Drag Freegan Cabaret

Domenica 17 novembre il bruch della domenica, format consolidato nella programmazione di Ada Lab (spazio di ricerca polifunzionale a codice aperto che ha sede a Vicenza) ospiterá il

Drag freegan cabaret – mascherata degenere senza corone ne’ troni

calendario hotsquat

Il cabaret si propone come zona de-genderizzata e spazio di attraversamento collettivo nel quale, attraverso il travestimento e la sovversione poetica, demistificare e prendersi gioco dell’identitá imposta.

Benvenute piume, baffi, tacchi, parrucche e leather.

Sovvertiamo le convenzioni e codici di rappresentazione binaria maschile/femminile, immaginiamoci incategorizzabili almeno per un giorno, sabotiamo la guerra dei sessi. Facciamolo insieme!

 

Il brunch comincia alle 11 e chiude alle 16. Ci saranno proiezioni di corti, monologhi, reading e performance.

É gradita la mascherata (se ne hai porta e condividi trucchi e vestiti assurdi, ci serviranno ad allestire un dressing corner)

Be queer, be happy, be yourself and be amazing!

gira voce che…

sublevate

lei si chiama Nadia Granados, è una performer e attivista colombiana e su questo blog giá raccontammo di lei, in un articolo dedicato alla scena postporno del centro e sud America.

nei panni de La Fulminante, Nadia è una delle punte di diamante del postporno a livello mondiale.

con emozionato orgoglio posso annunciarvi che – se tutto va bene – presto sará in Italia, per presentare il suo cabaret esplosivo in un lubrico featuring con la scrivente.

questo è il primo video che abbiamo tradotto in italiano per presentarla a chi avrá il coraggio e la fortuna di conoscerla.
si chiama Schifo e sangue (anche di questo avevamo giá parlato) e la sua visione – come quella di tutti i video di questa artista – è riservata a menti adulte.

http://vimeo.com/78682598

(per sapere dove, come e quando stay tuned)

Geometrie non euclidee

un nuovo week end post-porno e vegan ad Ada-lab!

foto di Simona Pamp, courtesy Le ragazze del porno
foto di Simona Pamp, courtesy Le ragazze del porno

Dalla sera di venerdí 15 al pomeriggio di domenica 17 novembre ci incontriamo per sperimentare insieme i linguaggi del desiderio e le politiche del corpo, alla scoperta di forme non convenzionali di sessualitá.

PROGRAMMA

venerdí 15 sera
accoglienza, cena e visione collettiva di materiale postporno con discussione

sabato 16 mattina
laboratorio di poesia pratica – dire, fare, baciare: la via poetica alla realizzazione dei desideri
(confronto e sperimentazione su formati di scrittura finalizzati all’espressione erotica)

sabato 16 pomeriggio
laboratorio di contrasessualitá – forme collettive di piacere al di lá dell’eteronorma
(che cos’é l’amore queer? come riconoscerlo, alimentarlo, praticarlo? scopriamolo insieme attraverso il gioco)

sabato 16 sera
spazio libero di feedback delle esperienze della giornata, cena, preparazione Brunch Drag Cabaret

domenica 17
vegan brunch in drag (aperto al pubblico, gradito dresscode metamorfico F to M, M to F, F to F, M to M e chi piú ne ha piú ne metta)

**a proposito di aperture, nel laboratorio sono benvenuti i biomaschi

la quota di partecipazione è di 55 euro e comprende anche vitto e alloggio.
[ci sono dei letti ma non basteranno per tutte e tutti – e il modello acampada non ci dispiace (e non è cosí scomodo)]
se hai esigenze specifiche di alimentazione o sistemazione per la notte, faccelo sapere!

se avete dubbi o domande potete scrivere a
adalab@autoproduzioni.net

se invece volete iscrivervi al laboratorio, mandate una breve lettera di presentazione in cui spiegate perché vorreste partecipare.

el #19O y la frustración del periodista del régimen

(nota sobre la mani del #19O aparecida originalmente en Al di lá del buco y traducida por Victor y Paula)

mapa #19O

Hay una manifestación. No es noticia.

Hay una multitud inmensa de gente  que se ríe, pasea, grita lemas. No es noticia.

Hay un pancarta magnífica, la síntesis es poética y cuenta la fuerza y la historia y la potencia de quien no se somete y lucha. No es noticia.

Hay un grupo de chicos y chicas que han trasnochado para componer carteles donde está escrita la belleza, tenacidad, sueños, reivindicaciones. No es noticia.

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che ogni pecora venga accoppiata…

(traduzione dell’articolo di Coral Herrera Gomez uscito sul periodico spagnolo El Diario Cada oveja con su pareja)

L’amore romantico che abbiamo ereditato dalla borghesia del XIX secolo si basa nei modelli dell’individualismo piú atroce: che ci schiaccino con l’idea che dobbiamo unirci di due in due non è casuale. Davanti al declivio delle utopie religiose o le utopie politiche, sorgono nuove utopie romantiche personalizzate, fatte su misura. Siccome non crediamo piú di poterci salvare tutti insieme, ci sforziamo per trovare qualcuno che ci ami, e allo stesso tempo, qualcuno con cui riprodurci, dividere i conti e risolvere problemi.

Sotto la filosofia del “si salvi chi puó”, il romanticismo patriarcale si perpetua nelle favole che ci raccontano, e si installa lí dove non arriva il raziocinio, nel piú profondo delle nostre emozioni. Attraverso i film e le canzoni assumiamo tutta l’ideologia egemone in forma di miti, stereotipi e ruoli patriarcali. E con questi valori costruiamo la nostra mascolinitá e la nostra femminilitá, e imitiamo i modelli di relazione che ci offrono idealizzati.

Il risultato di tanta magia romantica é che la gente finisce per credere che l’amore é la salvezza. Peró solo per me e per te, gli altri si facessero i cazzi loro.

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e tu, ce li hai gli occhiali viola?

(traduzione di un testo delle Feministas Acidas, sempre per la serie #femminismo4dummies)

LA SINDROME DEGLI OCCHIALI VIOLA

C’è un momento nella vita di ogni femminista nel quale si provano per la prima volta gli occhiali viola, occhiali che ci proporzionano un’esplosione di luce accecante ogni volta che osserviamo una scena maschilista. La sindrome comincia nei primi mesi ed evolve rapidamente ogni volta che leggiamo cose che ci aprono ancora di piú gli occhi.

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ci vuole una pausa…

per cause indipendenti dalla mia volontá (dopo 8 anni di lavoro indefesso il mio computer – il fedele Juanjo – m’ha detto addio, lasciandomi in una valle di sudore e lacrime) questo blog – dalla pubblicazione giá di per se irregolare – se ne va forzatamente va in vacanza… con la speranza di trovare nel frattempo un’altra macchina e poter ritornare a Settembre.

non-comune senso del pudore

mentre aspettate frementi il mio ritorno voi potete
comprare il mio libro per allietare le vostre nottate estive,
– produrre pornografia con qualsiasi mezzo abbiate a disposizione (perchè in autunno comincerá l’avventura di Come4 e ci allieteremo vicendevolmente per delle buone cause),
seguire gli accadimenti in Valsusa perché avere un orizzonte di dignitá e Resistenza vi fa sicuramente bene (io sono appena tornata dal campeggio di lotta e come al solito ci ho lasciato il cuore)

… ma soprattutto
– scopare come se non ci fosse un domani, con la mia disincantata benedizione e quella di un ventilatore, se siete ancora nel caldo cittadino.

10, 100, 1000 Stonewall – perché ne abbiamo ancora bisogno

Una tragedia in tre atti

Prologo
Il padre della mia amica V, dopo averla vista in un servizio televisivo sul Pride ballare seminuda a fianco della scritta Enjoy Stonewall, rivoltati ora e non nella tomba le invia un messaggio di testo che dice pressappoco: Figlia mia, tu non hai bisogno di Stonewall per essere felice.

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