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Fica, femminile plurale

Ho fatto un sogno.

Ho sognato un esercito di fiche nude e pronte alla battaglia.
Erano fiche di tutti i colori e di tutte le taglie.
Fiche ricce, fiche lisce, fiche appena uscite dal barbiere.

Fiche fragranti e profumate dopo la doccia
Fiche aperte come fiori, fiche anguste e diffidenti, fiche puzzolenti.
Fiche a ventosa e fiche a grappolo,
Fiche coi denti, fiche amare, fiche con l’antifurto e fiche chiuse a chiave.

Fiche come piante carnivore
Fiche bagnate e fiche fradice
Fiche che dicono Vattene e fiche che urlano Vieni!

Fiche amazzoniche e fiche calve
Fiche con la cresta
Fiche appiccicose come un dolcetto giapponese
Fiche bugiarde e traditore

Fiche parlanti, fiche che borbottano,
Fiche che eiaculano sul mondo la loro rabbia e il loro amore

Fiche tremanti di desiderio e fiche frementi di rabbia
Fiche spalancate sul mondo, fiche curiose, fiche zingare
Impepate di fiche e fiche di puttana

Fiche che non avevano mai visto il sole
Fiche dimenticate in tasca
Fiche fiere e combattive
Fiche che non sapevano di essere fiche e fiche che avevano perso la strada di casa

Fiche placide e fiche inquiete
Fiche arrendevoli e fiche ribelli

Fiche acide perché troppo generose
Fiche dalle labbra gonfie e doloranti dopo una buona sbattuta

Fiche che non potevi non entrarci dentro
Fiche labirintiche
Fiche che non volevano lasciarmi più andare

Fiche a spruzzo, fiche rotte
Grandi fiche e patatine

Belle fiche come quelle che vi auguro di mangiare stanotte,
accompagnate da un buon bicchiere di vino.

Salute! (di Tea Guarascio)
Salute! (foto di Tea Guarascio)

*testo scritto per il Bibidi Bobidi Burlesque dell’edizione 2013 di Enotica, festival del vino e dell’eros del Forte Prenestino.

(omaggio a Joyce Mansour) Tra Eros e Thanatos sta il sogno…

proprio come una tregua sta tra la guerra e la pace:
le bombe hanno smesso di piovere su Gaza, per ora, e ne approfitto per provare a continuare a regalarvi un po’ di bellezza – di quella che non si consuma e che non genera ansia di possesso…

qualche frammento di poesia di Joyce Mansour, autrice che ho conosciuto grazie a un prezioso libretto (Fiorita come la lussuria, ed. Nautilus) trovato nel cesso di una casa piú che amica (le ragazze queer vantano buone letture: d’altronde anche Joyce Mansour era abbastanza queer, forse fin troppo per i suoi tempi).

l’unica pecca di quel libricino era che non riportava i testi in lingua originale (nel caso della poesia mi sembrano sempre necessari, anche quando le lingue sono simili e chi traduce bravissimo), cosí dei frammenti che ho selezionato sono andata a cercare anche la versione in francese.
e cercando cercando ho trovato anche delle cose che nel libro non c’erano…

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