Fabri Fibra di cui non so nulla ma mi accontento di quello che mi racconta Betty Moore. praticamente sconosciuto ai piú é invece un bel progetto cyberpunk Artificial Kid a cui partecipa anche uno di questi fantastici pischelli aquilani (li ho visti in azione al Ladyfest L’aquila, dove ruleggiava Mary, una ragazzetta MC che m’ha fatto venire le lacrime agli occhi e che nel video non c’é (ma la potete vedere qui).

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Manolo, perché sei tu, Manolo? (avventura erotica notturna di una madre sovversiva)

PROLOGO

La vita sessuale delle madri è una specie di fantasma nell’immaginario collettivo (e oserei dire anche nella vita stessa delle donne che scelgono la via della riproduzione).


Nella tassonomia del desiderio virtuale esiste una categoria specifica di donna madre sessuata e sessualizzabile, la MILF (mother I’d like to fuck – madre che mi piacerebbe scopare). Questo termine peró definisce le quarantenni dal fascino decisamente maturo, coi figli magari adolescenti. Noi trentaequalcosa coi piccoli ancora appesi al collo, che ci siamo appena riprese dalle botte di ossitocina e prolattina subite o surfate durante la gravidanza e l’allattamento non rientriamo in nessuna categoria dell’erotismo di moda.

Mettici pure che le nostre economie sono precarie e i nidi a pagamento e quindi per tirare la carretta ci dobbiamo stroppiare di lavoro e scoprirai il perché dalle nostre parti si tromba molto poco, troppo poco.

Il desiderio sublimato si trasforma in baci, carezze e abbracci ai cuccioli di casa; a volte basta questo – sommato a quei 10 minuti di sano autoerotismo meccanico (sí, siamo capaci anche noi donne) prima di crollare morte dal sonno – per acquietare l’animale che abbiamo dentro (sí, anche noi ce lo abbiamo).

A volte no.

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