la vergogna d’esser donna

normalmente non leggo la stampa di regime e mi fanno orrore quasi tutti i giornali, in prima fila i cosiddetti femminili.
mi rifiuto di perder tempo anche solo sfogliando mentre sono in bagno le chilate di carta che si sprecano per cose come la moda o quella che chiamano bellezza.
peró a volte – non presa da un impulso masochista quanto piuttosto per tastare il il livello di decadenza della comunicazione mainstream – mi ci butto dentro con curiositá antropologica.
e normalmente finisce che m’incazzo come una bestia (e mi perdonino le bestie il paragone).

m’é successo l’ultima volta durante un viaggio in aereo, trovandomi a portata di mano una pubblicazione dal nome giá luminosamente idiota: Glamour (o qualcosa del genere).
c’era un pezzo su Cindy Sherman che sembrava interessante. arrivata a nemmeno metá dell’articolo, una frase mi ha fulminato. diceva una cosa come: *l’artista, a un certo punto della carriera, spostó l’attenzione del suo obiettivo verso immagini ripugnanti: soggetti in preda a crisi di vomito e culi brufolosi*.

il primo pensiero che m’é venuto in mente é stato: ma questx stronzx di giornalista in che mondo vive, per dire che un culo brufoloso é un’immagine ripugnante?
la seconda riflessione era piú profonda e riguardava il livello pesante di malainformazione e maleducazione che veicolava quella frase. come si fa a definire ripugnante un culo brufoloso?
a tutte noi prima o poi toccano i brufoli sul culo: se lavoriamo troppo tempo sedute, se esageriamo col cioccolato, se abbiamo qualsiasi microscompenso ormonale, se non andiamo mai in giro col culo un po’ all’aria.
e i brufoli non sono ripugnanti. é ripugnante lo stress che li produce, che é l’ansia di vivere in un mondo dove l’unico obiettivo contemplabile é trovare un lavoro dove ti sfruttino abbastanza da permetterti di mantenerti in vita (e se ti dice bene, anche di consumare delle cazzate inutili).

e dove comunque, se ti vengono due brufoli sul culo devi anche sentirti in colpa in quanto *ripugnante*.

ripugnante per loro non é il corpo della bambina di Gaza fusa dalle bombe al fosforo bianco. ripugnante non é il ragazzo che perde un occhio per colpa di un proiettile di gomma sparato in una manifestazione. ripugnante non é l’uomo che si dá fuoco perché é rovinato economicamente e non puó immaginarsi un futuro.
eh no. ripugnante é un culo coi brufoli.

certo, possono anche pensarla cosí. ma come dice Virginie Despentes, non mi chiedano che mi sembri normale.

per rimanere in tema schifo e affini, vi segnalo l’ultima pubblicitá (grazie Lippa) di una nota marca di assorbenti, nella quale si invitano le donne a gestire con discrezione *le loro cose* e a non spiattellare in faccia al controllore di turno l’imbarazzo di un pannolino.

soprattutto se é ancora pulito, aggiungerei.

e augurerei anche di tutto cuore a chi ha ideato questa pubblicitá cosí cretina e degradante di provarne un giorno tutto l’imbarazzo dovuto.

io ho un grande rispetto per lo schifo.
mia madre quando ero piccola mi proibiva di dire che qualcosa era schifoso. la considerava una parola troppo brutta per l’innocenza della mia etá.
forse per questo considero lo schifo piú una categoria morale che un fatto legato solo alle sensazioni.
solo conoscendo il lavoro di Diana sono riuscita a brindare alla perdita della mia innocenza e ho imparato che lo schifo puó essere catartico: che la capacitá di provare, attraversare e superare lo schifo ci rende piú consapevoli, quindi piú forti.

per questa ragione ho amato immediatamente questo video (disturbante, che si premuniscano di antiemetico le persone particolarmente sensibili) della Fulminante, pornoattivista colombiana della quale spero sentiremo ancora parlare molto.

http://vimeo.com/34705639

carne aperta dalle viscere
curva pelosa piena di succhi dal sapore sconosciuto


conosco il tuo gusto per il sangue, piccolo ometto

fertilizza
l’industria della guerra

so quanto ti piace, ti incanta, vero?
peró ti fa schifo quello sparso dalle fiche

sangue
sangue impulso della vita
il sangue che riempie la tua verga
nella mia clitoride incendiaria

sangue che irrompe

schifo della vagina che sanguina
in un mondo inondato di sangue
che il denaro paga

eretta di sangue la mia clitoride incendiaria
che detona da dentro con rabbia

 

 

schifosamente vostra,
brindo a un futuro comune dove dimenticare tanta vergogna.

14 thoughts on “la vergogna d’esser donna”

  1. non so quanto ce piji, ma ho tradotto anche in inglish per mandare a una prof. sperando che non svenga:

    open flesh from viscera

    haired curve full of unknown tastes

    I know your taste for blood, little boy:

    it fertilizes war industry.

    I know how much do you like it, don’t you?

    but you’re disgusted by the one spread by cunts

    blood

    blood life impulse

    blood filling your rod

    in my burning clitoris

    blood breaking in

    disgust of bleeding vagina

    in a world flooded by blood payed with money

    Erected by blood my burning clitoris

    detonating from inside with rage

  2. scusa ma invece io non mi sento affatto vicina tua, cara Lolacorre.

    anche la Beretta dá lavoro a migliaia di persone, come diverse imprese del nord Italia prospera grazie alla vendita di armi. siccome ci lavorano delle donne dovrei dire che va bene o che addirittura mi piace?

    poi scusa eh, ma la frase *migliaia di donne che non badano alle stronzate che scrivono nei loro articoli* é da Pulitzer (infatti me puzza che sei giornalista anche tu – e ben consapevole che ti pagano per scrivere stronzate delle quali non t’assumi nemmeno la responsabilitá. complimenti – com’é che si dice? chi ha la coscienza pulita é perché non la usa.)

    last but not least preferisco l’onestá intellettuale di quelle che si scopano per soldi i vecchi e i viscidi che la finta libertá di chi scrive a ruota libera delle stronzate che possono condizionare la vita di persone – perché, per pigrizia o ignoranza o fragilitá c’é chi crede davvero che i brufoli sul culo siano una cosa della quale ci si deve terribilmente vergognare o che é ora di mettersi a dieta perché tra un po’ c’é la prova costume o merdate simili.

    il mio punto di vista é radicale. puoi non capirlo e non condividerlo ma non mi dire che non siamo cosí lontane.
    io su questo blog scrivo gratis, cercando (non ci riesco sempre, lo ammetto) di non scrivere stronzate ma di condividere materiali e opinioni che possano far crescere, ragionare e sviluppare le potenzialitá di chi legge.

    non scrivo a pagamento stronzate a ruota libera (avrei potuto farlo e potrei farlo e invece no, preferisco la dignitá e semmai saltare un pasto, grazie). e se permetti, dalla mia precarietá senza orgoglio, posso arrivare anche a disprezzare chi lo fa.

    peace and love
    (and petrol bombs)
    🙂

    (il giornale cmq era Harper’s Bazaar)

  3. Non critico affatto nè sono criptica. Ti offro il mio punto di vista un po’ diverso dal tuo.
    Cosa c’è da capire? Sarebbe come star qui a dire “mangia a mamma, che in Africa ci sono bambini che muoiono di fame”.
    Ogni cosa ha il suo peso, ogni tema va trattato mettendo sull’altro piatto della bilancia il relativo contesto. Glamour per esempio è una testata della Casa editrice Condé Nast che se non erro dà lavoro a migliaia di persone. Migliaia di donne che non badano alle stronzate che scrivono nei loro articoli o a che tipo di carta gira nei loro rulli. Sono donne che possono sentirsi libere perché a fine mese hanno in mano il proprio stipendio e non il pistolino di un vecchio e viscido chiappone che altrimenti sarebbero state costrette a fottersi.
    Spero sia più chiaro il mio punto di vista, Slavina non siamo così lontane io e te, ti assicuro..

  4. sei un po’ ermetica. o forse sono io che non arrivo a capire dov’é la critica.
    se il post ti sembra avere un tono perbenista, cara Lola non ho idea in che mondo tu corra 🙂

    le belle figure mi interessano poco, anzi é una vita che il mio impegno piú costante é quello di rovinarmi la reputazione, per cui se ne hai voglia, spiegati, altrimenti sei libera di correre altrove (il web é grande 😉

  5. Si vabbè, perbenismo a pacchi sottovuoto.
    Contestualizzare non vuol dire minimizzare. Intanto però grazie al “livello di decadenza della comunicazione mainstream” almeno si ha qualcosa da dire e tante belle figure da fare.

  6. ay, que emoción 🙂
    te escribo en un momento de calma, este finde será de lucha… y trabajo en el campo.
    encantada de conocerte y de hacerme conocer.
    hasta pronto compañera!

  7. Mi è piaciuto l’articolo, voglio sottotitolo Asco e Sangue in italiano grazie alle traduzioni che hai fatto, (questa è via traduttore google) ho letto di più articoli vostro enacantaria e saperne di più su di te …

    Un abbraccio

  8. bravissima, finalmente persone intelligenti, mi piacerebbe che il video di quella donna colombiana potesse essere visto da moltissime persone

    accogliamo le donne, tutti
    ciao, caterina

  9. ziaslavina at gmail.com
    tra poco smollo gmail ma per ora ricevo lí 🙂

    grazie dei complimenti!
    (io sono abbastanza sicura che siamo in tante 😉

  10. ……mi piacerebbe poterti scrivere in privato ma non trovo qui un link per poterlo fare……in attesa che magari capisco come e dove farlo ( o se puoi dammi un cenno nella mail ) ti faccio i complimenti……sto leggendo di tutto qui ed era un pò quello che stavo cercando. Sei arrivata tra ciò che volevo ed è un gran piacere.

    A Presto.

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