la soggettivita’ delle mie tette

ovvero come fu che decisi che era meglio niente


…dopo sguardi e sorrisi, telefonate e messaggini
finalmente ci diamo appuntamento ad una festa…

arrivo e ti trovo gia' circondato da un nugolo di amiche compiacenti, che sorprendentemente si smuovono al momento giusto e mi lasciano un posto a sedere proprio vicino a te.

comincio a parlare di niente, com'e' il caso che sia.
sono nervosa e mi faccio una canna.
sei nervoso e mi guardi le tette.

tutto procede deliziosamente per il meglio, quando all'improvviso
MI ATTACCHI UNA PIPPA INCOMPRENSIBILE.
in italiano gia' sarebbe faticoso starti appresso, in spagnolo e con una canna che mi ottenebra, diventa impossibile.

mi parli di qualcosa come la perdita della soggettivita' della moltitudine
e alle tue spalle appare il fantasma occhialuto di toninegri.
i miei occhi si incrociano, ma tu vai avanti come un treno.
se mi guardassi in faccia, invece che rimanere all'altezza (bassa) della scollatura, forse ti accorgeresti che non sto capendo niente e proveresti una sincera tenerezza. mi sorrideresti complice e mi diresti: andiamo a prenderci un gelato?
invece no.
la tenerezza e' una carta che nei giochi di seduzione tra adulti non si gioca mai.
colpa mia, che me la meno da donna matura
e che forse sembro piu' intelligente di quello che sono in realta'.

fatto sta che la conversazione finisce ingloriosamente con un
*ehi senti, io non ci sto capendo un cazzo*
e io che mi alzo e me ne vado sola a prendere un gelato.
le amiche riprendono posizione ai tuoi piedi, ma tanto io non ho piu' voglia di cimentarmi e la festa diventa noiosa.

tu continui a guardarmi, da una certa distanza
ma io ormai, ogni volta che ti guardo, vedo toninegri.

che depressiOne…