infiltrato, idiota, che pensi che non (ti) si nota?
é lo slogan che una massa abbastanza critica di manifestanti del movimento 15M di Barcelona, che occupavano le entrate del Parlamento Catalano contro i tagli alla spesa pubblica, ha urlato in faccia ad un gruppetto di infiltrati che stavano provocando scaramucce con la polizia (che reagiva prontamente sparando pallottole di gomma sulla folla…)
le persone che erano lí per manifestare, unite nella consegna della non-violenza, li hanno isolati e questo gruppo di pompati con l’auricolare coperto dalla kefia (travestiti maldestramente da giovani antisistema) si é aggrumato su se stesso, rifugiandosi in un portone e mostrandosi in tutta la sua poveraggine prima di venire scortato via da un gruppo di colleghi in divisa.
la scena é di quelle che avrei voluto vedere da una vita. sta qui, guardatela pure voi che fa bene allo spirito, poi aggiungo giusto due considerazioni.
sto guardando allo sviluppo di questo movimento da una distanza partecipe ed entusiasta e mi sembra una cosa forte e vera, anche se ne colgo alcune contraddizioni (ma d’altronde quale movimento non ne apre? molto spesso si va avanti ciecamente sull’onda del fomento senza ragionare sui limiti che hanno le nostre proposte di azione politica – limiti di effettivitá, di capacitá di coinvolgere, di radicare un cambiamento vero: questo piuttosto mi é sempre sembrato uno dei punti deboli di tante lotte, anche significative, a cui ho preso parte negli ultimi anni. posto pure che quando provi a ragionare in questi termini in genere ti becchi un classico ma che dovemo fa, l’autocoscienza?)
ma tra tutte le perplessitá e la diffidenza del eh non sai quante ne ho viste morire io, di ribellioni c’é un argomento che mi sembra squisitamente rivoluzionario: l’uso svergognato che fanno i cosiddetti Indignadxs della non-violenza. io non credo, come la mia stimatissima Pornoterrorista, che la non-violenza sia patriarcale. non-violenza non significa assenza di reazione.
é una strategia, non un dogma.
e in un contesto di piazza e di ricerca dell’allargamento della partecipazione e del consenso, la non-violenza é a mio parere é un’arma efficacissima. da una parte pone in ridicolo l’avversario, dall’altra determina uno spostamento semantico importante (non siamo noi che manifestiamo il pericolo, la sceneggiatura di guerra la state scrivendo voi) e una sottrazione rispetto alle dinamiche classiche, che decostruisce.
non é da ieri che si pratica, non é da ieri che me la rivendico.
e nel video degli infiltrati la condivisione di questa strategia da’ un risultato fortissimo, collettivo e condiviso, quando invece l’arrivo di due coatti (spontanei, autoelettisi servizio d’ordine o servizio d’ordine ahimé vero) che mettevano le mani addosso a quelle merde (finale giá visto e scontato in tante situazioni come quella) avrebbe soltanto messo in pericolo un sacco di gente e non ottenuto nessun risultato, non visibilizzato quella realtá – che invece in questo modo appare cosí di una sconcertante chiarezza, gettando una luce nuova su certe sporche metodologie che usano le polizie di tutto il mondo.
[tra l’altro, chapeau per la bella prova di mediattivismo 🙂
(immagine da acampadabcnfoto
questo post lo dedico a Giorgiana Masi, con rinnovate maledizioni alla memoria del boia Francesco Cossiga, perché non riposi mai in pace.
UPDATE: il video lo tirano giú da Youtube ogni due per tre – ora il link funziona di nuovo, comunque per ritrovarlo, in caso di prossime censure, le keyword sono “15M” “infiltrados” “Parlament”
il post è di quelli che avrei voluto leggere da una vita 🙂
tempo fa scrissi un articolo per liberazione (quando ancora esisteva, vabbè) che conteneva alcuni concetti che dici anche tu ma non so perchè mi sembrava che io e l’alexandra che mi accompagnava in quel paginone d’agosto fossimo un po’ sole solette… adesso so che non è così
sante parole anche quelle sulla consapevolezza dei limiti
un mucchio di baci a te dal mio covo segreto in cui scrivo la tesi mentre tu scorrazzi nei meandri sotterranei del forte prenestino