era estate e un caldo osceno abbracciava roma, la stringeva in una morsa accecante.
era la casa di un amato. Era questa canzone.
io tornavo per ripartire.
stavo piu' o meno come ora, stanca e in balia di mille emozioni contrastanti… forse ero meno confusa di adesso, in questo eterno piccolissimo momento che sto cosi' nel pallone che avrei voglia di chiudermi nell'abbraccio di un piumone
perche' mi sembra che l'estate se ne sia andata senza aver nemmeno salutato, nonostante su Barcellona negli ultimi giorni splenda un sole spudorato.
quel giorno invece era di sicuro ancora estate, lui si strafaceva e io non riuscivo nemmeno a toccarlo. volevo piangere, ma per questo genere di cose da tempo non riesco piu' piangere.
non reagisco proprio.
mi e' rimasta solo una rabbia muta e la sensazione brutta di non saper che fare…
in questi giorni l'ho pensato spesso e ho avuto voglia di tenermelo vicino nel letto e di essere ancora una volta la sua sponda, la sua spalla, la sorella. il rifugio di quando la notte si fa nera. quello che lui e' stato per me.
lo vedevo camminare per roma con la faccia tesa, sentivo il sapore amaro dei milioni di sigarette che stava fumando, mi bruciavano sulle guance le sue lacrime.
perche' sono sicura che lui, come me, avra' pianto.
si', questo e' un blog blogg, come m'ha detto Paolo, il mio amichetto genio che siccome e' un genio e' un po' saccente. (glielo perdono, perche' lui almeno e' un genio veramente)
questo blog e' un diario segreto scritto in genere nella lingua sbagliata e buttato nella rete.
e' fottutamente autoreferenziale.
e' tanto autoreferenziale che questo post che ho scritto non verra' mai letto nemmeno dal personaggio che ho evocato, che continuera' a strafarsi e le lacrime se le sara' asciugate da solo e di certo non saro' stata io il suo rifugio.
per uscire fuori dall'autoreferenzialita' per un minuto vi dico che qualche giorno fa a roma un ragazzo e' morto ammazzato, accoltellato da due fascistelli scemi.
che questa era la 134ma aggressione di stampo idiotico-fascista in un anno.
io ci sono stata male e continuo a starci male e volevo essere la' ad abbracciare i miei fratelli e le mie sorelle e invece non c'ero e ho solo dato due calci al muro.
il mio blog e' una buca nella sabbia dove urlo tutto quello che non sono in grado di dire, perche' non ne sono capace o perche' non c'e' l'occasione.