sono giorni che mi mancano le parole.
sono ancora scossa, emozionata, traboccante di una gioia indescrivibile.
il Feminist Blog Camp é stato una bomba che mi é esplosa dentro lasciandomi tante energie buone e una gran voglia di fare di piú e meglio.
questo post infatti é solo il primo di una serie di derivati, ma in qualche modo é il piú importante.
é per ringraziare tutte le persone che hanno facilitato la mia partecipazione di madre precaria ad un evento che, senza un supporto concreto e materiale, per me sarebbe stato inarrivabile.
inutile, sbagliato e impossibile (ci si dimentica sempre di qualcunx) tentare di stilare un elenco: sapete chi siete e quanto amore io e la figlia abbiamo per voi, una volta e per sempre (einmal ist forever, alla faccia di Nietzche che neanche voglio controllare se l’ho scritto bene).
al FemBlogCamp purtroppo non ho partecipato proprio come avrei voluto: ho seguito pochi workshop, non ho fatto neanche un turno di gestione e last but not least, non ho nemmeno limonato.
é che viaggiavo con la Nina, l’unica persona della mia vita alla quale riconosco il diritto alla gelosia e ad una certa possessivitá nei miei confronti (ma solo perché é ancora piccola) ed essendo uno dei miei obiettivi quello di far vivere anche a lei un’esperienza bella e appagante ho cercato di fare in modo che non sentisse mai la mia mancanza, pur lasciandola rotolare libera tra le stanze dell’Askatasuna quando era ben accompagnata.
(qui era al lavoro componendo il report nell’ultima plenaria del FemBlogCamp)
sono quindi ancora piú consapevole del fatto che nella mia agenda di attivista deve avere un posto di sempre maggior rilevanza lo sforzo di inventare modalitá collettive di gestione della figlianza, per tutte le persone come me – interessate a partecipare a questo tipo di eventi… e non solo.
(report del FemBlogCamp di Nina)
vi lascio raccomandando due link nuovi – che sono solo l’inizio di una lunga serie 😉
– il blog di Rho, una novellina da supportare
– Occupy Patriarchy, un’americanata di quelle belle
a presto, che ho ancora un sacco di cose da dirvi.
e ti capisco perfettamente (ho un bimbozzo) e continuo a chiedermi come mai , quando vengono organizzate giornate di incontri-discussioni e quanto altro, nella stragrande maggioranza dei casi non è previsto nulla di tutto ciò (modalitá collettive di gestione della figliolanza o quantomeno possibilità di affidare in luoghi vicini e sicuri). ma insomma, facciamo tanti bei discorsi per poi concludere nei fatti tutto il contrario di quello che diciamo?!
Grazie Malapè. E dàje.
Vorrei ricordare che una proposta l’hai ricevuta: chi è causa del suo mal, pianga se stessa! X’D
Buon tutto, capa!