Cacciando cacciatori (a passeggio per la cittá)

SPUNTI DI DISCUSSIONE SULL’ATTIVISMO DI STRADA IN SPAGNA

quello che segue é il mio piccolo contributo informativo al tavolo di discussione sulla Slut Walk (un formato di protesta per la riappropriazione femminile dello spazio pubblico) promosso dalle Ribellule, che si terrá al prossimo Feminist Blog Camp (Livorno, 28-30 settembre 2012) al quale purtroppo non potró partecipare.

Nello stato spagnolo le proteste stile Slut Walk non hanno preso piede con tanto clamore come nelle Americhe e in nord Europa.
I movimenti femministi locali già da alcuni anni praticano manifestazioni simili, nelle quali girare per la cittá orgogliosamente svestite o in abbigliamento equivoco, sfidando il pubblico decoro. Oggetto della rivendicazione in queste marce non é peró il tema della violenza sulle donne e il victim blaming, quanto questioni legate all’autodeterminazione, ai diritti delle prostitute, alla depatologizzazione delle identitá trans, alle problematiche di quello che potremmo chiamare collettivo lgbt ma che preferisco rinominare mondo queer (formato da individui che praticano in vario modo forme di dissidenza sessuale).

Un filo rosso marcato dal loro stesso sangue unisce le soggettivitá che prendono la parola (ed il centro della scena) in queste manifestazioni. Sono quelle storicamente piú esposte alla violenza maschilista: donne, prostitute, trans, lesbiche e omosessuali.

La stessa definizione Slut Walk (Passeggiata della Troia) rimanda direttamente alla realtá del lavoro sessuale, alla stigmatizzazione che subiscono le persone che lo esercitano.
Slut Walk é un’enunciazione ironica e violenta che si riappropria dell’insulto Troia utilizzandolo come strumento di empowerment, di aggressione mediatica, arrivando a sconvolgere l’ordine del discorso linguistico.
Risignificazione tanto piú comprensibile in Spagna e in tutti i paesi ispanofoni visto l’uso parossistico della parola Puta, che – é necessario specificarlo? – é connotata in termini prevalentemente negativi.

Tra le associazioni piú battagliere e visibili in materia di lavoro sessuale lo storico collettivo madrileño Hetaira, la piattaforma nazionale Trabajo sexual (della quale fanno parte diverse Ong) e le barcellonesi Prostitutas Indignadas.

Per rimarcare la connessione con la Slut Walk, é utile ricordare che le associazioni per i diritti delle prostitute spagnole sono state (e sono spesso) in prima linea, oltre che nella difesa della legittimitá e tranquillitá del loro lavoro, anche nelle battaglie dei movimenti in difesa dell’agibilitá dello spazio pubblico, contro le campagne di pulizia dei quartieri gentrificati, in aperta opposizione al controllo diffuso mascherato da civismo.

Se parlate spagnolo guardate questo documentario, si chiama Oscuros Portales e racconta l’espropriazione del quartiere barcellonese del Raval e la cacciata delle prostitute che lo popolavano.

 

Quello che visualmente associo di piú all’idea che mi sono fatta di Slut Walk è in realtá il Gay Pride, con il suo sfoggio di piume e chilate di carne piú o meno glitterata – ma proprio come in Italia ormai el Orgullo (Orgoglio) – ricorrenza festiva che in alcuni luoghi della Spagna si allarga a tutto il mese di Giugno – si é fatta cosa istituzionale, commerciale e mortemale.

L’Octubre (Ottobre) Trans é invece una tradizione nuova e discontinua nel mondo queer. Negli ultimi anni si centrava sulla campagna STP2012 per la depatologizzazione delle identitá transessuali ma in generale rivendica l’autonomia decisionale sul proprio genere di destinazione (che puó essere diverso da quello biologico). É decisamente meno glitterato dell’Orgullo, ma lavora allo stesso modo sulla visibilitá, sui diritti e contro la violenza. E a Barcellona sta per arrivare…

Neanche le femministe spagnole si fanno problemi a mostrare qualche centimetro di carne al sole, conoscendo il potenziale sovversivo del corpo anche e soprattutto quando sfida i canoni della normativitá – questa la distanza fondamentale dalla proposta Femen, ad esempio.
L’ultima uscita pubblica delle Feministes Indignades (gruppo di Barcellona legato al movimento 15M) é stata una provocatoria controliturgia in stile PussyRiot messa in atto in occasione delle feste della Mercé.

L’ultima segnalazione riguarda una performance/azione sulla l’agibilitá dello spazio pubblico e le forme di violenza normalizzata che subiscono le donne.
Il lavoro di Alicia Murillo si chiama El cazador cazado (il cacciatore cacciato) ed é un’efficacissima risposta 2.0 all’aggressione verbale continua che come donne ci capita di subire camminando per la strada – soprattutto se siamo vestite in maniera appariscente o discinta (ovviamente non é diretta la relazione causa-effetto, proprio come nei casi di violenza sessuale: come dire, non ci salverá un burka…).

Alicia vive a Siviglia e ha deciso che si era stancata di far finta di niente: ogni richiamo volgare che le veniva rivolto era un’invasione del suo spazio che meritava una reazione (certo, il riflesso istintivo femminile é lasciar perdere – poi peró ci domandiamo perché a forza di far finta che non succeda niente ci viene la gastrite o qualche altra malattia psicosomatica…)
Cosí, armatasi di una tecnologia basica (la telecamera del telefono) Alicia ha cominciato a reagire avvicinando le persone che le gridavano pseudocomplimenti o insulti – il repertorio lo conosciamo bene tutte e a volte puó anche far ridere, peró é aberrante che questa forma di attacco sessista alla libertá di movimento altrui sia considerata normale o scontata, che sia qualcosa che ogni macho pensa sia suo diritto poter fare…
Ed effettivamente i maschi che da lontano facevano la voce grossa, quando Alicia nei video li prende di petto diventano piccoli piccoli. I filmati del Cazador cazado raccolgono un campionario umano ridicolo e triste ma sono uno strumento prezioso per conoscere (e sovvertire) alcune dinamiche che – a livello inconscio o nella piena consapevolezza – limitano la nostra libertá di andare in giro come vogliamo (e no, grazie, che non ce ne importa niente di sapere se ci considerate belle, brutte o cosí cosí).


non voglio i tuoi complimenti, voglio il tuo rispetto

Ma il web – lo sappiamo bene – non é un paese per donne.
All’inizio di Settembre non solo Youtube ha cancellato – con la scusa della violazione della privacy delle persone ritratte – tutti i video del progetto, ma da un foro spagnolo a grande partecipazione maschile (si chiama Forocoches) é partita una vera e propria campagna di diffamazione nei confronti di Alicia (sono arrivati a pubblicare il suo numero di telefono, invitando all’aggressione…).
Fortunatamente anche la solidarietá femminista si é fatta sentire e i video di Alicia sono di nuovo online, a incoraggiarci e ispirarci nell’evidenza che chi si fa pecora, il lupo se la magna.

e vorrei raccontarvi un sacco di altre cose ma la vita incombe e per oggi la smollo lí. se siete curiose di qualcosa in particolare domandate nei commenti e cercheró di rispondervi.

** grazie a Sara che mi chiese di segnalarle collettivi interessanti dell’ambito stradaiolo spagnolo: é colpa sua se vi siete beccate sto pippone 🙂
godetevi il Feminist Blog Camp, che sará bellissimo
e piú in generale tutte le strade che volete camminare, senza paura.

3 thoughts on “Cacciando cacciatori (a passeggio per la cittá)”

  1. bello il documentario
    le donne del raval potrebbero insegnare a molti in quanto a coscienza di classe

Comments are closed.