Tag Archives: laboratori

Ana Suromai – una proposta indecente

AnaSuromai (Maria Llopis, 2004)

Alzarsi le gonne per mostrare la vulva era qualcosa di coraggioso e forte. C’è una stampa antica nella quale una donna mostra la fica a un drago e questo retrocede davanti alla forza della visione. La visione della vulva si considerava un atto pieno di potere. Un’antica leggenda racconta che le donne mostravano la fica al mare quando i loro mariti si imbarcavano per andare a pescare, a modo di minaccia. E cosí il mare si calmava e i mariti tornavano. “La mar es posa bona cuan veu el cony de una dona” (il mare si calma quando vede la fica di una donna) recita un antico detto catalano.
(da El postporno era esto di Maria Llopis)

L’uso politico del corpo di donna [o meglio, del corpo codificato culturalmente come femminile] come dispositivo di guerriglia semiotica ha radici molto antiche. Il rituale di esposizione delle pudenda come arma di resistenza femminile ha un’origine mitologica e si è riprodotto come elemento di conflitto in un numero significativo di lotte contro il potere patriarcale sessuofobico non solo in Occidente

Il gesto di alzarsi le gonne e insegnare la vulva (chiamato appunto anasuromai o anasyrma) ha origine nei culti arcaici della Dea e ricorre, con le opportune modificazioni contestuali, nei miti e nelle leggende di tutto il mondo.

 

Charles Eisen per The Devil of Pope-Fig Island di Jean de la Fontaine (1896)

Mi piace l’idea della rappresentazione della vagina come territorio magico di una potenza non solo sessuale, soprattutto quando culturalmente siamo piuttosto portate a pensare ai nostri genitali come punti deboli del corpo.

INTERMEZZO: se di combattenti nude conoscete solo le Femen è un problema vostro.

 

Il primo laboratorio di Ana Suromai lo facemmo al week end di narrazioni erotiche radicali di Ada Lab: passammo per una sorta di stanza della trasformazione e poi scattammo un set di foto molto fiche.

Ci divertimmo moltissimo e producemmo immagini potenti, superando insieme la soglia della vergogna – e forse anche del ridicolo.

radical pussy
dal primo laboratorio di Ana Suromai (immagine di Silvia Potenza)

È per questo che ho deciso di rilanciare il laboratorio al prossimo evento Plaza del Sexo, organizzato a Torino da Altereva.

Il laboratorio si terrá venerdí 28 dalle 17 alle 19 nello spazio Cap10100 in Corso Moncalieri 18. Non so come sará lo spazio ne’ se la dinamica sará la stessa, peró penso che possano valere i consigli che avevo dato alle partecipanti del week end di Ada Lab

>>>>>>> se vorrete fare la foto per tenerla solo per voi e le persone di cui vi fidate, (con estremo dispiacere) vi verrá concesso.
se invece vorrete partecipare a questa sfida collettiva al senso del pudore, la giocheremo insieme.

indi:
– se volete depilarvi o sperimentare acconciature fantasiose, avete tempo per farlo
– se non volete farlo va bene lo stesso
– portatevi una gonna e in generale dei vestiti che vorrete usare nel vostro ritratto
– se siete brave con trucco e parrucco e vi va di aiutare le altre a sentirsi piú fighe 😉 portatevi i vostri materiali
– se voltete portarvi un passamontagna, dei baffi finti o altri travisamenti è tutto benvenuto

Ana Suromai King Kong di Silvia Potenza
Ana Suromai King Kong di Silvia Potenza

report laboratorio Simulacri di piacere

Faccio sempre fatica a raccontare quello che succede durante i miei laboratori: questa volta ho il piacere di condividere le riflessioni di una partecipante che lo fa al posto mio 

(i grassetti sono miei mentre le foto sono di Denise, che prima o poi pubblicherá tutta la meravigliosa gallery)

 

corde che legano, nodi che liberano
corde che legano, nodi che liberano

Siamo partite dalle paure e dalle aspettative: quando è oggetto di attenzione e di pratica politica uno spazio come il corpo è sempre utile darsi dei paletti mobili da riposizionare. Perchè l’affermazione che il nostro corpo è un campo di battaglia non è solo retorica, ma descrive come su di esso si combatta una battaglia alle volte sottile, alle volte mortalmente violenta ma che non lo lascia mai in quiete. Ritmi scanditi, ripetizioni di gesti, incarnazione di modelli e ruoli lo plasmano e lo allineano costantemente. Abbiamo un corpo addestrato a godere e provare dolore, conoscendo secondo un rituale quantomai atavico quali sono le condizioni necessarie affinchè queste sensazioni si determinino.

el pueblo unido è mejo travestito
el pueblo unido è mejo travestito

Quale è il primo ricordo di piacere che ci viene alla mente?

Una semplice domanda apre un mondo di immagini di piacere non propriamente conforme alla rigidità degli schemi.
Nei ricordi compaiono alberi, cortecce, api, campi aperti, sensazioni di calore, di freddo, di bagnato. Piscine, vasche da bagno, mani infantili curiose di esplorare i propri corpi e quelli di altr*. E poi la bocca che assaggia e gusta e gode. L’attesa di un bacio e la ricerca di un posto nascosto in cui lasciarsi andare.
Una serie di stimoli variegati che poco hanno a che fare con una sessualità sempre identica a se stessa, normativa nella misura in cui condiziona la nostra stessa capacità di provare piacere. Un piacere che imbriglia nella forma della relazione eterosessuale penetrativa con l’onnipresente botto liquido semi(fi)nale. Ed un ancora più demotivante: ti è piaciuto tesoro?

apri la bocca e lasciami entrare
apri la bocca e lasciami entrare
lasciarsi esplorare ampliando i limiti del corpo
lasciarsi esplorare ampliando i limiti del corpo

Effettivamente, al di là degli orgasmi finti, il confine tra realtà e finzione nella immensa sfera della sessualità è profondamente sottile, quasi inesistente. Esiste, invece, un margine che sanziona la legittimità di una certa forma del desiderio sessuale e agisce direttamente sulla nostra capacità di attingere ad un immaginario altro, immaginario che demistifica la centralità degli organi genitali come unici vettori del piacere.

fammi male, per piacere
fammi male, per piacere

Accettereste mai di farvi schiaffeggiare pubblicamente sul culo, magari legate con una corda che vi fa da bustino? Oppure farvi imboccare bendate da sconosciut*? Lascereste mai che il vostro corpo venga assaporato da più lingue estranee?

Per intenderci: immaginiamo la nostra sessualità come una serie di cerchi concentrici di Consensualità. Passo dopo passo, i cerchi più interni vengono meno e lo spazio di azione e “passione” diventa sempre più vasto.
Perchè deve esistere un unico luogo specifico, chiuso, intimo, buio, privato in cui si accetta di provare piacere? E ancora, perchè desiderio e piacere devono essere performati in funzione di una codificazione dei generi che stringe più della corda usata come bustino?
Il laboratorio di Slavina ti fa tornare bambina… a quando la ricerca perversa e polimorfa del piacere ancora non è del tutto condizionata dal moralismo e dal cristiano senso di colpa (a meno che la mamma o la maestra non ti abbiano scoperta con le mani nelle mutande, tue o di chissà chi altr*!)

sorrisi verticali

sorrisi verticali

Quando puoi ancora associare il piacere al divertimento, alle risate, alla dolcezza e al gioco. Non all’ansia da prestazione, alla posa plastica “nascondi il rotolo”, e ad altre sofferenze ritenute socialmente necessarie.

Vorrei riprendere una frase che la Slavi ha utilizzato per esorcizzare il timore dell’ignoto: “il passo del post-porno è quello della compagna più debole”. Al di fuori di questo ambiente protetto c’è l’invasione della normalità, che ti penetra senza permesso, senza chiederti se sei d’accordo e se è questo quello che vuoi. L’imperativo categorico del Tu Devi che si maschera come il canto della Sirena.

Slavina as pocciuta furia
Slavina a fine laboratorio as Pocciuta Furia stanca

Concludo con una sviolinata melensa di ringraziamenti… Mi avete rimessa al Mondo!

 

… giá, lo abbiamo fatto tutti e tutte insieme 😉 
con il supporto prezioso – unico, inimitabile, inestimabile, irravanabile – del Miss Vago Diverso Bistrot

week end ECOSEX in Etruria

a brand new week end postporno!

questa volta per rilassarci e ricrearci ci ritroveremo in campagna, in una bella casa sul versante occidentale dei Monti Cimini, a una sessantina di km da Roma.

come oche selvagge...
come oche selvagge!


Immagina un finesettimana in un posto caldo e accogliente, dove sperimentare narrazioni radicali sul corpo e il sesso in più formati.

Immagina di incontrare altre donne curiose e interessate al confronto su questi temi.

Immagina un ambiente protetto, in cui poterti svincolare da quelle inibizioni e costrizioni che agiscono nel profondo e pesano sul tuo quotidiano – nei gesti, nei movimenti, nelle parole che non riesci a dire.

Immagina di sentirti libera…

Il confronto e la sperimentazione saranno incentrate sull’ecosessualitá – ovvero la volontá e capacitá di vivere il piacere in continuitá con l’ambiente naturale che ci circonda.
Sono previsti laboratori di scrittura erotica, momenti di rilassamento collettivo (con escursione termale notturna!), set fotografici e (s)drammatizzazioni.

A soddisfare il nostro appetito saranno le streghe di Corporea, che durante la tre giorni saranno presenti offrendoci un’alimentazione sana e vegana – oltre ad altre belle sorprese…

Quando? dalla sera di venerdí 5 luglio al pomeriggio di domenica 7 luglio
Dove? in provincia di Viterbo (si arriva in treno ma cercheremo di organizzare delle macchinate)

Come si dorme? ci sono pochi posti letto, sono necessari materassino e sacco a pelo (pigiama party style, privacy poca, molta simpatia)

Quanto costa? dai 90 ai 100 euro con 11 partecipanti paganti – dagli 80 ai 90 euro con 15 partecipanti (la metá dei soldi andranno versati 10 gg prima perché essendo un evento autoprodotto avremo bisogno di contanti per la spesa)

Passa la voce alle amiche che possono essere interessate!

Per prenotare o avere maggiori informazioni e dettagli, scrivi a ziaslavina@gmail.com

IMPORTANTE: la data limite per iscriversi al laboratorio è domenica 17 giugno. se entro quella data non avremo abbastanza prenotazioni il laboratorio verrá rimandato.

Simulacri di piacere – laboratorio di performance

 

Un simulacro designa un’apparenza che non rinvia ad alcuna realtà sotto-giacente, e pretende di valere per quella stessa realtà. Un simulacro è una finzione piú reale del reale.

 

4_tirafuorileovaie172
Tira fuori le ovaie – Antonella Ius

Quando ricerchiamo il piacere spesso non siamo consapevoli del fatto che inseguiamo un fantasma.
Uno spettro si aggira per le nostre camere da letto… è ora di aprirgli la porta e portarlo a passeggio.

Ormai sappiamo che il genere è “una copia senza originale”: l’idea del piacere socialmente condivisa è una costruzione ancora piú autoritaria, che allunga le radici nei modelli farmaco-pornografici che abbiamo sussunto fin dall’infanzia e che crediamo autentici e nostri.

Questo laboratorio vuole creare uno spazio di discorso che renda la sfera del piacere comunicabile, attraversabile, contestabile e condivisibile, al di lá di timori e costrizioni socio-culturali.
La proposta di ricerca e azione si basa sulla messa in comune e il remix selvaggio di fantasie e pratiche legate alla sfera del godimento (sensuale, sessuale e contra-sessuale) per realizzare, cooperando collettivamente, un ambiente performatico immersivo grazie al quale poter sperimentare forme di piacere inedite socializzando immagini ed emozioni.

 

 

Ad ospitare questa esperienza carnale e trascendente sará il MissVago Diverso Bistrot di Bologna, nei giorni 19 e 20 aprile, dalle 18.30 alle 21.
A conclusione del laboratorio, sabato 20 a partire dalle 22.30, si svolgerá un happening aperto al pubblico.

Per iscrizioni e maggiori informazioni manifestatevi al solito indirizzo ziaslavina@gmail.com

le FAQ del Domofuck

domofuckmeu
VENERDÍ 25 GENNAIO, DALLE ORE 17 ALLE 21 AL VOLTURNO OCCUPATO

Che cos’è un incontro di pratica postpornografica?

É un momento in cui si ragiona collettivamente sulle rappresentazioni del sesso e si prova, giocando, a immaginarne e realizzarne di nuove. Condizione essenziale per la riuscita dell’incontro è la costruzione di un ambito ludico che sia allo stesso tempo eccitante, accogliente e rilassato. Per questo sono necessarie fiducia, confidenza e rispetto.
Ogni persona arriva col suo carico di vergogne e paranoie rispetto all’argomento e quello che vogliamo è condividerle, non sommarle.

Chi puó partecipare?

Qualsiasi persona di qualsiasi sesso, etá e preferenza sessuale che abbia la voglia di sperimentare, il coraggio di mettersi in gioco e la volontá di entrare in una comunicazione intima, profonda e rispettosa con altre persone che conosce bene, che conosce poco o che non conosce per niente.
Ovviamente non sono ammessi fascismi, razzismi e in generale ideologie che costruiscono muri e impongono limitazioni alla voglia di sperimentare e costruire immaginari (e realtá) di liberazione collettiva.

Sará obbligatorio fare qualcosa?

Sí, firmare la liberatoria sulla concessione d’uso delle immagini girate. Lavoreremo sulla rappresentazione e per produrre materiale che sia fruibile e che possa comunicare anche ad altra gente. Per questo, se non vorrai essere riconoscibile procurati una maschera.
E se pensi di venire solo per guardare dovrai firmare lo stesso, perché magari non lo sai ma voyeurismo è partecipazione.

E se inizio a fare qualcosa che poi non mi piace?

Puoi smettere.
Puoi comunicarlo al gruppo o alle persone con cui stai giocando.
Puoi non dirlo e ragionarci in solitudine o con qualche persona con cui ti senti piú in confidenza.
Esattamente come nel sesso che vogliamo, anche nella rappresentazione rivendichiamo il diritto alla sottrazione se qualcosa non ci convince o sta rimuovendo qualche impulso, domanda o dolore che abbiamo paura di non saper gestire.
E se senti di aver bisogno di un supporto, io saró lí anche per questo.

Posso arrivare in ritardo?
É ammessibile un ritardo di massimo un’ora rispetto all’orario previsto – perché l’atmosfera si costruisce e la confidenza si viene a creare condividendo una serie di passaggi che sono indispensabili.
Se peró lavorate o avete qualche impedimento ineludibile scrivetemi e vediamo quello che possiamo fare.

C’è un tema?
Sí, il tema è Amori di plastica.
Sperimenteremo contatti protetti: quando si pratica una sessualitá promiscua è raccomandabile utilizzare dispositivi che ci proteggano dalle malattie sessualmente trasmissibili. Eppure l’espressione sesso sicuro fa venire in mente distanza, mancanza di fiducia e di intensitá.
L’obiettivo del laboratorio sará togliere alla plastica questo alone sfigato per legittimarla come strumento di piacere condiviso.

Cosa devo (o posso) portare?

Tutte le cose con cui giochi (o con cui vorresti giocare) quando fai sesso (debitamente pulite, c’è bisogno di dirlo?)

Consigli e raccomandazioni

Se vieni dopo la doccia sarai probabilmente piú invitante – sebbene questo sia opinabile e relativo 😉
Se hai il complesso dell’alito cattivo portati le gomme (che potrai anche offrire)
… onestamente non mi viene in mente nient’altro.

Se hai altri dubbi o domande puoi commentare questo post o scrivermi in privato a ziaslavina at gmail.com

week_end postporno all’Ada Lab

 

Immagina un finesettimana in un posto caldo e accogliente, dove sperimentare narrazioni radicali sul corpo e il sesso in più formati.

Immagina di incontrare altre donne curiose e interessate al confronto su questi temi.

Immagina un ambiente protetto, in cui poterti svincolare da quelle inibizioni e costrizioni che agiscono nel profondo e pesano sul tuo quotidiano – nei gesti, nei movimenti, nelle parole che non riesci a dire.

Immagina di sentirti libera…

Continue reading week_end postporno all’Ada Lab

le parole che abbiamo osato dire

lo scorso 12 dicembre sono stata ospite di uno dei Mercolady che riscaldano l’inverno di Bologna (grazie alla cura e al genio di Betty&books e Made in Woman). alle mie sorelle di sempre avevo proposto di sperimentare un nuovo formato, quello del laboratorio di scrittura erotica.
i risultati (alcuni dei quali avrete la fortuna di leggere in questo post) sono stati – a mio modo di vedere – sorprendentemente buoni.


mi ha sorpresa la qualitá dei materiali frutto di questo momento di incontro. mi ha stupita la disponibilitá a lasciarsi andare e la capacitá di giocare delle persone partecipanti. mi ha commossa la densitá delle emozioni che ho sentito circolare libere.

eravamo piú di una dozzina a superare il confine del pudore attraversando la vergogna e la paura.
abbiamo parlato, scritto, ascoltato, letto.
abbiamo trovato insieme il coraggio di metterci in gioco ed è stato tutto bello e molto intenso.

 

Continue reading le parole che abbiamo osato dire

Rimembranze a freddo su un seminario postporno (era la LadyFest Roma 2009…)

Non volava una mosca e ci fissavamo tutte quante inquiete. Cercai di farmi venire in mente qualcosa, ma riuscii solo a riflettere sul fatto che non ci avevo mai riflettuto: che immaginario sessuale avevo? Perché non ne avevo uno? O anche, possibile che non ne avessi uno?

>>>> frammento dall’esilarante testo di Laura Mango che ricorda il Laboratorio di pornografia femminista della LadyFest romana del 2009, letto in occasione del reading collettivo dello scorso novembre in Scighera. Qui il testo intero, qui le osservazioni sulla serata di Daniela Danna, qui le mie considerazioni.

(l’immagine è di Vita di uno zero, che è sparita dal web e mi manca. sorella, dove sei?)

pinking Bologna (#decennaleSexyShock e molto altro)

ci sono alleanze che cambiano colore alla tua vita.

il prossimo 3 dicembre festeggiamo il decennale dell’esperienza del SexyShock: molte delle zie (e degli zii ;)) che parteciparono dei sogni e nelle pratiche della valanga rosa bolognese si ritrovano per un party celebrativo e apotropaico (chiude Betty&books, il negozio – ma il progetto continua e con grandi ambizioni).
e io saró tra loro.

una cosa che ho pensato quando ero al FemBlogCamp é che non sono io che ho trovato il femminismo, ma é il femminismo che ha trovato me. ad un certo punto della mia vita é diventato uno strumento indispensabile non solo di comprensione ma anche di costruzione della realtá. mi é servito a capire alcune mostruositá relazionali nelle quali mi ero impelagata (e gli errori personali non possono che riflettersi nel quotidiano, che é politico) e m’ha aiutato a costruire relazioni basate sulla messa in circolo della potenza, piú che sulla costruzione di un micropotere del cazzo.

col SexyShock é stato un colpo di fulmine. loro non potevano che essere sorelle. stare qui a ricordare tutte le barricate costruite insieme sarebbe pure interessante (e un giorno lo faró) ma adesso ho poco tempo, quindi mi limito a raccontarvi il mio fantastico prossimo finesettimana rosa (ho approfittato dell’appuntamento Sexy per organizzare anche un altro paio di momenti d’incontro) in quel di Bologna, sperando di trovarvi lí 🙂

Continue reading pinking Bologna (#decennaleSexyShock e molto altro)

Corpi non conformi, pratiche rivoluzionarie (ladyfest #02 – pornografia femminista e postpornografia)l

(questo post doveva uscire prima della Ladyfest, ma come al solito meglio tardi che mai)

Può esistere una pornografia femminista?
Era la domanda che ci facevamo nel maggio del 2009, quando durante la prima Ladyfest Roma cominciammo a riflettere insieme sulle rappresentazioni e gli immaginari legati all’identitá di genere e alla sessualitá. Io facevo ricerca giá da alcuni anni e morivo dalla voglia di riportare a casa e condividere le scoperte che m’avevano reso capace di mettere in atto la mia potenza e di ritrovare la gioia dell’attivismo.

Il laboratorio che maldestramente condussi fu sconvolgente: la curiositá e gioia di sperimentare ci travolsero, lasciando un’ereditá composita fatta di nuove voglie e consapevolezze ma anche di dubbi e traumi.
Alla voglia di liberazione personale (praticata con il piacere di una scoperta) si sovrapponeva l’incubo delle costrizioni sociali (siamo attiviste, siamo militanti e abbiamo imparato come rivendicare i nostri diritti e a volte anche quelli altrui, ma quando si parla di liberazione sessuale abbiamo tutte dei genitori, dei principali o delle fidanzate con cui a volte non tornano i conti…)
Il coraggio e la convinzione di fare qualcosa di piacevolissimo e radicalmente rivoluzionario partendo dal se’ piú intimo e profondo si scontró con l’italica realtá bigotta, sussunta o subita. Lo spettro del senso di colpa ci travolse.

Continue reading Corpi non conformi, pratiche rivoluzionarie (ladyfest #02 – pornografia femminista e postpornografia)l