Tag Archives: maternitá

desperate breeding – laboratorio online!

desperate breeding è l’hashtag con cui da una decina d’anni etichetto su twitter le mie lamentazioni personal-politiche sulla maternitá, sulla sua allegria e la complessitá.

nel frattempo ne sono successe di cose…
mi sono formata come educatrice sessuale e mi sono appassionata alle pedagogie dell’emancipazione, tanto da sentire il bisogno di socializzare le riflessioni relative all’educazione libertaria sia nei miei piccoli gruppi di affinitá, sia in ambiti piú aperti – tutti comunque legati dall’aspirazione a una genitorialitá efficace, competente e consapevolmente anti-autoritaria.

dopo alcuni esperimenti ibridi desperate breeding ha voglia di articolarsi come discorso collettivo e per farlo prende la strada a me tanto cara del laboratorio – contando nell’ideazione e nella conduzione col supporto della dottoressa Chiara B. – aka @chiarezza_zero (psicologa, psicoterapeuta in formazione e ricercatrice nell’ambito delle relazioni affettive e genitoriali).

cominciamo con un appuntamento online, il prossimo martedí 28 dicembre, dalle 20.30 alle 22.30.

 

una madre sdraiata per terra, due creature che la circondano e le danno un po' l'assalto
still dal video “Futility” di Megan Wynne

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Devenir babbiona – qualche consiglio pratico per milf in erba

(se volete potete scrivermi a slavina@insiberia.net – ma poi non ditemi che non volete essere pubblicate perchè consulenze private non ne faccio, abbiate cura di occultare i dati sensibili che vi riguardano se non volete essere riconosciute)

Cara Slavina, mi sento un po’ ridicola, alla mia etá, a scrivere a qualcuno che conosco appena per chiedere un consiglio… peró qualcosa nel profondo mi dice che puoi capirmi e che mi prenderai sul serio.
Mi rimane comunque difficile affrontare l’argomento, quindi per introdurlo utilizzeró un supporto multimediale

Ti giuro che era solo ieri. Cioé, io davvero me lo ricordo come se fosse ieri, non è mica un modo di dire… e invece è passato un sacco di tempo, piú di 10 calendari. Era il 2002 quando usciva questo video e io, pur non essendo giá “di primo pelo” fui sinceramente colpita dalla scelta del cantante (uno dei sex symbol dell’epoca).
Quasi posso risentire nella testa la frase che risuonó sonora “Anvedi che babbiona che ti sei rimorchiato Robbie…” All’epoca i quarant’anni mi sembravano piú lontani della Nuova Zelanda.
Invece è finita che in Nuova Zelanda non sono mai stata e i quaranta sono arrivati. E anche se sono (secondo la definizione corrente) ben portati, io me li sento tutti.
Sono madre di una bambina che sta per finire le elementari, ho un ex marito con cui sono in rapporti cordiali, faccio un lavoro malpagato e precario e mi tengo su con lo yoga.
E ho una disperata voglia di vivere e di amare ancora.
Questo è il punto dolente: da qualche settimana ho conosciuto un ragazzo. Frequenta la mia stessa palestra e tra una battuta e l’altra si è creata una certa confidenza, che ci ha portati al piú felicemente ovvio dei finali: una serie di scopate che mi hanno rimessa al mondo e fatto credere allo slogan “la vita comincia a quarant’anni”. E che voglio di piú dalla vita? Sono essenzialmente due le questioni che mi fanno stare male.
Purtroppo la felicitá di questa che voglio chiamare relazione si ferma al privato. Di uscire con il mio amico e presentarlo ai miei amici di tutta la vita… mi vergogno. Come ti ho detto lui è molto piú giovane di me e ho paura di venire etichettata come la tipica babbiona in cerca di carne fresca (scusa la brutalitá, potevo anche usare un bel giro di parole ma la sostanza è questa – perchè se lo dicono di Demi Moore figurati se non lo dicono di me…).
La seconda questione è meno sociale e piú personale. Ho paura.
Paura di diventare dipendente e soffrire perchè non posso piú farne a meno, paura che arrivi una ventenne con le tette come missili e il trikonasana piú aperto del mio e se lo porti via, paura che per noi non esista un futuro, paura che mi stia solo prendendo in giro… e ovviamente ho paura che le mie paure mandino all’aria quello che ho adesso, questa connessione cosí bella, preziosa e fragile.
Che cosa dovrei fare secondo te?
Pantera ’71

Cara Pantera, goditela.
Adesso te lo spiego meglio ma tu intanto memorizza questa parola e fissatela bene in testa come se fosse una posizione dello yoga. GO-DI-TE-LA. Senti come suona bene? Io fossi in te, lo farei diventare una specie di mantra. Vivendo una condizione esistenziale per molti versi simile alla tua, è quello io che faccio (o cerco di fare).
Infatti nonostante i capelli strani, l’abbigliamento informale e l’ostentato brio, giá da alcuni anni mi è toccato in sorte l’appellativo (non richiesto) di signora, e un po’ babbiona mi ci sento… visto anche che mi capita abbastanza spesso di provare delle simpatie travolgenti – a volte ricambiate – per persone molto piú giovani di me.
È relativamente poco tempo che sperimento la sensazione di essere “la vecchia” della coppia, ma qualche idea su come gestire il disequilibrio me la sono fatta (io poi da giovane di babbioni me ne sono passati un bel po’, ho anche questo di vantaggio).
Comincio dalla questione personale, perché credo sia piú importante lavorare sulle tue paure piuttosto che sull’idiozia dei tuoi amici. Come donne, ci insegnano ad aver paura di tutto – tranne che delle cose delle quali dovremmo realmente avere paura (il sessismo, l’inquinamento, l’ingiustizia e un lungo eccetera).
Le relazioni nascono, a volte esplodono e ci travolgono e poi si trasformano. È nel ciclo naturale delle cose molto piú che l’idea perversa dell’amore eterno e sempre uguale a se stesso. L’amore io lo vedo piú come un ponte che ti puó portare piú o meno lontano, piuttosto che una casa dove inchiodarsi finchè morte non ci separi.
Quelle che ti sto per elencare per me sono delle vere e proprie regole, che ovviamente sono fatte a mia misura e potrebbero non andar bene per te – ognuna dovrebbe darsi le sue, secondo il senso piú profondo della parola autonomia – peró possono essere degli spunti. La prima regola, per quanto mi riguarda, è che l’amore deve valere l’allegria, non la pena (questa te la illustro anch’io avvalendomi di un supporto grafico).

l’allegria, non la pena

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