Rostro de vos

Tengo una soledad
tan concurrida
tan llena de nostalgias
y de rostros de vos
de adioses hace tiempo
y besos bienvenidos
de primeras de cambio
y de ultimo vagón

tengo una soledad
tan concurrida
que puedo organizarla
como una procesión
por colores
tamaños
y promesas

por época
por tacto
y por sabor

sin un temblor de más
me abrazo a tus ausencias
que asisten y me asisten
con mi rostro de vos

estoy lleno de sombras
de noches y deseos
de risas y de alguna
maldición

mis huéspedes concurren
concurren como sueños
con sus rencores nuevos
su falta de candor
yo les pongo una escoba
tras la puerta
porque quiero estar solo
con mi rostro de vos

pero el rostro de vos
mira a otra parte
con sus ojos de amor
que ya no aman
como víveres
que buscan a su hambre
miran y miran
y apagan mi jornada

las paredes se van
queda la noche
las nostalgias se van
no queda nada
ya mi rostro de vos
cierra los ojos

y es una soledad
tan desolada.

(Mario Benedetti)

anche quest’anno

anche quest'anno affido al talento pazzesko i miei svogliati e ritardati auguri.

sono in pieno trasloco verso una precarieta' piu' precaria e devo riconoscere che prendo la cosa abbastanza bene. se non fosse per il fatto di dover impacchettare e trasportare pesanti valige di qua e di la', sarebbe una festa con tanto cava catalana a sbattezzare il luogo che e' stato la mia casa barcellonese per un anno circa.

ma poi, davvero sono solo le valige? (e soprattutto, si scrive valige o valigie?)

il fine ultimo della vita del saggio e' quello di non aver bisogno di niente e pure di nessuno, credo lo dicano i monaci zen e altri saggi manichei della stessa risma… e' una regola che da anni cerco di fare mia, con notevole insuccesso e lacrime di rabbia ogni volta che mi capita di perdermi qualche pezzo per strada.

a sto giro pero' non piango.
tra le valige e la fatica del lavoro e un desiderio che ormai mi sconvolge gli ormoni davvero non ho la forza di stare a recriminare e a dare capocciate nel muro.

una sorella non ti lascia mai del tutto, diceva un poeta di centocelle.
Vysotsky invece sosteneva:
torna tutto, tranne i migliori amici e le donne piu' amate, quelle adorabili, le piu' fedeli.
(ho confuso in un primo tempo sto russo con Boris Vian, in quanto entrambi appartenenti al mio periodo antimilitarista giovanile)

e oggi io, che non sono nessuno e che a volte non sostengo nemmeno il mio proprio sguardo, con gli occhi stretti e il cuore che e' un sassolino
mi ritrovo sorridendo a confidare nel prossimo giro…