lo zio di tutti, lo zio di nessuno

zio apo

il leader del PKK kurdo Ocalan marcisce gia' da qualche anno nelle galere turche.

i suoi avvocati hanno presentato l'altro giorno i risultati di un'analisi che evidenzia come lo zio Apo sia sottoposto a un'esposizione tutt'altro che salubre a cromo e stronzio.

ai tempi del suo arresto, per cercare di evitare (infruttuosamente, of course) la sua deportazione, insieme alla comunita' kurda occupammo per un mese la piazza antistante l'ospedale militare del Celio, che divento' per noi Piazza Kurdistan

 

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di quei giorni ho ricordi belli e confusi.

c'era il sole ma faceva un freddo male, bevevo litrate di te' e ballavo insieme a kurdi giovani e vecchiette quel loro ballo in circolo in cui si sta agganciati coi mignoli. che ridere.

una solidarieta' spontanea ed entusiasta mi faceva passare tutti i giorni per quell'accampamento metropolitano, e in verita' a passare di li' eravamo in tanti… tutti nipoti di quello zio in verita' un po' troppo baffone, tutti cugini di quei disgraziati che erano scesi dagli angoli piu' remoti d'Europa per difendere un uomo che era anche un simbolo: la loro faccia politica, la loro possibilita' di esistere…

fino a quando la storia prese le sembianze della Storia, teatro assurdo e spietato, con l'Italia in un ruolo – come al solito – sinistro e ridicolo. il governo D'Alema rifiuto' ad Ocalan l'asilo politico, anzi siccome in Europa non lo voleva proprio nessuno ebbero l'idea geniale di spedirlo in Kenia, agevolando cosi' il lavoro a Cia e Mossad che dopo averlo rapito lo consegnarono alla Turchia, che ovviamente lo chiuse in prigione e butto' la chiave.

ora cercano di avvelenarlo, a quanto pare, ma questo non stupisce ne' scandalizza nessuno piu' di tanto.

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a piazza Kurdistan neanche un anno dopo l'occupazione fecero un orrendo lifting, chiudendola al traffico e infilandoci uno dei parchi giochi piu' brutti di Roma.

il piu' ostinato e dolce difensore dei diritti dei kurdi sulla piazza movimentista romana e' morto da ormai 4 anni e io non lo so se c'e' qualcuno che si ricorda di loro…

io personalmente del Kurdistan, di quello che succede in Kurdistan, non so quasi piu' niente. 

l'ultima volta che ci ho pensato e' stato grazie a un film molto bello, che racconta la storia di una squadra di donne integranti del PKK, che si emancipano col fucile in mano e difendendo un confine che non c'e'.

 

io questa notte penso a quelle donne sui monti e a quel baffone chiuso in cella e ai bambini di piazza Kurdistan che adesso saranno ometti coi baffetti e donnine col fazzolettone.

e penso anche che in questo blog starebbe bene una sezione battaglie perse.

questo sarebbe il suo primo, infelice post. 

One thought on “lo zio di tutti, lo zio di nessuno”

  1. Bene. Qualcuno si ricorda ancora del Kurdistan e di tante altre “battaglie perse” in questo paese di cacca.
    Tanto, toni negri scrorrazza già da un pò con le sue stronzate rivedute & corrette per la bisogna…

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