ci sono momenti nella vita in cui pur sforzandoti moltissimo e facendo del tuo meglio non becchi un cazzo (se mi passate l’espressione un tantino machista).
ciprovi ciprovi ciprovi ma niente – e magari t’incazzi pure, perché ci credi nelle cose che fai (sennó non le faresti) e pensi che non é possibile che ci sia questo scarto cosí abominevole tra l’energia e la buona volontá che ci metti e i risultati che ottieni.
poi te la racconti che é il destino delle avanguardie (me lo diceva sempre mia sorella Nikky, una che sempre ha avuto il coraggio di sperimentare e di fare la sua strada, costasse quel che costasse) e quasi quasi ti monti la testa, invece di pensare che sei una sfigata.
(rara testimonianza del primo set che ho scattato per un innominabile sito di alt porn – rifiutato senza appello anche se eccezionalmente simpatico – l’oggettistica era made in Chiba e Mauretto e la foto é di Banana, mica bruscolini)
e ti ricordi quella favola di Rodari della strada che non arrivava in nessun posto e speri di avere la testa abbastanza dura da non spaccartela, intanto che insisti.
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