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cose da vedere

week_end postporno all’Ada Lab

 

Immagina un finesettimana in un posto caldo e accogliente, dove sperimentare narrazioni radicali sul corpo e il sesso in più formati.

Immagina di incontrare altre donne curiose e interessate al confronto su questi temi.

Immagina un ambiente protetto, in cui poterti svincolare da quelle inibizioni e costrizioni che agiscono nel profondo e pesano sul tuo quotidiano – nei gesti, nei movimenti, nelle parole che non riesci a dire.

Immagina di sentirti libera…

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le parole che abbiamo osato dire

lo scorso 12 dicembre sono stata ospite di uno dei Mercolady che riscaldano l’inverno di Bologna (grazie alla cura e al genio di Betty&books e Made in Woman). alle mie sorelle di sempre avevo proposto di sperimentare un nuovo formato, quello del laboratorio di scrittura erotica.
i risultati (alcuni dei quali avrete la fortuna di leggere in questo post) sono stati – a mio modo di vedere – sorprendentemente buoni.


mi ha sorpresa la qualitá dei materiali frutto di questo momento di incontro. mi ha stupita la disponibilitá a lasciarsi andare e la capacitá di giocare delle persone partecipanti. mi ha commossa la densitá delle emozioni che ho sentito circolare libere.

eravamo piú di una dozzina a superare il confine del pudore attraversando la vergogna e la paura.
abbiamo parlato, scritto, ascoltato, letto.
abbiamo trovato insieme il coraggio di metterci in gioco ed è stato tutto bello e molto intenso.

 

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(omaggio a Joyce Mansour) Tra Eros e Thanatos sta il sogno…

proprio come una tregua sta tra la guerra e la pace:
le bombe hanno smesso di piovere su Gaza, per ora, e ne approfitto per provare a continuare a regalarvi un po’ di bellezza – di quella che non si consuma e che non genera ansia di possesso…

qualche frammento di poesia di Joyce Mansour, autrice che ho conosciuto grazie a un prezioso libretto (Fiorita come la lussuria, ed. Nautilus) trovato nel cesso di una casa piú che amica (le ragazze queer vantano buone letture: d’altronde anche Joyce Mansour era abbastanza queer, forse fin troppo per i suoi tempi).

l’unica pecca di quel libricino era che non riportava i testi in lingua originale (nel caso della poesia mi sembrano sempre necessari, anche quando le lingue sono simili e chi traduce bravissimo), cosí dei frammenti che ho selezionato sono andata a cercare anche la versione in francese.
e cercando cercando ho trovato anche delle cose che nel libro non c’erano…

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Politica spazzatura e prostituzione (di Bea Espejo)


dice il cartello (visto qui)
Preferisco vendere il mio culo ad un cliente piuttosto che la mia anima a una multinazionale

Ad agosto scatta, per le strade di Barcellona, il divieto totale di esercitare la prostituzione – o meglio l’adescamento in strada, pena salate sanzioni pecuniarie.
É l’ultimo colpo di coda di una disgraziata legge sul civismo che dal 2006 ha provato a ripulire le strade della cittá catalana – cacciando venditori ambulanti e lavoratrici del sesso, perseguitando skaters e graffitisti, rendendo difficile quando non impossibile la vita di strada e il divertimento low-cost.
In definitiva, preparando la cittá al suo presente di non-luogo votato all’euro-turismo piú becero.

In questo scritto di Bea Espejo (autrice di Manifiesto Puta) sono evidenziate alcune delle contraddizioni della condanna dei poteri pubblici (e anche di certo femminismo) al commercio sessuale. Grazie a Itziar Ziga che l’ha per prima pubblicato nel suo blog e a Lalli che mi ha aiutata a tradurlo.

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di contrattempi, porno e rivoluzioni

con il tempismo che mi contraddistingue ho lasciato l’Italia proprio mentre vivevo il mio quarto d’ora di celebritá (ieri amici entusiasti mi comunicavano che ero approdata addirittura alla colonna infame di Repubblica – quella di destra, tra gossip, famiglie regnanti e motori… com’era prevedibile sono sopravvissuta poche ore e sono stata espulsa col timbro INVENDIBILE)

nel periodo di lancio del libro ho risposto a un sacco di interviste, non ultima quella del Male della settimana scorsa (sí, prima hanno pubblicato un paio di racconti e poi m’hanno anche fatto parlare… e io spero tanto che la collaborazione continui); nonostante alcune scivolate sessiste (sembra che la satira non ne possa proprio fare a meno) laggiú qualcuno m’apprezza e mi vuol bene, oltre a mi querida Mp5, autrice della bella illustrazione a seguire (ridacchia pure da dove sei, caro Andrea Pazienza, ma adesso sul Male ci stanno pure le femministe)

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non tutto il Male viene per nuocere

da una parte rotolo per l’Italia (oggi presento il libro a Napoli insieme ad Anna Trieste), dall’altra le mie storie e le mie parole si muovono e solleticano l’altrui sensibilitá e immaginazione.
magari vendo poco (non ne sono mai stata capace, d’altronde – e nemmeno era l’obiettivo principale di questa impresa…), ma ho l’assurda speranza che i semini di pornoribellione che getta il libro cresceranno.

le prove?

un bel fiore é giá nato dalle mani di MP5: esce oggi sul Male (quale onore, se lo sapesse Andrea Pazienza…) Quelle due, racconto che fa parte del mio libro e che questa geniale artista (della quale mi posso vantare d’essere anche amica) ha illustrato, regalandomi anche il piú bel ritratto che m’hanno mai fatto nella vita.

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Desmontaje4F e altre storie di ordinaria repressione

(teaser del documentario su Patri e il caso 4F che stanno preparando MetroMuster e 15MbcnTv)

é domani, finalmente.
e ho come l’impressione che saremo soprattutto le madri, le compagne, le sorelle…

perché per occupare le prime linee ci vogliono l’adrenalina e il testosterone, ma per tenere la retroguardia e resistere e insistere quando tutto sembra perduto ci vuole un altro tipo di coraggio. è che, come dice Virginie Despentes

Il sesso della Resistenza é sempre stato il nostro.
Non é che abbiamo avuto scelta, d’altronde.

Coño Sur (postporno latinoamericano per XXDonne)

é uscito XXDonne con un mio articolo sulla postpornografia dell’America Latina che potrete leggere di seguito.

come sempre vi suggerisco di scaricare tutta la rivista e diffonderla, se avete la possibilitá di stamparla, perché contiene delle vere perle.
in piú, vi invito a partecipare alla sua campagna abbonamenti: dopo 16 sudati numeri autoprodotti infatti, la redazione di XXD ha deciso di provare a chiedere a lettrici e lettori di contribuire al lavoro della rivista con una donazione che andrá a finanziare il lavoro della redazione.
Partecipando con una quota di 12 euro riceverete per posta elettronica i prossimi 6 numeri, sovvenzionando un prezioso progetto di comunicazione femminista.
é un passaggio importante, una chiamata onesta e orizzontale contro l’autosfruttamento – visto che non era piú pensabile contare sul lavoro gratuito…

navighiamo tutte in acque piú o meno precarie e l’unico modo per sopravvivere é essere solidali.

ma ora veniamo alle meravigliose porcherie delle nostre amiche dell’altra parte dell’Atlantico.

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