Category Archives: consigli per gli acquisti

cose da vedere

SONO STATA A UN CABARET POSTPORNO – e da allora continuo a pensarci… (di Grazia Marostica)

(contributo critico ricevuto attraverso la Rete, lo pubblico con piacere con molti ringraziamenti all’autrice)

 

26 settembre 2014 – Magazzino 47, Brescia.
Becchiamo gli ultimi posti infondo alla sala appena in tempo per accorgerci che un corpo nudo sta avanzando verso il palco, sale e si gira verso di noi mentre una voce fuoricampo cita Itziar Ziga autrice di “Devenir Perra”.
Slavina alza un sopracciglio e ci lancia un sorrisino furbo che dice “èh si, eccomi qua”, tutta ignuda e senza disagio, ti trasmette una sensazione piena e propria solo di chi ha fatto totalmente pace con il proprio corpo.
Ma adesso che fa? Balla, ci farà ridere?
Lei si presenta e nemmeno ci fai più caso che è nuda… e poi la sua voce è così bella…
scoppiamo a ridere quando indossa una parrucca bionda e uno le urla “Sembri Donna Summer” e la sua risposta pronta è “Mah, mi sa che sei daltonico…”

al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)
al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)

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mi Relato Marrano…

Date la vuelta.
Quiero mirarte a los ojos mientras te la meto.
Quiero escuchar tu voz que se hace pedazos, tus ojos apretarse con estrépito, tu espalda enarcándose mientras se te para el aliento.

Levanta las piernas y hazme sitio.

(imagen guardada de un tumblr que ya no existe)

Así empieza Las apariencias engañan, el primer relato que he escrito sin pasar por mi lengua madre (to’ un desafio, nenas…)

Es parte de una obra colectiva, Relatos Marranos, que dos curadoras y una editorial muy valientes están intentando sacar a la luz gracias a una financiación participativa (un crofandin de los de toda la vida, vamos 🙂 ).

Junto conmigo hay muchas otras marranas que han escrito e ilustrado y producido arte postpornografico para componer una pequeña joya que os dará que pensar, discutir… y follar como no habeis hecho nunca antes.

Faltan 10 dias para que la campaña se cierre, y todavia necesitamos patrocinadores y patrocinadoras que financien el libro por adelantado. Su confianza nos permitirá pagar la imprenta, y sin ella no habrá libro ni na…

obra de Mery Sut para Relatos Marranos

Relatos Marranos legará para calentarnos las Navidades, acompañarnos en las noches frias del invierno y encendernos dentro la primavera del sexo fuera de convenciones, costricciones, reglas y obligaciones.

Yo me muero de ganas de tenerlo entre las piernas!!!!!
(pardon, las manos, queria decir las manos)

** la spedizione in Italia non suppone un sovrapprezzo, e se ancora parlate poco lo spagnolo vi assicuro che questa sará una maniera eccellente di impararlo meglio 😉

cultura dello stupro – guida per il gentiluomo

quando abbiamo pensato di tradurre questo articolo – impresa portata a termine grazie all’indispensabile e sollecita collaborazione di Giulia Ranzini (caprette.org) e Daniela Finizio (nomerosso.blogspot.com) ancora non l’aveva fatto nessuna, ma tra il dire e il fare c’è stata di mezzo piú di una settimana e cosí non siamo le prime a pubblicarlo (in compenso la traduzione è integrale)

non è il testo perfetto – e probabilmente non rappresenta quella che è per noi la mascolinitá ideale – ma contiene parecchi stimoli interessanti e spunti di dibattito…
per questa ragione ha senso cercare di farlo girare il piú possibile e possibilmente farlo diventare argomento di conversazione

[la cultura dello stupro avvelena anche te – te ne sei accorto?]

nb: i link sono a siti americani e descrivono quel contesto (che con le dovute distinzioni è molto simile al nostro)

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Se sei un uomo, allora sei parte della cultura dello stupro. Sì lo so…suona male.
Questo naturalmente non vuol dire che sei uno stupratore. Ma che porti avanti le attitudini e i comportamenti cui comunemente ci si riferisce come cultura dello stupro.

Magari pensi “E basta, Zaron! Mica mi conosci! Figurati se ti lascio dire che sono una specie di fan dello stupro! Quello non sono sicuramente io.”
Ecco, so perfettamente come ci si sente. Ed è stata più o meno esattamente la mia risposta quando qualcuno mi ha detto che ero parte della cultura dello stupro. Suona davvero male. Eppure, immagina solo che cosa voglia dire muoversi per il mondo pensando che in qualsiasi momento potresti essere oggetto di violenza. Mi pare un po’ peggio! Insomma la cultura dello stupro è uno schifo per tutti. Ti invito però a non fissarti sulla terminologia. Non concentrarti sulle parole che ti offendono e non ignorare il problema che sta alla loro base – le parole “cultura dello stupro” non sono il problema. La realtà che descrivono è il problema.

Gli uomini sono i principali agenti e sostenitori della cultura dello stupro.
Certo, lo stupro non è solo commesso dagli uomini. Le donne non sono le uniche vittime — uomini usano violenza su uomini, donne usano violenza su uomini — ma la ragione per cui lo stupro è un problema degli uomini, IL nostro problema, è che gli uomini commettono il 99% delle violenze denunciate.

Quindi com’è che TU partecipi alla cultura dello stupro? Beh, odio dovertelo dire, ma è semplicemente perché sei un uomo.

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Amor de verano di Lucy Sombra

amore estivo

all’improvviso arriva l’amore senza che una lo abbia chiamato. non bussa, non avvisa, ti prende quando non sei depilata, quando non hai cambiato le lenzuola, con il frigo vuoto. non c’è nemmeno il caffè… arriva un amore da sogno e a distanza e torni a mettere in pratica tutte queste vecchie strategie di amore da lontano, solo che adesso, adesso sí, abbiamo ogni volta piú tecnologia, e nemmeno l’abbiamo usata tutta, e ancora ci rimane molto da sperimentare, cominciando, chiaramente, per incontrarsi corpo a corpo, sbattere le ossa, sudare la carne, succhiare i pori insaziabilmente per qualche giorno senza tregua, incoscientemente, senza casco né uniforme, senza fucile. arriva l’amore giusto quando eravamo cyborg (proletari della stessa classe), e tutta la nostra cibernetica dormiva nel nostro letto, e sognavamo twitter, skype, messaggi di testo, e il nostro amore si rappresentava cosí, cosí banalmente e semplicemente come un’applicazione incastrata in un apparato piú piccolo della mano. e perchè non l’avevamo fatto prima? e perchè non avevamo profanato i castelli della tristezza? perchè non avevamo fatto meditazioni simultanee in faccia al sole? semplicemente perchè l’anno passato è stato una merda, senza relativismi, senz’ombra di dubbio. allora, in questo stato minore, di sentimento incontrollable ed emozione contra-collerica regredisce il danno, lentamente, cade come pelle morta, sorgono nuovi scavi, siti archeologici persi per la forza della sconfitta e comincia il recupero del corpo, soprattutto delle macchie che contiene. cicatrici che adesso sembrano belle, quando la mia lingua le gratta come se si alimentasse di croste, quando mi insegni ad amare la mia traspirazione e l’amore è un tema di riferimento. tutto si vede bello da qui, e questa fragilitá è la cosa piú bella. perchè non abbiamo paura.

originale qui, traduzione e adattamento della vostra slave

Ricominciamo – crowdfunding pornoterrorista 2º round

(immagine tratta dal sito indisorder.com)

A piú di due settimane dal lancio del crowdfunding di Pornoterrorismo, la raccolta dal basso finalizzata a finanziare la traduzione e la promozione del libro di Diana J. Torres in Italia, la scarsa partecipazione economica all’impresa ci ha spinto a riconsiderarne i numeri e ad aggiustare il tiro.

Nelle piattaforme di finanziamento collettivo, se non si raggiunge l’obiettivo economico prefissato la campagna viene dichiarata chiusa con insuccesso – e i soldi delle donazioni giá ottenuti non vengono riscossi.

Per questa ragione abbiamo deciso di aprire una nuova campagna, dall’obiettivo economico piú modesto, che lascia fuori il compenso per il lavoro di traduzione (che speriamo di poter ripagare con gli introiti generati dalle iniziative del tour promozionale).

Sappiamo che molte persone in Italia sono interessate al lavoro della Pornoterrorista e che la sua tournè sará un evento storico. Per questa ragione, oggi con piú forza di ieri, vi chiediamo uno sforzo e un impegno diretto per renderla possibile.

Se questo crowdfunding non avrá successo non ci saranno date e non potrete vederla, ascoltarla, conoscerla direttamente. Sarebbe una gran perdita non solo per chi giá conosce il suo discorso ma anche per chi non avrá la possibilitá di venirne a conoscenza.

Senza le vostre donazioni (che sono in fondo il pre-acquisto di un libro e non un contributo a fondo perduto) non sará possibile comprare i biglietti aerei e sostenere le spese organizzative necessarie al buon funzionamento della tournè.

É il momento di prender posizione.

Come attiviste non pensiamo che sia il denaro a muoverci (e probabilmente per questa ragione non ne abbiamo da investire) ma sappiamo – ed è il momento di dirlo senza girarci intorno – che senza un sostegno economico diretto da parte della comunitá pornoribelle italiana il sogno di portare in Italia la voce del Pornoterrorismo rimarrá una buona intenzione inattuabile.

Per questo chiediamo alle persone che avevano giá effettuato donazioni di tornare a farle (quelle del crowdfunding chiuso verranno annullate) e a chi ancora non aveva trovato il tempo o la motivazione necessaria di farlo senza indugiare oltre.

Per dare una scossa all’Italia bigotta e perbenista, per squarciare il velo della repressione sessuale che ci avvolge, per riconciliare le parole poesia e politica il Pornoterrorismo ha bisogno anche di te.

Se ieri era troppo presto, domani sará troppo tardi.
Il solo momento è ora.

PARTECIPA!

l’amore secondo @FeniceArde

tra le meravigliose ragazze che hanno contribuito a illuminare il palcoscenico del Transvalentino, c’è lei: Santa Dubito, supereroina acida che cavalca impavida le praterie di Twitter (portandosi appresso qualcosa come 13mila follower – e se li merita tutti).

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purtroppo assente dallo scenario, ci ha regalato un contributo salace che spara a zero sulle mitologie dell’amore commerciale e sulle schiavitú del sentimento.
un monologo fulminante che potrete riascoltare, dalla stessa voce che lo incarnó chez Cagne Sciolte, durante la 24 ore femminista che Radio Onda Rossa organizza anche quest’anno per celebrare l8 marzo.

io intanto mi prendo la soddisfazione di pubblicarlo.

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Piuttosto che star soli (Con tal de no estar solos) di Ana Elena Pena

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lei è la grande Ana Elena Pena.
in questo blog ho giá parlato di lei ma non mi stanco mai di farlo: credo che sia una delle persone piú geniali e talentuose che ho avuto la fortuna di incontrare nella vita… e (come stupirsene?) non ha il successo e il riconoscimento che merita.
non in ambito mainstream, almeno.
è una regina dell’underground valenciano e come tutte le vere artiste si deve un po’ arrangiare per vivere (non so che mestiere fa ora, ma è una che ha collezionato parecchi lavori, piú o meno di merda, per pagarsi l’affitto)

peró non pensiate che sia una di quelle che si piangono addosso o che s’amareggiano riversando sul prossimo (e sulla prossima) la loro insoddisfazione: la precarietá di Ana Elena è solare, sorridente, vittoriosa.
ai margini si puó vivere con dignitá e allegria – e continuando a produrre cose meravigliose (a proposito, date un’occhiata al suo negozio online)

al cabaret Transvalentino, per dir male dell’amore che ci fa male (quello che prima di concederlo a noi stessx cerchiamo in qualcunaltrx) ho letto una sua poesia, che avevo tradotto per voi per l’occasione.
la condivido oggi, sperando che un giorno esista in Italia un pubblico degno della sua delicatezza velenosa, della sua sensibilitá giocosa, della sua allegria mortale.

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Pornoterrorismo in Italia!

il libro Pornoterrorismo sta per essere finalmente pubblicato. non è stato facile e neanche breve, ma chi la dura la vince ed eccoci qua a chiedere il sostegno della comunitá queer, pornocuriosa, transfemminista, degenerata nonchè ai piccoli nuclei pornoterroristi sparsi per il Belpaese (sappiamo che ci siete!)

https://vimeo.com/86312247

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Abbi cura del tuo orto

abbi cura del tuo orto

Abbiamo ancora bisogno di una campagna per promuovere l’uso del preservativo?
Noi pensiamo di sí.

L’Italia continua ad essere un paese dove il contagio da HIV ha un’incidenza medio-alta (4000 nuove infezioni all’anno)

Ci vogliono gesti

Avevo giá lavorato nel 2005 sull’idea di portare nello spazio pubblico un gesto cosí intimo e privato, legato alla dinamica dell’amplesso con un piccolo video che presentai al World Aids Day (evento organizzato da Peter Cramer e Jack Waters al MACBA – Museo di Arte Contemporanea di Barcellona)

Da allora sono passati alcuni anni e per me che vivo una promiscuitá sessuale serena e cosciente, il gesto di infilare un preservativo si è caricato di una valenza positiva incontrovertibile: considerato il campione statistico sperimentato 😉 posso affermare che nel momento cruciale, l’assunzione di responsabilitá di un partner rispetto alla questione protezione è quasi sempre la premessa di un interscambio di qualitá.
Qualitá che vuol dire attenzione, coinvolgimento, impegno, rispetto… componenti essenziali di quella che io considero una bella scopata.

Eppure per molte persone, un gesto all’apparenza cosí semplice (anche solo preparare una pasta in bianco richiede piú tempo, impegno e abilitá – ed è una cosa che sappiamo bene o male fare tutti) continua a risultare scomodo e complicato.

Per questo, grazie all’interessamento e al contributo produttivo della Lila, abbiamo voluto riportare questo scherzoso esperimento socio-antropologico per le strade, proponendolo come campagna per la Giornata Mondiale per la Lotta contro l’AIDS.
Invece del terrore, componente abituale della comunicazione intorno all’HIV (Mettiti il preservativo!!! Sennó morirai!) abbiamo scelto l’ironia e l’invito in positivo (Mettersi il preservativo? Fa parte del gioco)

Abbiamo scelto di girare in una cittá del sud e una del nord Italia, constatando che purtroppo la reazione delle persone alle quali abbiamo proposto di prodursi in questa piccola performance rispecchia il pregiudizio (al sud è stato molto piú duro trovare delle persone che si prestassero spontaneamente al gioco).

In generale, le donne hanno risposto con piú ironia. Gli uomini si rifugiavano spesso dietro allo slogan un po’ ipocrita “Ho una partner fissa, quindi non lo uso”.
In un paese sessuofobico come l’Italia l’equivalenza condom – rapporto occasionale ammanta il preservativo di un’aura tra il peccaminoso e il moralmente riprovevole…
Sull’oggetto si trasferisce la paranoia puritana e quasi per rassicurarsi l’un l’altro la tendenza è ad abbandonarlo quasi in automatico, dopo le prime settimane, quando una relazione si stabilizza… come se fosse una prova d’amore.
(che non tiene conto del pericolo di aver contratto qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile in relazioni precedenti e bypassa la necessitá di una pratica anticoncezionale condivisa – che non sia lo sport estremo del coito interrotto)

Il preservativo è utile e non c’è bisogno di usarlo in ogni momento dell’amplesso. Il sesso orale (quando non prevede un contatto diretto con lo sperma) non contagia – a meno che una delle persone coinvolte non abbia una carica infettiva molto forte (ovvero abbia contratto l’HIV da meno di un anno) mentre è noto – ma spesso ignorato – l’alto livello di rischio del sesso anale (soprattutto quando non viene accompagnato da una stimolazione e una lubrificazione amorevoli e accurate).

Proteggere se stessi e la/il proprio partner non è cosí difficile, in fondo.
Basta sottoporsi regolarmente ai test di verifica per l’HIV e le malattie sessualmente trasmissibili e imparare – qualunque sia il risultato delle vostre analisi – a proteggersi con la leggerezza e la consapevolezza che richiede lo scambio delle emozioni e dei fluidi previsto dall’amplesso.

Fare l’amore è bello.
Imparare a farlo rispettando se stessi e chi ci accompagna, è meglio
(e non è solo questione di igiene… ormai lo sanno anche i cetrioli)