Category Archives: breeding

intorno all’allevamento

desperate breeding – laboratorio online!

desperate breeding è l’hashtag con cui da una decina d’anni etichetto su twitter le mie lamentazioni personal-politiche sulla maternitá, sulla sua allegria e la complessitá.

nel frattempo ne sono successe di cose…
mi sono formata come educatrice sessuale e mi sono appassionata alle pedagogie dell’emancipazione, tanto da sentire il bisogno di socializzare le riflessioni relative all’educazione libertaria sia nei miei piccoli gruppi di affinitá, sia in ambiti piú aperti – tutti comunque legati dall’aspirazione a una genitorialitá efficace, competente e consapevolmente anti-autoritaria.

dopo alcuni esperimenti ibridi desperate breeding ha voglia di articolarsi come discorso collettivo e per farlo prende la strada a me tanto cara del laboratorio – contando nell’ideazione e nella conduzione col supporto della dottoressa Chiara B. – aka @chiarezza_zero (psicologa, psicoterapeuta in formazione e ricercatrice nell’ambito delle relazioni affettive e genitoriali).

cominciamo con un appuntamento online, il prossimo martedí 28 dicembre, dalle 20.30 alle 22.30.

 

una madre sdraiata per terra, due creature che la circondano e le danno un po' l'assalto
still dal video “Futility” di Megan Wynne

Continue reading desperate breeding – laboratorio online!

non sono amiche, sono leccafiche (eterosessualitá obbligatoria ed educazione)

il titolo è la traduzione non proprio letterale di “no son amigas, se comen el coño” articolo rabbioso ma pieno di spunti interessanti che ho voluto tradurre; la lettura è raccomandata a genitori e affini ma piú in generale a chiunque abbia a che fare con delle piccole persone, quotidianamente o in maniera saltuaria

(grazie a the violet balloon – di cui vi consiglio anche il post sull’Operación Pandora [brilliant!] – i grassetti sono suoi, i corsivi miei)

Uscire dall’armadio [espressione spagnola equivalente al fare coming out, ovvero dichiararsi diversamente sessuati, ndt] non è facile.
Educare un bambino o una bambina perchè non debba mai uscire da nessun armadio è una sfida totale.

mini pony e unicorni: emblemi della dissidenza sessuale?

Quando avevo l’etá che ha adesso mio figlio, ero innamorata della mia migliore amica: Mariona Matagalls. Lo ricordo perfettamente: i suoi morbidi capelli biondi e lisci, i suoi graziosi codini, la visione delle sue mutandine blu mare in una occasione in cui, mentre giocavamo, le si alzó la gonna. Avevo quattro anni. Come prova di eterno amore le regalai un Mini Pony. Anni dopo sono venuta a sapere che i colorati Mini Pony si sono trasformati in un simbolo della diversitá sessuale mentre gli unicorni sono simbolo della bisessualitá. La vita ti fa questo tipo di scherzi. Mia madre racconta ogni Natale di quel giorno del periodo natalizio in cui mi avvicinai a lei con un’espressione grave, facendole la seguente cerimoniosa confessione “Mamma, sono lesbica”. E che lei, con la stessa serietá, mi rispose che mi amava lo stesso, indipendentemente da chi io amassi, che l’importante era che io fossi felice. Lo racconta ridendo molto di questa bambina drammatica e sofisticata, sottintendendo che era una strategia per attrarre l’attenzione. Un gioco. Non so da dove tirai fuori la parola “lesbica”, in ogni caso è buono poter disporre di parole per dire le cose. È per questo che non risparmio sul vocabolario con mio figlio; il sangue mestruale è sangue mestruale e il pene è il pene, poi è lui che si incarica di inventare “sangue magico”, “pipino” e altri fantasiosi epiteti. E questo non perchè voglio farne un pedante o per la mia formazione da filologa, ma perchè possedere la parola giusta per liberare una realtá vivida, per comunicarla, ha proprietá salvifiche, amplia il mondo che abitiamo ed è il tratto primordiale della lingua materna: una lingua in cui le parole coincidono con le cose. […]

Continue reading non sono amiche, sono leccafiche (eterosessualitá obbligatoria ed educazione)

Trans Hack Feminist

transhackfeminist

Dal 4 all’11 agosto nell’ecolonia postcapitalista di Calafou si tiene il Trans Hack Feminist, un incontro transfemminista (organizzato insieme a etc) incentrato sull’utilizzo critico e la riappropriazione di tecnologie che investono campi d’intervento diversi che vanno dall’informatica alla ginecologia – da parte di soggetti storicamente esclusi dal discorso scientifico.

(versione in lingua inglese)

 

Continue reading Trans Hack Feminist

Sei Erode o Mary Poppins? (ladyfest #01 – genitorialitá diffusa)

Quest’anno la Ladyfest Roma ha programmato uno spazio Ladybaby, pensato per facilitare la partecipazione all’evento di genitori e figlianza. É un primo tentativo di integrare madri, padri e nuove famiglie nei contesti che frequentavano prima di riprodursi – che diventano molto spesso drammaticamente inaccessibili, una volta compiuta la scelta fatidica.

Continue reading Sei Erode o Mary Poppins? (ladyfest #01 – genitorialitá diffusa)

No Tav – una historia italiana

la escuela s’acabó y como no hay pasta para pagar un babyparking veraniego en estos dias soy ultramama, de 9 de la mañana hasta el ultimo suspiro en la cama.
disfrutamos el solete en el jardin como dos salvajes, la hija desnuda y pintada, jugando con cualquier cosa (que no sea un juguete) y yo haciendo reparaciones en bragas, como hacia mi padre.
el mejor momento del dia es la siesta: nos tumbamos en la cama y le cuento una historia.

hoy no podia ser otra que la historia de la resistencia en contra de la linea de Alta Velocidad en Val di Susa…

Continue reading No Tav – una historia italiana

un pomeriggio a piazza Catalunya #acampadabcn

e finalmente, acampada fu.
il power nap del pomeriggio m’aveva lasciato con un principio di mal di testa e una voglia quasi invincibile di orizzontalitá non partecipativa – c’era il sole e giá mi immaginavo schiantata sotto il fico del giardino per tutto il pomeriggio, dimentica di una promessa fatta a me stessa e alla mia bionda. Ma ella, appena tornata da scuola, mi guarda seria e fa: Ma come, non andiamo a piazza Catalunya?

(la foto é di Ada e qui ne trovate altre sue molto belle ed emozionanti)
((il personaggio nel cartello é la Fata Basta, protagonista de La cenicienta que no queria comer perdices, favola femminista))

Continue reading un pomeriggio a piazza Catalunya #acampadabcn

tutte le strade vanno in qualche posto

ci sono momenti nella vita in cui pur sforzandoti moltissimo e facendo del tuo meglio non becchi un cazzo (se mi passate l’espressione un tantino machista).
ciprovi ciprovi ciprovi ma niente – e magari t’incazzi pure, perché ci credi nelle cose che fai (sennó non le faresti) e pensi che non é possibile che ci sia questo scarto cosí abominevole tra l’energia e la buona volontá che ci metti e i risultati che ottieni.
poi te la racconti che é il destino delle avanguardie (me lo diceva sempre mia sorella Nikky, una che sempre ha avuto il coraggio di sperimentare e di fare la sua strada, costasse quel che costasse) e quasi quasi ti monti la testa, invece di pensare che sei una sfigata.


(rara testimonianza del primo set che ho scattato per un innominabile sito di alt porn – rifiutato senza appello anche se eccezionalmente simpatico – l’oggettistica era made in Chiba e Mauretto e la foto é di Banana, mica bruscolini)

e ti ricordi quella favola di Rodari della strada che non arrivava in nessun posto e speri di avere la testa abbastanza dura da non spaccartela, intanto che insisti.

Continue reading tutte le strade vanno in qualche posto

cosleeping memories


con il mio solito ingualcibile ottimismo, quando e’ nata Antonia sul blog avevo inaugurato la categoria BREEDING (in inglese allevare, di animali o simili) per cercare di dare qualche dritta agli speranzosi debosciati alle prime armi nella grande guerra della genitorialita’. loro lo fanno abbastanza regolarmente, lei e’ il mio guru, io non ci sono riuscita affatto.


un po’ per la costante paura di sbagliare, dando un affrettato giudizio ottimistico a questioni che potro’ giudicare appieno solo tra una quindicina d’anni (quando mia figlia potra’ mandarmi affanculo in tre lingue e diventare dell’Opus dei), un po’ perche’ penso che sia dannatamente vera la frase fatta piu’ ridondante che il mio compagno ama ripetere a nastro con chiunque parli di regazzini e affini: ogni bambino e’ un mondo a se’.


quindi le chiacchiere stanno a zero e i consigli non sono mai pochi ne’ troppi. il BREEDING e’ una scienza empirica, fatta di tentativi e riaggiustamenti, di pediatri che non capiscono un cazzo e umiliano la tua sensibilita’ e a volte pure la tua intelligenza, di libri che quando li leggi ti sembra di aver capito tutto – ma un bambino mica e’ programmabile, quindi il fucking manual a volte te lo puoi piu’ che altro dare in faccia – cosi’ vediamo se almeno lo fai ridere e la smette di urlare disperato…


detto cio’ e ponderato oltre, e’ passato ormai quasi un anno e su alcune cose posso dissertare da madre allegramente consumata.


per esempio a questo punto, dopo quasi un anno di esperienza, vi posso parlare benissimo del cosleeping (in spagnolo colecho, in italiano sara’ co-letto ma chi lo sa), ossia la pratica di condividere il letto con il proprio pargolo. e’ un’usanza che ora e’ un po’ di moda ma che comunque continua a non riscuotere molte simpatie tra gli esperti del settore. 

cosleep o colecho

Continue reading cosleeping memories