questa estate non sapevo proprio dove andare a parare.
le avevo pensate tutte pur di schiodare il culo, per almeno una settimana, da una Barcellona intasata di italiani ed altri animali.
in prima istanza sognavo il Marocco (no, troppo caldo!), poi le Canarie (no, troppo caro!), poi addirittura ero arrivata ad immaginare una eremitica fuga in Abruzzo con la mia accompagnatrice vestita da sexyscout (?????)
la soluzione invece si e' presentata all'improvviso, sotto le spoglie di due fantastici amici maricones, che domani ci si caricano in un'Alfa 7845 gtTurbo intercooler (por supuesto) e perdipiu' con aria condizionata
e ci scorrazzano (a me e al pazzeschi) fino nel cuore dell'Andalusia, attraverso la Sierra Nevada. ah, goduria!
Siviglia e' un sogno flamenco che ho da mesi.
a Granada invece ho voglia di andare da quando sono rimasta fulminata dalla visione di Aguaespejo Granadino, di jose val del omar –
asso nella manica sfoderato in una lunga notte di maggio dal pavido Pablo, amante che con scatto da centometrista m'ha seminato in giugno e che in luglio ancora non riusciva ad articolare due parole di fila all'incontrarmi.
[l'afasia improvvisa di uno dei tipi piu' invincibilmente logorroici che ho mai conosciuto in tutta la vita m'ha fatto una rabbia incredibile, per la quale ancora avrei voglia di prenderlo a pizzoni.
eppure, con quel poco di lucidita' che mi rimane nell'analizzare i miei infelici rapporti con l'universo masculino posso notare una costante, con ironico dolore:
gli uomini con me all'inizio parlano troppo e alla fine sono senza parole…
e quindi caro Pablo, non ti preoccupare.
anche se non mi parlerai, la prossima volta che ti incontro, non cerchero' di darti uno schiaffo di vendicativa consolazione.
anzi, ti ringraziero'.
a te e al tuo proiettore.]
amen.
(chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato eccetera eccetera eccetera)