Laboratorio di bondage (Ladyfest #04 – per un media mainstream)

questo boxino l’ho scritto per un giornale femminile.
uno non troppo caro, con tanti contenuti, poca moda e un po’ troppo gossip – ma d’altronde in Italia é TUTTO un gossip. insomma non un immondezzaio che mi fa vergogna dirvelo, peró per scaramanzia (gli sto battendo i pezzi, si direbbe a Roma) preferisco rimanere nel mistero.
((che visto che non si batte un chiodo per altre strade spero proprio che qualche pezzo me lo facciano scrivere…))

queste sono 1500 battute scarne per trasmettere un’emozione e uno straccio di informazione – su quello che é stato il laboratorio di bondage dentro il contesto della Ladyfest.

che ne dite, ci sono riuscita?

Per entrare nella palestra bisogna togliersi le scarpe. Siamo più di venti, con una maggioranza femminile schiacciante. D’altronde una Ladyfest è un evento organizzato da donne e del quale sono protagoniste produzioni, forme artistiche e curiosità al femminile.
Il workshop di bondage è tenuto dalla rope artist romana Dolcissima Bastarda, che farà una lezione introduttiva insegnando le legature fondamentali e condividendo alcuni elementi teorici dell’arte dell’immobilizzazione.
Cominciamo dalla pratica e dalle raccomandazioni per giocare coi nodi senza correre il rischio di farsi male: innanzitutto bisogna aver cura di non bloccare mai il passaggio dell’aria e del sangue. Per
costringere un corpo bisogna conoscere il corpo: è una regola iniziatica. Poi ci dividiamo in coppie e si distribuiscono le corde. La nostra maestra ha una fisicità e una simpatia prorompenti lontane anni luce dallo stereotipo di domina spietata e distaccata di un macchiettistico immaginario sadomaso.
Il suo discorso è forte e autorevole, ma non mancano riferimenti alla sessualità che fanno scorrere tra noi una tensione allegra e complice.
Bondage viene dalla parola inglese bond, legame, e alla fine del laboratorio, tra saluti e molti sorrisi già meno timidi che ci è chiaro che tra chi blocca e chi viene bloccato, più che la padronanza delle tecniche è fondamentale l’immediatezza della comunicazione e un vincolo ineludibile di fiducia reciproca.

(le foto non sono della Ladyfest 2011 ma della Ladycash, iniziativa preparatoria che si é svolta a gennaio e le ho prese da qui)

2 thoughts on “Laboratorio di bondage (Ladyfest #04 – per un media mainstream)”

  1. gradevole, ma a dire la verità negli altri tuoi post c’è un respiro appassionato che in questo manca. ed è comprensibile.

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