in nome di antonia

a volte penso che dovrei aprire una categoria e chiamarla perche’ non tornero’ piu’ a vivere in Italia.

ho anche pensato di buttare al cesso la mia cittadinanza e farmi spagnola, ma oltre al fatto che mi sentirei orrendamente provinciale dovrei pure giurare fedelta’ al re Juan Carlos – che mi sembra una cosa troppo ridicola per essere vera…

per queste ragioni desisto dal rinnegare la mia italianozzita’ (direbbe il Maru’) ma purtroppo continuo regolarmente ad incazzarmi come una bestia per le notizie che m’arrivano dalle sacre sponde (il tempo passa in fretta, io scrivo poco e quindi mi limito a segnalarvi questo blog perche’ e’ aggiornato con passione e io mi ci ritrovo sempre)

 

potete stare tranquilli: non vi parlero’ di Bolzaneto, ne’ di quello schifoso di Ciarrapico ma di un piccolo particolare senza importanza che mi riguarda e che ha a che fare con l’arretratezza maschilista del nostro paese.

 

mia figlia e’ nata in Spagna e come tutti i cittadini di questo paese ha diritto ad avere due cognomi, quello del padre e quello della madre, nell’ordine che gli stessi genitori scelgono. noi abbiamo scelto di mettere prima il cognome del padre, per un motivo pratico, essenzialmente (non ho un cognome cosi’ esotico ma l’80% degli impiegati locali smongola e mostra di non comprenderlo alla prima botta mentre quello del padre e’ comprensibilissimo in tutte le lingue del mondo)

detto cio’, alla fine mi sembrava una cosa figa che mia figlia potesse mantenere anche il mio cognome. anzi, mi sembrava una cosa giusta e decente. 

 

dimenticavo che nel mio paese, fino a pochi anni fa alle donne che si sposavano veniva tolto il loro cognome – insieme allo status di signorina – e gli veniva affibbiato il cognome del marito.

e visto che i tempi cambiano ma alcune cose restano, all’iscrivere antonia all’anagrafe italiana mi e’ toccato scoprire che mia figlia, per lo stato italiano, porta i due cognomi del padre. il mio non ha il diritto di portarlo.

 

e’ la legge italiana, signora dice con un sorriso beffardo l’impiegato del consolato.

non sono una signora prima di tutto, e poi come la mettiamo? mia figlia per lo stato spagnolo si chiama in un modo e per quello italiano si chiama come se fosse la sorella di suo padre… ma che e’, biutiful?

 

avevo fatto talmente tanti giri per riuscire a mettermi la bimba sul passaporto che in realta’ non ho avuto nemmeno il coraggio di ribattere. d’altronde che cosa avrei potuto dire?

 

sconsolatamente vostra,

malapecorella 

 

6 thoughts on “in nome di antonia”

  1. è molto strano che all’anagrafe siano così fiscali – per legge – sui i cognomi, tanto che dalle mie parti -tg- si confuse con -gg-, -tz- con -zz-, e magari anche -za- e -zo- con -gia- e -gio-, -iu con -ia, -u- con -o- ( posso anche smetterla ), col risultato di creare una serie di cognomi tutti assonanti ma tutti diversi fra loro, la quale cosa era anche divertente perché si finiva ad avere fratelli con cognomi diversi fra loro, e magari anche diversi da quello del padre.

    quello che invece è piuttosto falso è il fatto che le donne fossero costrette a cambiare nome. non solo non era una cosa obbligatoria, ma non era nemmeno una cosa standard in varie parti in italia ( mentre lo è in vari paesi anglosassoni ); per ora mi viene da pensare alla mia famiglia, ma di sicuro controesempi ce ne sono sufficienti da poter pensare che non fosse una cosa fatta “per legge” ma “per tradizione”.

    tanto per, secondo me il doppio cognome ( più o meno come il doppio nome ) è una cosa che non ha senso anche solo per il fatto che se lo esigessero tutti alla terza generazione diventerebbero 8 (2x2x2), e in ogni caso uno dei due è comunque destinato a sparire.

    l’ideale è poter scegliere fra uno dei due ( e si può già fare, magari con qualche sbattimento ma si può fare di sicuro ), oppure se proprio vogliamo fare gli integralisti possiamo fare come in islanda.

  2. Però, cos’è tutta sta fregola de cognomi?
    Da alternativi ch’eravamo mo’ adesso ci preme il documento coi due cognomi?
    Invece di prendere ste merde e riderci su che son cose che interessano solo allo stato, quello che si voleva buttare giù oppure non cacare, adesso stiamo alle lamentele perchè lo stato non vuole il cognome?
    Ma che è? Le mamme diventano incoerenti?

  3. Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
    di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
    si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
    e tutto gli appartiene.
    Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
    Questo paese è devastato dal dolore…
    ma non vi danno un po’ di dispiacere
    quei corpi in terra senza più calore?
    Non cambierà, non cambierà
    no cambierà, forse cambierà.
    Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
    Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
    Me ne vergogno un poco, e mi fa male
    vedere un uomo come un animale.
    Non cambierà, non cambierà
    sì che cambierà, vedrai che cambierà.
    Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
    che possa contemplare il cielo e i fiori,
    che non si parli più di dittature
    se avremo ancora un po’ da vivere…
    La primavera intanto tarda ad arrivare.

  4. tho’ guarda, quella malapecora di malapecora. senti: alla fine anche io ho vari nomi in diversi paesi, i miei documenti contrastano con una verita’ che non c’e’. e sai che ti dico: finora e’ tutto a mio vantaggio! viva la multi-identita’, abbasso il controllo. a proposito, anche mia sorella si chiama antonia: lo sapevi????

  5. l’impiegato si è sbagliato, non è che nn può portare il tuo, ma se il tuo è il secondo…io sn italiano, ho prima quello della mamma e poi quello del babbo…sacre mamme anni 70 femministespaccaminchiaconsapevolidirittisuiii

Comments are closed.