sono giorni tristi per la comunità dell’attivismo e delle lotte sociali di Barcellona.
domenica scorsa se n’è andato Pablo, uno dei protagonisti più vivaci e instancabili dei movimenti degli ultimi anni. Quando un vivo s’uccide c’è grande effervescenza fra i vivi. diceva il poeta.
quando un compagno o una compagna decidono di lasciare questo mondo nel petto di chi resta si apre un baratro fatto di rimorsi, rimpianti e un senso di colpa difficili da superare. manca il fiato.
(lo sconforto in spagnolo si chiama desaliento, perché è vero che fatichi pure a respirare, figuriamoci il resto)
soffriamo pensando che dovremmo aver fatto più attenzione, avuto più cura, amato di più e meglio. il suicidio ci interroga sul nostro valore come amici, come compagni di strada e di lotta, come esseri umani.
e ogni suicidio richiama gli altri che abbiamo vissuto da perdenti, con questo dubbio dilaniante – che letto a mente lucida è idiota – del “forse avrei potuto evitarlo”.
ogni vita è quella che doveva essere, io me lo ripeto da un po’ di anni e cerco di crederci. non è un’autoassoluzione facile, è che a certe cose, per quanto ti sforzi, non riuscirai mai a dare una ragione.
La notizia merita un piccolo approfondimento da parte della vostra inviata nella Penisola Iberica: ieri è stato arrestato Rodrigo de Rato y Figaredo, meglio conosciuto come Rodrigo Rato, uomo forte del Partido Popular per il quale ha ricoperto il ruolo di ministro in vari governi.
Rato fu anche a capo del Fondo Monetario Internazionale, incarico che lasció con poca gloria nel 2007. Da allora, secondo una modalitá che in Spagna viene chiamata con amara ironia di Puertas giratorias (porte girevoli) Rato passó al privato, dirigendo una delle operazioni finanziarie piú spregiudicate (e fallimentari) degli ultimi anni: il lancio della holding Bankia, che trascinó sul lastrico migliaia di piccoli investitori. Il colmo è che per “salvare” questa impresa intervenne il governo spagnolo con un finanziamento miliardario (si parla infatti di porte girevoli per la facilitá con cui certi personaggi della politica passino dal pubbico al privato – beneficiando sempre quest’ultimo).
Ma il cuore della notizia, quello che forse non apparirá in nessun articolo della stampa italiana – ma per questo ci sono io 😉 è che la caduta del Dio Rato è stata causata in buona misura da un’iniziativa popolare: una querela alla Audiencia Nacional, finanziata da un crowdfunding (una raccolta di fondi partecipativa), del gruppo 15mpaRato, che raccolse prove della truffa di Bankia (che fu lanciata in borsa quando i suoi bilanci erano giá fallimentari) e che attraverso il lavoro del suo team giuridico e di inchiesta riuscí a portare alla luce altri scandali legati alla corruzione della classe politica. E il tutto nella piena trasparenza, dei documenti e delle azioni.
Io sono per l’abolizione del carcere e quando venne lanciata la campagna (le cui parole chiave erano Rodrigo Rato in galera) per questa ragione un po’ rimasi ai margini. Non mi piacciono gli appelli “alla pancia del paese”, mi mettono a disagio.
Oggi devo ammettere che il lavoro di comunicazione e mobilitazione della cittadinanza è stato eccellente. E il suo sviluppo* dimostra che dalla pancia si puó arrivare alla testa.
E siccome ho paura che [almeno nella mia lingua] non lo dica nessuno (perché se si estendesse questa pratica per le elite che ci governano sarebbe pericolosissima) lo voglio dire almeno io: grazie 15mpaRato. Per le capacitá strategiche, per la lungimiranza e il coraggio.
*il gruppo si è dichiarato disponibile ad un confronto con Rato, per uscire dalla dinamica del capro espiatorio e arrivare ad identificare complicitá piú o meno occulte: la finalitá non è metterne uno in galera ma cacciarli via tutti dal potere.
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due cose, per concludere: la prima è che non sono giornalista e non mi occupo di finanza, quindi è possibile che questo articoletto contenga delle imprecisioni. invito qualche giornalista con cognizione di causa (e stipendio magari) ad occuparsene e ad approfondire.
la seconda è un divertissement: nel video che segue potete apprezzare l’accoglienza a Rato – nel Parlamento Catalano – di un politico che ammiro profondamente. c’entra poco o niente con 15mpaRato, peró 1) fa ridere col cuore 2) il partito a cui appartiene Fernandez, la CUP, è uno di quelli che hanno preso forza a partire dal movimento del 15m (quello che in Italia viene ancora chiamato degli Indignados, credo), brodo primordiale di tante iniziative popolari come, appunto 15mpaRato.