SONO STATA A UN CABARET POSTPORNO – e da allora continuo a pensarci… (di Grazia Marostica)

(contributo critico ricevuto attraverso la Rete, lo pubblico con piacere con molti ringraziamenti all’autrice)

 

26 settembre 2014 – Magazzino 47, Brescia.
Becchiamo gli ultimi posti infondo alla sala appena in tempo per accorgerci che un corpo nudo sta avanzando verso il palco, sale e si gira verso di noi mentre una voce fuoricampo cita Itziar Ziga autrice di “Devenir Perra”.
Slavina alza un sopracciglio e ci lancia un sorrisino furbo che dice “èh si, eccomi qua”, tutta ignuda e senza disagio, ti trasmette una sensazione piena e propria solo di chi ha fatto totalmente pace con il proprio corpo.
Ma adesso che fa? Balla, ci farà ridere?
Lei si presenta e nemmeno ci fai più caso che è nuda… e poi la sua voce è così bella…
scoppiamo a ridere quando indossa una parrucca bionda e uno le urla “Sembri Donna Summer” e la sua risposta pronta è “Mah, mi sa che sei daltonico…”

al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)
al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)

Quello che ci racconta nel suo show “Devenir Perra” è per me in diretta contrapposizione a tutto quello che i media e la società ci propinano da quando siamo piccole in termini di rappresentazione di genere delle donne, il sesso sporco, onnipresente, pornificato e sconveniente delle donne… che in questa serata si trasforma nelle mirabolanti e divertenti avventure sessuali di Pretty Ketty e i suoi pompini a temperino, che trasformano i membri maschili in forme fantasiose rendendo le mogli e le amanti contentissime e ispirate…

Slavina racconta altre storie estratte dal suo libro “Racconti per ragazze sole o male accompagnate” (Ed. Perrone, 2012), dove il sesso non è un eventualità sconveniente e nemmeno una forza distruttiva, ma un’energia generosa, Slavina parla di generosità delle puttane, geniali sex worker dal sorriso smagliante che portano pace nella guerra dei sessi, delle razze e delle religioni… è bello sapere che c’è chi il sesso lo vede così.

Ora è tornata coi capelli corti e occhiali da vista, sembra un bel ragazzo, cerchiamo di allungarci il più possibile per vedere meglio quando brandisce dei dildo che noi dobbiamo scegliere, votiamo Deleuze perchè ci è piaciuto sapere come usarlo con i ragazzi (gnammy) ma vince Maradona, quello più grosso; nonostante ciò Slavina indossa l’amato Deleuze e continua lo show ricordando un’amica, la sua ultima lettera, spassosa e triste, prima di scomparire, dopo aver dedicato anni all’attivismo e ci scappa una lacrima alquanto salata.

al Magazzino47 (Brescia) foto di Pamela Marelli
al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)

Verso metà show mi accorgo che anche la mia amica si è innamorata della Slavina, mi sento orgogliosa.
Ci sembra di sentirla ora, questa cagna interiore, assopita… e insieme sento la voce della Pinkola Estes che ci suggerisce una chiave di lettura:
“Le storie sono disseminate di istruzioni che ci guidano nelle complessità della vita.Talvolta varie stratificazioni culturali disarticolano le storie; i cantastorie del tempo talvolta “depuravano” le loro storie per riguardo ai religiosi fratelli. Con il passare del tempo, antichi simboli pagani furono ammantati di significati cristiani, sicché la vecchia guaritrice di un racconto diventava una strega malvagia, uno spirito si trasformava in un angelo, un velo per l’iniziazione diventava un fazzoletto o una bambina di nome Bella veniva ribattezzata Addolorata.Venivano omessi gli elementi sessuali. Creature e animali soccorrevoli erano spesso trasfromati in demoni e uomini neri.Ecco come molti insegnamenti sul sesso, l’amore il denaro, il matrimonio, il parto, la morte e la trasformazione sono andati perduti. Ecco come anche le fiabe e i miti che spiegano gli antichi misteri delle donne sono stati pure ricoperti; le fiabe sono state purgate dello scatologico, del sessuale, del perverso (e dei relativi avvertimenti) del precristiano, del femminile, delle Dee, dell’iniziazione, delle medicine per vari disturbi psicologici e delle istruzioni per le estasi spirituali”.

“Diventare cagne” significa dis-educarsi, riscoprire il potenziale politico e sovversivo del sesso e terrorizzare quelle narrazioni di stampo patriarcale del “genere femminile” diviso tra sante e puttane, modelli reificati e stereotipati con cui i media travestono i loro messaggi, e popolano la letteratura per l’infanzia… pensate a certi personaggi Disney in perenne attesa di un bacio da uno sconosciuto necrofilo, mentre incoscienti in una bara, o in una torre, come delle sfigate, o accudendo sette figli nani.
Mi viene da pensare alle prime lezioni di educazione sessuale, che altro non sono che rappresentazioni del sesso riproduttivo, e a quanto spesso le prime informazioni sul sesso arrivino dal mondo del porno “tradizionale”, primo metro di misura adottato dai ragazzini per vedere le donne.
E che peso, che vergogna sapere di avere quel corpo che viene rappresentato sempre così.

Quello delle cagne non è porno, ma post-porno.
Ebbe inizio in America quando un giorno una ex pornostar, Annie Sprinkle, disse “La volete vedere la fica? Eccola!”… tutto un via vai composto di gente di ogni età che si succedeva di fronte alle sue cosce divaricate per vedere con una pila dentro la sua vagina con l’aiuto di uno speculum, ed eccola lì la cervice, chi l’avrebbe mai detto che era così… bella eh… sembra quasi.. mmm non ve lo dico. (E poi vai a scoprire che in Giappone è un rito tradizionale)
Si può dire che questa fu la prima performance Post Porno dal titolo “Cervice Pubblica”; Annie iniziò a lavorare nel mondo della pornografia ai tempi di “Gola Profonda” e da attrice hard divenne regista e performer con l’intento di smascherare il maschilismo insito nella pornografia fino ad allora realizzata. Divenne la pioniera della post pornografia riappropriandosi di questa tecnica con cui realizzò i primi porno per donne, una delle tante pratiche di sperimentazione di nuove forme di desiderio del femminismo pro-sex.

al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)
al Magazzino47 di Brescia (foto di Pamela Marelli)

Secondo Beatriz Preciado la pornografia è una tecnica politica di produzione del piacere, dove le donne, le minoranze sessuali, sono state emarginate ed escluse come “soggetti” del piacere, ovvero sono sempre state solo “oggetto” della rappresentazione del piacere.
Il controllo di questa tecnica così potente della produzione del piacere è in mano ai soli destinatari di questo tipo di immagini, ovvero gli uomini eterosessuali bianchi.
Secondo Beatriz Preciado chi usufruisce di un tipo di pornografia convenzionale e commerciale è difficilmente soddisfatto di quello che vede, e se lo è sta subendo un gusto, un desiderio costruito, non il suo personale.
Mentre, infatti, l’industria pornografica ha il solo scopo di imporre un modello, il postporno si impegna a dar voce all’immaginario di tutti quei soggetti esclusi, marginalizzati, umiliati dalla pornografia maschilista funzionale al mercato e alla riproduzione della divisione binaria dei generi.
Il postporno si rivolge alle persone comuni e spinge a riflettere, a rimettere in
discussione i modelli sessuali imposti e ad inventare nuove forme condivise, collettive, visibili, aperte.
L’obiettivo è certamente politico perché mira a scardinare le dinamiche di genere e a creare un movimento dove si possa ricostruire in maniera liberata e partecipata ciò che è considerato privato e vergognoso.
Il Postporno è divertimento, dinamicità, scoperta e condivisione, è la nostra rivoluzione sessuale.

“I modernisti post porno celebrano il sesso in quanto forza che nutre e infonde vitalità. Ci dedichiamo ai genitali come a una parte non distinta dalla nostra anima. Utilizziamo parole, immagini e atti sessualmente espliciti per comunicare le nostre idee ed emozioni. Denunciamo la censura sessuale in quanto inumana e ostile all’arte. Ci rafforziamo con questo atteggiamento nei confronti del sesso. E amando la nostra identità sessuale ci divertiamo, guardiamo il mondo e resistiamo”.
Post Porn Modernist Manifesto, Annie Sprinkle e Veronica Vera (1989).

 

 

 

Qualche lettura consigliata:

Beatriz Preciado:
– “Testo Junkie”
– “Pornotopia”
– “Manifesto Contra-sessuale”

Clarissa Pinkola Estés:
– “Donne che corrono coi lupi”

Slavina:
– “Racconti per ragazze sole o male accompagnate”

Annie Sprinkle:
– “Post Porn Modernist”

Itziar Ziga:
– “Devenir Perra”

Catherine Blackledge:
– “Storia di V, biografia del sesso femminile”