Uno stupro amichevole

Due anni fa, all’inizio dell’estate, ebbi una
conversazione illuminante con alcune amiche. Parlavamo di violenza sessuale,
nello specifico di quelle che avevamo subito.

Io, un po’ smargiassa, sostenevo di non essere mai stata
violentata. Mi vantavo un po’ di una serie di feature animalesche sviluppate in
quanto ragazza di borgata (l’occhio del ramarro, la velocitá della gazzella e
l’istinto del riccio – che singolarmente e combinate tra loro m’avevano salvato
letteralmente il culo in piú d’una occasione di pericolo). Riflettevo anche sul
fatto che, pur essendo una psiconauta frequentatrice abituale della via
dell’eccesso, in realtá non sono mai stata una sfasciona professionale, di
quelle che si mettono nei guai per candore alcolico o ingenuitá chimica.

Neanche il tempo di sentirmi cosí sveglia e fortunata
insieme che una delle amiche, guardandomi a lungo negli occhi mi dice: non
vorrai dirmi che nessun amico t’ha mai violato?

E lí ho deglutito duro e pure se non mi ricordavo bene, ho
sentito che non avrei potuto rispondere che no, nessun amico mi aveva mai
stuprato.

Perché ci sono violenze alle quali non abbiamo il coraggio
di dare questo nome; perché è troppo duro ammetterlo, perché magari in quel
momento abbiamo lasciato fare, perché uno strillo non ci stava e nemmeno uno
spintone – ma perché poi?

A distanza di tanti anni mi chiedo ancora perché non ho
avuto il coraggio e la forza di urlargli NOOOOO, CAZZO! e di allontanarlo con
una legittima dose di violenza…

 

La storia è semplice e banale e credo assomigli a un sacco
di altre.

Lui era un mio amico. Anzi, di piú. Quando avevo vent’anni,
ero un giovane virgulto dell’Autonomia e militavo nei Cobas dell’Universitá,
ebbi con lui una storia d’amore breve e abbastanza tormentata. Non viveva in
Italia ed era un compagno di provata fede, sensibilitá e intelligenza. Aveva
una decina d’anni piú di me ma a quei tempi uno che non avesse almeno un lustro
di vantaggio non lo riuscivo proprio a considerare.

Duró poco ma fu un amore intenso e pieno di parole – a quei
tempi ancora si scrivevano e spedivano lettere; un amore illegittimo e pieno di
lacrime, perché io avevo un fidanzato che non volevo lasciare, anche se mi
sembrava di essere follemente innamorata di quest’altro (a quei tempi lo
chiamavo il complesso di Jules et Jim ed era una primitiva consapevolezza del
fatto che un uomo solo né mi sarebbe mai bastato, né avrebbe potuto mai
sopportarmi intera).

Insomma Goran (chiamiamolo cosí, che era il nome che gli
davo nelle poesie – sí, ero dei Cobas, scrivevo poesie e indossavo minigonne di
pelle blu elettrica – proprio normale non sono mai stata) mi tolse
definitivamente di dosso il peso della forzata innocenza monogamica e poi partí
per il Messico, dove soggiornava regolarmente durante gli inverni europei. Io
intanto mi ero giá follemente innamorata di qualcun altro e lo persi un po’ di
vista.

Lo ritrovai su Internet, alcuni anni dopo. Mi mandava mie
foto che trovava in giro per la rete e mi diceva sempre che ero tanto bella.

Poi un giorno mi scrisse che veniva a Roma, per una mostra.
Che se lo passavo a salutare, che aveva un sacco voglia di vedermi e sapere che
facevo e come mi andava.

Mi andava male, mi sembra di ricordare. Risposi con
entusiasmo alla sua mail e ci vedemmo la sera stessa. Era abbastanza uguale a
come lo ricordavo: bassetto, biondo e con gli occhi belli, di un’intelligenza
un po’ crudele. Aveva piú panza di quanto ricordassi e glielo feci notare.

Io ero stanca e dopo due canne mi sentivo una donna da buttare.
Non mi sovviene dove fosse la mia casa a quei tempi. Sicuramente troppo
lontana, tanto che lui mi disse: se vuoi puoi fermarti a dormire da me, ho una
stanza in un hotel qua vicino, tranquilla.

Ora, qualsiasi persona di buon senso che abbia vissuto anche
solo pochi mesi della sua vita a Roma sa che “Tranquillo ha fatto una brutta
fine”, ma come potevo non fidarmi di lui? Del compagno fondatore di riviste
insurrezionaliste che aveva respirato la puzza dei piedi del subcomandante
Marcos, dell’amico che m’aveva regalato un coltello, perché puó sempre servire,
dell’idolo che praticava la rivoluzione permanente, dell’uomo che m’aveva
sedotto raccontandomi per filo e per segno la dinamica di non so che riot sul
ponte di Kreutzberg di inizio anni ‘80 come se fosse la battaglia di Magenta…

Mi fidai. Salimmo in camera sua. Neanche avevamo cenato: mi
buttai sul letto a peso morto e gli dissi: Domattina facciamo una bella
colazione, eh?

Lui mi disse: Ti faccio un massaggio. Io gli dissi Ah non lo
rifiuto di certo, peró sappi che ho sonno e ho bisogno e voglia di dormire. Lui
mi disse un’altra volta Tranquilla.

Il resto è confuso e amaro di sapore. Mi tolgo la maglietta
(Sennó, scusa, che massaggio è?) e affondo la testa nel cuscino.

Lui mi tocca la schiena per una decina di minuti, nemmeno, e
poi si fionda sul culo. Mi vuole togliere le mutande. Io gli dico che no, ma
evidentemente la protesta è troppo blanda. Sono stanca morta e comincio a
capire come andrá a finire. Gli dico Dai Goran, magari domattina, è che adesso ho
proprio sonno. Mi dice mettiti giú, tranquilla. Mi giro di spalle e cerco di
pensare che non sono lí. Si avvicina, mi infila la faccia nella fica, poi ci
mette un dito, due dita. Si muove lí dentro, mi allarga, si fa strada. Io
sbuffo, e gli dico Ma che fai? Lui sorride e io mi sento una merda. Rimango
seduta, tutta rannicchiata: mi bacia e vuole guardarmi negli occhi. Io abbasso
lo sguardo e provo a dire È che non mi va e giro la testa, ma lui mi segue, mi
infila la lingua in bocca, mi da un milione di odiosissimi bacini sul collo,
sulle guance, dovunque arrivi.

Io sento che a sto punto dovrei piangere ma non mi va di
piangere, vorrei solo dormire e allora mi rimetto giú e m’affogo nel cuscino.

Lui lo prende come un via libera e a quel punto fa tutto da
solo. Sono troppo mortificata per fare qualcosa di diverso dal subire. Penso che
se smetto di resistere magari finisce prima.

Si mette un preservativo, entra, stantuffa e se ne viene in
un tempo che mi sembra lunghissimo, durante il quale penso che sono una stupida
e che è colpa mia, che qui non ci dovevo venire e che come dice mia madre
Cristo non è morto di freddo.

 

Non mi ricordo la mattina dopo, so che da allora ho sempre
accuratamente evitato di incontrarlo. L’ho odiato e non gliel’ho mai saputo
dire.

Ho odiato me stessa per non aver saputo reagire. Ho rimosso
quasi tutto di quel giorno e quella notte. Mi sono sentita usata, tradita, insultata.

Ma alla fine mi sono perdonata.

 

A lui non l’ho perdonato, ma non credo si sia mai posto il
problema. Io peró da oggi ricordo un po’ meglio, e sobillata dallo spirito di Violencia Rivas, ho trovato le parole per dirlo. E magari la prossima volta che
lo vedo, invece di sorridergli e abbassare la testa, gli smollo un pizzone di
quelli sonori.

 

(primo sassolino tolto dalla scarpa. more to come…) 

 

13 thoughts on “Uno stupro amichevole”

  1. ti ho letta di corsa, non ho neanche visto i commenti. altro che pizza bisognerebbe dargli a quello…e dire che le mamme hanno sempre ragione non giova alla causa.

  2. che ho in testa ‘sta canzone da non so quanto…

    anyway!
    Ugo
    \Non so se fosse desiderio indotto, voglia di approfittare di certi effetti della speed (o di fare in modo che passassero!), o persino una forma di
    ingraziamento\
    \tutta una serie di meccanismi e di abitudini culturali nel rapporto fra i sessi, non è che possono sparire da un giorno all’altro\

    capisco cosa intendi,ma sono ombre sottili..difficili da interpretare.e comunque ben distanti da episodi del tipo \sesso per forza per parecchio tempo\ e altre violenze evidenti.
    Grondiamo di dinamiche sbagliate,sfumate male,
    di vite gestite ancora peggio. Siamo sistemi complessi,complicati…millenni di storia e ancora ci facciamo la guerra.
    Da cui….hai voglia!

  3. beh…un pizzone francamente mi sembra pochino. Io consiglierei un bello sputacchio in faccia! E’ meno violento ma fa piu’ male (e resta piu’ impresso!)
    Sto ex-vecchio Hank, quando parla come magna, si scopre che dice cose interessanti…
    Ad es:…\Tu parli di persone che non si amano.Punto.Il cui “stare insieme” comporta solamente diritti e doveri che sono stati bilateralmente,in qualche modo,accettati-anzi,direttamente sottintesi\.
    Molto giusto, ma…
    pensi davvero che queste persone siano cosi’ lontane da te!!!???
    che siano di altri mondi, che non ne hai mai incrociata, sfiorata nessuna!!???
    O sei estremamente elitario nelle tue frequentazioni, o sei estremamente ingenuo, o…
    forse hai preferito evitare di farti certe domande, a volte!
    Vado sull’aneddotica:
    Quando conobbi e frequentai (x 6 mesi) una ragazza alicantina, superinteressante, acculturata, bellissima, complicatissima, un bel po’ (troppo) drogata… a volte non riuscivo a credere alle sue parole, quando mi diceva che faceva l’amore con il suo ragazzo (e, ovviamente, suo pusher!) a volte solo per compiacerlo o \tranquillizzarlo\…o che fingeva, o che…manco mi ricordo piu’…!
    Ma insomma…sebbene fossi sicurissimo della risposta, tutto cio’ mi spinse a chiedere alla mia ex (relazione di 4 anni e mezzo) se c’era stata anche una sola volta in cui lei avesse fatto l’amore con me solo per farmi contento, o semplicemente \cedendo\ a delle mie pressioni…
    E la risposta era no, eh!!…ma ovviamente, cosa ben diversa è il fatto che a volte (ma anche molte volte!) c’è chi ha piu’ voglia e chi ne ha meno…ma in quei casi è sempre bastata qualche piccola provocazione (a volte mia, a volte sua) per \equalizzare\ il desiderio…!
    E avevamo scopato in tutti i modi che la nostra fantasia ci ha permesso di sperimentare!
    E se una volta era come volevo io, quella dopo era come voleva lei (piu’ spesso era in svariati modi e stili a la vez)…e abbiamo provato pure cose che non ci sono piaciute, guarda caso, a entrambi! (Il culo, per esser chiari! a lei sembrava di stare cacando, a me sembrava di essere un tappo e avevo paura di rimanere incastrato!…ci siamo fatti un po’ di risate e finito li’!)
    Ma con quella ragazza di alicante, per esser chiari… ci siamo baciati, svariate volte… ma a seconda di come je girava!
    Una notte mi ha invitato ripetutamente e \inequivocabilmente\ a salire su da lei alla fine di una serata di feste, musica, Roma by night per entrambi….e di anfetamine, per lei…
    e non ho accettato…
    Perche’ la sua faccia esprimeva tutt’altro che desiderio! Non so se fosse \desiderio indotto\, voglia di approfittare di certi effetti della speed (o di fare in modo che passassero!), o persino una forma di \ringraziamento\…. ma non era qualcosa che mi potesse far accettare! e l’occasione non mi è ricapitata…
    E potrei citare altri episodi…piu’ o meno simili (anzi, dove ero arrivato molto piu’ in la’, ed era ancora piu’ difficile \fermarsi\…ma purtroppo se non so’ tipe strane, non mi piacciono, me sa’!) ma comunque il risultato è che certe scelte si pagano con la prolungata astinenza sessuale…
    Vabbé…c’è pure che non so’ bello, non so’ alto, so’ abbastanza pelato…
    pero’ quello che voglio dire è:
    tutta una serie di meccanismi e di abitudini culturali nel rapporto fra i sessi, non è che possono sparire da un giorno all’altro… Esistono donne che dicono NO… intendendo \devi insistere!\. E’ brutto dirlo, ma è cosi’!
    E’ chiaro a tutti che sono \Dinamiche sbagliate,diritti e doveri sbagliati, ma\ NON! \stiamo parlando\ SOLO! \del Sig.NonSoFare2+2 sposato con Signora MiGuardoLeTelenovelas.\
    Qui ci dovrei mettere un finale!
    E invece mo’ vado a dormi’, perche qui in Guate è l’1.30 e me devo sveja’ fra 6 ore!
    Spero che mi so’ capito abbastanza!
    Confido che almeno Slavina c’abbia preso! de solito ce pija!
    Ma per me è pure strano che stai co uno che non pulisce casa!!!
    Quindi nu lo so!
    Tanti baci, a te e alla pupa!!!

  4. Ciao Slavì, ammazza che storia.
    Ce starebbe bene pure dentro al blog de lamate, un racconto così.
    Solo vita vissuta, la realtà batte sempre l’immaginazione.

    O

  5. @hank
    quello non è stato un testo facile da scrivere, ma manco da leggere. l’illeggibilità è un po’ quello che vorrei da me quando ripenso a tutto quello che ho scritto lì.
    ma le trame si intravedono e scoprono, io credo, o le ho viste e scoperte almeno io e questo è l’importante…

    @tutt*
    ieri parlavo con una compagna che presto migrerà presso altri lidi, che diceva che alcune delle donne di Atenco, stuprate politicamente in Messico, stanno lavorando proprio su come la violenza di genere e la politica siano più vicine di quanto non sembri, e di pratiche di reazione usabili in situazioni che vanno dalla manifestazione alla violenza sessuale. Mi piacerebbe parlarne e quelle riflessioni casuali erano un primo approccio, perché nell’immobilismo io mi sento veramente femmina, nel senso più retrogrado e fascista del termine, così ben integrata nella mia cultura che mi vuole prona e remissiva, cosa che magari non sono in nessun altra situazione…
    chissà se mi sono (un po’) spiegata.

  6. @nrtla.
    donne verso donne,oh giusto:
    altissimo livello di violenza e pressione,i think! (lavoro,scuola,e chi più ne ha più ne metta…) questa argomentazione posso aggiungerla nella mia “difesa/uomo”? 😉

    però,continuo: “sentire spesso amiche donne parlare di sesso per forza per lunghi periodi”.allora.
    ora,tolto tutto il discorso di violenza,che è giusto etc etc,che è bilaterale etc etc, ma permettimi l’ennesima divagazione:

    questi rapporti di coppia sono ridicoli.
    in questi rapporti il problema non è la violenza (o meglio,lo è ma in seconda battuta),ma è la mancanza di amore,di sentimento,e anche di cervello!
    Che cazzo di coppia è una coppia in cui uno dei due non vuole trombare per lunghi periodi?
    Qua tu parli della massa di caproni che popolano il pianeta,il cui problema principale è l’assenza di qualsiasi forma di ragionamento.
    Il problema è l’istruzione a tutto campo, compreso un minimo apprendimento della parola “amore”&C.
    Tu parli di persone che non si amano.Punto.Il cui “stare insieme” comporta solamente diritti e doveri che sono stati bilateralmente,in qualche modo,accettati-anzi,direttamente sottintesi-.(se siamo insieme si tromba,se siamo insieme mi paghi i vestiti,se siamo insieme mi fai da mangiare..).
    Dinamiche sbagliate,diritti e doveri sbagliati,ma stiamo parlando del Sig.NonSoFare2+2 sposato con Signora MiGuardoLeTelenovelas.
    E che cazzo!Dai!
    Pure te ti sei ritrovata in queste situazioni?
    Ma che cazzo ci stai a fare con una persona se neanche te la vuoi trombare?(e anzi,lui insiste e tu accetti..)
    ah,per amore?questo è amore?
    tzè!
    (e comunque come diceva anche malapecora,per me è stato sempre al contrario..io che per ripicche o per dubbi sulla coppia stessa dicevo “no”, mentre il pisello,interpellato, diceva “si”,ma direi che non mi sono mai sentito violentato..ahahah)

    per finire:
    “è l’ignoranza che crea la violenza” dicevano i vecchi sud sound system..

    @retroguardia.
    “potrò rispondergli “leggi”, sperando che ci capisca qualcosa.”
    ehmmm…uhmmmm…
    🙂
    bello “l’intro”,comunque. e insomma.inazione,subisci.televisione.
    sensazioni trasversali,che non hanno sesso.Ho un amico inattivo,molto,troppo.Depresso.Psico-farmacolato.Violenze?Chissà, mai credo.Non lo so,aiutarlo?come?Dalle sabbie mobili forse si esce solo da soli.
    “sei tu stessa la tua struttura repressiva” già…
    e mi rimane poco concepibile.
    Ma sono molto rigido,molto poco umano (o troppo uomo-istruito alla maniera patriarcale,macchina da guerra che tira dritto etc etc..il mio amico è il mio fucile). 🙂
    in culo alla balena

  7. In questo momento di condivisione di sassolini, quasi quasi metto a disposizione un po’ di sassolini tutti miei.
    Così se qualcuno un giorno ancora dovesse chiedermi, “ma perché non ti piace che ti metto la mano in testa”, potrò rispondergli “leggi”, sperando che ci capisca qualcosa.
    Il personale e il politico, come al solito, si mischiano un po’ nei ricordi, perché la cosa che mi fa più rabbia è la mia immobilità da animale che fiuta il pericolo e si finge morto.
    http://retroguard1a.noblogs.org/…ew/violenza.rtf
    Io di uomini ho cercato di costringerne molti al sesso, anche uomini con cui mi facevo le storie (ah! l’adolescenza!). Ma con scarso successo invero 🙂
    Sarà che se non sono un po’ strani e disadattati, proprio non mi piacciono, sono riuscita anche a trovarne che rifiutassero “servizi” normalmente più che graditi. Il che ovviamente ha minato la mia autostima, ma di sicuro non mi ha fatta diventare una violentatrice o simili 🙂
    Poi ho avuto pure quello che non mi baciava, ma lì i 20 euro sul comodino me li potevo fa lascià tutti.

    /me confusa dopo la rilettura di cose seppellite che galleggiano nell’ombra non riesce a scrivere commenti di senso, ma riportare solo testi antichi ritrovati casualmente o quasi nel pc.

  8. evvabene, avete pure ragione, dovevo sicuramente spiegare e problematizzare meglio ma, si sa, lo spazio è quel che è. cerco di essere chiara: non credo siano solo gli uomini a compiere violenza e le donne a subirla. penso che anche la donna possa compiere pressioni o violenza sessuale tanto quanto l’uomo. a me non è mai capitato con donne, almeno di subirla, di esercitarne boh mi pare di no ma magari lo deve dire qualcun’altro questo. mi è capitato di subire invece pressioni o violenza (lievi, lievissime eh, ma il concetto era quello) da parte di uomini. e mi è nuova questa cosa di sentire spesso delle amiche donne parlare di fare sesso per forza coi compagni maschi non saltuariamente ma per lunghi periodi. mi ci sono in parte riconosciuta e mi sembra un brutto discorso non sentire di avere la possibilità di dire di no o di non essere in grado di accettare serenamente un no. mi sembrano delle dinamiche di violenza. il fatto che i protagonisti fossero donne e uomini, in ruoli specifici, non ne fa una regola generale ma per me diventano tanti casi particolari su cui ragionare, tenendo conto delle dinamiche di genere, culturalmente determinate, coinvolte. della serie: il fatto che ci siano delle donne che compiono violenza, su altre donne o uomini, non annulla un discorso specifico sulla violenza maschile contro le donne, con tutte le dinamiche specifiche coinvolte.
    ah hank concordo con slavina, di un femminismo che vada a caccia di maschi me ne frega ben poco se si è inteso questo aaargghhh, orrore, hai capito male, è ben lontano dalla mia realtà femminista!

  9. ebbene.
    d’accordo su cos’è il femminismo.Ma…

    con l’intervento di nrtla mi è venuto da evidenziare una sfumatura che io,personalmente,uomo, vedo/sto vedendo/mi pare di vedere.
    Io mi sento bistrattato.
    colpevolizzato.
    Insultato da frasi “vogliamo parlare delle pressioni subite dal compagno per scopare quando, quanto (e poi infine come!) vuole lui?”

    I comunisti mangiano i bambini.
    -e che non lo sai?-

    Viene ,spesso e facilmente, fatta una generalizzazione,un ricorso a luoghi comuni unidirezionali.
    Ma se si prendono questi casi come “esplicativi delle dinamiche di sottomissione della donna”,ecco: io ti parlo di Marcella
    Marcella è un argomentazione “visivamente” più debole,ma a “mia/uomo difesa” è stata la prima che mi è venuta in mente.

    “il femminismo lavora per costruire un’autonomia delle donne”
    Bene!
    Sono d’accordo.Questo aiuta le varie Marcella,e aiuterà i vari vecchiohank.
    Questo aiuta.Non un certo tipo di femminismo “di moda” che continua a colpevolizzare l’uomo e a de-responsabilizzare la donna,”vittima” del lupo cattivo.

    Ma attenzione (e qui arriviamo al mio discorso cane padrone,passo successivo):
    vi sarà sempre il problema di relazionare uomo e donna,che per loro natura sono diversi,che per loro natura hanno uno sbilanciamento di forza.
    L’uomo è più forte.L’uomo picchierà sempre,violenterà,per quanto la donna sia autonoma incazzata e con il pisello di gomma.
    Sparta vince su Atene.Comunque,purtroppo.
    Se tu non istruisci Sparta…non funzionerà mai!Non basterà e potrebbe pure essere contropruducente dirgli “cattivo Sparta” e provare a combatterlo con il coltello in bocca,proprio con le sue armi,dove è più forte.
    Combattimi con i baci,con la tua bellezza,Atene.
    Non c’è bisogno di un’altra Sparta…

    (ho divagato parecchio…)

    ah,vecchiohank ai tempi aveva 22 anni,ma sono d’accordo con te:
    vecchiohank ha bisogno di vecchie autonome baldracche (donna di cattivi costumi,che quelli buoni per me non lo sono).

    Saluti

  10. caro vecchio hank
    dovresti saperlo: scopare con una diciottenne *problematica* presuppone un certo tipo di coinvolgimento esistenziale (perché le diciottenni allegre scopano coi coetanei, non con i vecchi – al massimo con Raul Bova, ma solo nei film di Moccia), quindi se non vuoi essere “violentato, privato, succhiato”, prova a cercarti una vecchia come te che forse ti va meglio.

    anche la metafora cane/padrone devo dire che la utilizzo con gioia nell’ambito del sesso, ma nelle relazioni d’amore della mia vita sono una cagna tra cagne, cani e altri animali. non ambisco ad essere padrona e padroni non ne voglio.

    per il resto trovo che il tuo intervento ponga delle questioni anche interessanti: il femminismo non lo fanno solo le femmine, questo é certo – e le imposizioni del patriarcato sono dure anche per i maschi (e quelli che non se ne accorgono, come dice Virginie Despentes, sono i portieri dell’Impero che pensano di esserne i padroni)
    peró é dalle donne, soggetto storicamente oppresso, che é nato questo movimento di liberazione che chiamiamo femminismo – che non é nato per distruggere gli uomini ne’ per farne a meno, ma piuttosto per dare alle donne pari dignitá, libertá e diritti (se poi a qualche uomo molesta il fatto che una donna abbia diritto a godere delle sue stesse possibilitá di istruzione, di movimento, di libertá sessuale etc, perché magari pensa che ció automaticamente lo porrá in condizione di svantaggio, é uno sfigato portiere di cui sopra – e quasi sicuro per lo stesso motivo sará anche razzista…)

    scusa se ti ho blastato per la storia di Marcella, ma i vecchi che vanno con le diciottenni mi fanno un po’ impressione, pure se sono Picasso o Bukowski.
    di vero c’é che a noi donne ci fanno un lavaggio del cervello tale con la storia del principe azzurro del cazzo che capita, quando si é in una situazione di merda, di pensare che il primo stronzo che passa possa essere una soluzione ai nostri problemi. il femminismo lavora per costruire un’autonomia delle donne, proprio per evitare sfracelli come quello che avete vissuto tu e Marcella.

    perché come dice Violecia Rivas, molte volte *el amor es soportar la mierda del otro*, ripensiamolo diverso questo amore.

    (nrtla, io su certe ehm *forzature* nella coppia taccio imbarazzata: piú volte m’é capitato di approfittare dell’uomo che ho amato di piú nella vita, accordandomi in segreto con il suo cazzo mentre lui diceva *so stanco*.
    chi é senza peccato scagli la prima bomba)

  11. Marcella aveva 18 anni.Mi ha detto ti amo.Mi ha detto ti voglio.Va bene
    Marcella non ha esperienza,non conosce,non sa.Scappa da casa,troppo difficile stare là.Apro la porta.Va bene.
    Marcella un giorno la trovo incollata a me.Mi ha ricoperto.Io le Devo,lei è vittima,lei non sa.Io Devo fare,devo dire,devo spiegare.Devo supportare.Devo pagare.Devo sentire la sua vocina dire “non è colpa mia”.
    A Marcella le ho chiesto “ti prego,vai via”.Marcella dice “dove vado?”,lo ripete,e poi ancora.Resta qua.
    Mi ha legato le gambe,di notte.Ora non posso più scappare.
    Ho una figlia,non un amore.
    Mi sento bàlia,professore.
    Non dire “nessuno mi ha obbligato”. Guarda negli occhi Marcella e sentila,un attimo,parlare.
    La violenza da che parte è?
    Le mani,queste mie mani,si alzano,stupidamente,erroneamente,piccolo appiglio in uno squarcio d’anima.
    Azione-reazione.violenza chiama violenza.

    L’uomo picchia,violenta,comanda.
    Le Marcella subiscono.
    Le Marcella violentano,privano,succhiano.
    L’uomo subisce.

    Insomma.
    Nrtla.
    Mal sopporto qualsiasi parvenza di “responsabilità unilaterale” -Uomo chiede donna subisce-.(e scusami se ho frainteso)
    Come dici, gisutamente,ci sono sbilanciamenti.
    La “colpa” è di entrambi.

    La parità sta anche qua.
    se vuoi la bicicletta…pedala.pedala sempre.

    Ad ampliare il concetto:

    Il femminismo si fa in due.
    Il femminismo non è chiedere e pretendere.E’ anche dare.
    Perchè a me appare solo come una caccia all’uomo(metaforicamente-e-non parlando)?

    L’uomo ha dalla sua la forza,ma è croce e delizia.
    Vorrei non aver la forza di violentarti,Marcella.
    Lo vorrei davvero.
    Sono io che ho bisogno.

    Il cane non si educa con il bastone.
    Ma a baci e carezze.
    Educami,Marcella.
    Anche se ogni tanto ti mordo.
    Amami Marcella,non mi devi solo sgridare.
    Imparerò,anch’io…
    Ti proteggerò,ne ho la forza.
    Sono energia grezza,che va direzionata.
    Istruita.
    Ho bisogno di proteggere e di amare.
    Non mi allontanare.

    Ma sono un cane.
    Sei tu il tuo padrone.

    [in un mondo in cui invece padrone è uomo, cane è donna..completamente da ribaltare]

  12. ..sono io. Non voglio storie serie. Te lo dicono una volta che sei sola con loro e non puoi andartene. Ho taciuto, subito e mi sono perdonata… Ma questa é violenza, come quando sei malata con la febbre e ti chiedono un ‘lavoretto’ invece di un semplice grazie per le medicine. Amici… Davvero tali?
    Ma non si rendono conto del male che fanno?

  13. Hola slavina! l’esperienza mi è chiara, penso sia chiara a molte, sono quelle situazioni al limite che è difficile riconoscere e chiamare violenza perché riguardano gente di cui ti fidi, con cui il primo no dovrebbe bastare e avanzare, però non succede. Bisognerebbe aprire un discorso anche sulla violenza all’interno della coppia: vogliamo parlare delle pressioni subite dal compagno per scopare quando, quanto (e poi infine come!) vuole lui?!? quante amiche (ed io fra loro ne’), di solito perfettamente in grado di imporsi, finiscono per fare sesso col compagno pur non avendone voglia per evitare discussioni, recriminazioni, virilità sminuite! A me questa cosa fa davvero incazzare, mi sembra una chiara forma di violenza e mi porta a chiedermi che tipo di immaginario e di sbilanciamenti di potere permettano ciò. Cmq sia, Violencia è la via 😉

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