I’ve lost my love in Caffarella

É quasi primavera e siccome ieri era il compleanno di autistici ho deciso di festeggiarvi con un vecchio set che non avevo mai pubblicato.
(Con l’occasione vi ricordo che autistici non campa d’aria e che se cacciate 15 euri non vi fará troppo male e sosterrete il porno libero, l’amore libero, il sesso libero – la comunicazione libera, insomma)

Le foto sono di 5 anni fa e quando le ho fatte pensavo di venderle a Suicidegirls, sito in cui entrai pensando di fare un po’ di soldi e di vedere donne interessanti nude. Soldi non ne ho mai fatti a parte quelli del primo set che gli ho venduto, un po’ per pigrizia e un po’ perché l’interessanza di quella situazione é andata rapidamente scemando – le donne nude peró ancora me le guardo, ogni tanto.
Questo set lo scattó la brava e delicata Pazzeschi, che si vede che é femminista perché in una delle ultime foto ci sono dei peli dell’inguine incretiniti che li poteva benissimo levare ma invece stanno lí, toma femminismo 🙂
Era una mattina di primavera che era prestissimo, er Databhi (omaggiato nel set come uomo-albero in una sua bellissima elaborazione digitale) fu allontanato e costretto a fare da palo.
Eravamo nel parco della Caffarella (uno dei luoghi di Roma in cui ho lasciato il cuore), dove c’é questa zona che si riempie di un polline cotonoso che sembra neve – un luogo magico che peró da qualche mese hanno chiuso al pubblico, perché gli alberi si sono ammalati di un fungo strano e marciscono e cadono in testa alla gente.
Mi ci aveva portato Valeria la prima volta – lei ogni tanto ci torna e dice che si sentono gli alberi gridare.

Ma con che cazzo di capelli andavo in giro, dico io?

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